18. Mancanza di coraggio

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Shawn percorse il corridoio del palazzo velocemente e svoltò a destra per due volte, prima di scendere le scale che portavano ai sotterranei. Quel bacio era impresso a fuoco nella sua mente, così come gli occhi chiari e liquidi di Finn dopo di esso. Sovrappensiero, per poco, non venne travolto da Francise, una delle cameriere.

«Mi dispiace, non ti avevo vista» si scusò il principe, aiutandola a rimettere in sesto i piatti. La ragazza lo ringraziò, timida, e lo salutò, accelerando il passo. Shawn spinse la porta in legno entrando nelle affollate cucine. Non appena lo vide, la cuoca si illuminò.

«Annie» la salutò con un abbraccio. La donna lo baciò sulla testa, prima di stringerlo a sé.

«Come stai, tesoro?» gli chiese. Era una delle poche ad aver instaurato un bel rapporto con il principe, tanto da trattarlo come un figlio. Lui stesso si considerava ormai tale. Annie lo aveva visto crescere e si era sempre presa cura di quella piccola peste.

«Non male»

«Avanti» esclamò lei, posando le stoviglie. «So che hai qualcosa che non va. Hai sempre qualcosa che non va quando ti presenti qui con quella faccia»

Shawn non ribattè. Semplicemente, rimase in silenzio e osservò con interesse il pavimento sporco della cucina.

«C'entra quel ragazzino?» tentò Annie, sorridendo. Il principe alzò lo sguardo di colpo, sorpreso. Non era certo una novità che la cuoca fosse così aggiornata, vista la sua personalità solare e allegra.

«Come lo sai?»

«Me ne ha parlato Carl un paio di settimane fa. Diceva che siete molto legati, ma che questo rapporto lo terrorizza» spiegò con un'alzata di spalle, osservandolo. I suoi occhi scuri saettarono ovunque. Ovunque tranne che in quelli della donna, che continuava a fissarlo impaziente.

«Parliamo in un posto più tranquillo, ti va?» domandò, mettendogli un braccio sulle spalle e stringendolo al proprio petto ampio. Con la sua corporatura robusta, riuscì a far uscire entrambi da quell'inferno colmo di portate per il pasto successivo. Difatti, Shawn si passò subito una mano sulla fronte, trovandola madida di sudore. Come facevano a trascorrere ore là dentro?

«Vuoi dirmi che succede, tesoro?» lo riportò alla realtà, sorridendogli dolcemente.

«Non so più che fare, Annie» mormorò il biondo, osservando il suolo. «Mi sento sbagliato. Sbagliato per governare. Sbagliato per mio padre. Sbagliato persino per Finn»

La cuoca sospirò, accarezzandogli una guancia e asciugando una lacrima sfuggita al suo controllo.

«Tu non sei sbagliato, Shawn. Ti prego, non pensare mai più una cosa del genere. Sei generoso, leale e intelligente. Certo, tendi a lasciarti trascinare dai sentimenti, ma nessuno è perfetto, sai? Ti conosco da quando eri ancora in fasce, ti ho visto crescere e diventare ciò che sei ora. Sei bellissimo, in ogni tua caratteristica» disse Annie, mordendosi il labbro tremante. Shawn non era certamente suo figlio biologico, ma lo proteggeva come tale. Sapere che avesse una così bassa considerazione di sé le spezzava il cuore.

«Sei la mia salvezza, lo sai?» singhiozzò il principe, trovando rifugio tra le braccia della cuoca. Annie gli baciò dolcemente i capelli e gli scostò alcune ciocche bagnate dal sudore.

«Ti voglio bene, Annie»

«Anch'io» rispose. Gli prese poi il mento tra il pollice e l'indice e gli fece alzare lo sguardo. «Non permettere mai a nessuno, nemmeno a te stesso, di abbattere il tuo spirito. Mi raccomando, Shawn»

«Non so come ringraziarti» le sorrise, non appena la cuoca lo guardò di traverso.

«Potresti iniziare col toglierti dai piedi. Sono sempre indietro con il lavoro per colpa tua» rise, picchiettandogli la schiena per farlo uscire. Il principe ridacchiò, agitando la mano e sparendo lungo il corridoio. Sorrise tra sé, non riuscendo a trattenersi. Quella donna lo metteva di buon umore e non poteva farne proprio a meno.

Tra un pensiero e l'altro, non si rese nemmeno conto di essere arrivato alla soglia della sua camera. Nell'atto di sollevare gli occhi, essi saettarono sulla porta chiusa della guardia. Chiusa come ogni relazione che sembravano aver avuto fino a quel momento. Fece un passo verso destra, ma una forza invisibile lo bloccò ancor prima di completare l'azione. Sicuramente, la forza invisibile della codardia. Strinse i pugni lungo i fianchi e aprì la propria porta.

«Buona serata, Finn» sussurrò, affranto, nel corridoio vuoto.

The Prince's Affair [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora