NELLE PUNTATE PRECEDENTI
Shawn viene convocato dal padre che, con sua somma gioia, gli annuncia che deve accasarsi. Finn sta ultimando la sua guarigione, ma il principe lo mantiene all'oscuro dell'ordine paterno.«Mira qui» urlò Carl, indicandogli con un dito il bersaglio. Finn annuì e respirò con lentezza, quasi fermando il tempo e lo spazio attorno a sé. Il vento gli sferzava la pelle delicata, i capelli gli accarezzavano la fronte. Si sentiva libero, perso nel suo mondo.
Shawn era strano, incredibilmente strano. Anche più del solito. Questo suo modo affettuoso non lo convinceva affatto: stava nascondendo qualcosa, Finn ne era certo. Strinse i denti, irritato. Con uno scatto, liberò la freccia che si conficcò nel centro esatto. Almeno quella era ancora una sola delle sue specialità.
«Sei fenomenale, Finn» si complimentò Carl, facendolo arrossire. Tirare con l'arco gli mancava terribilmente, così, quando gli avevano annunciato che avrebbe potuto riprendere gli allenamenti, per poco non era caduto dal letto dalla gioia.
«Grazie, ma senza di te non ce la farei» confessò, timido, facendo aprire la bocca dell'uomo in un sorriso a trentadue denti.
«Non preoccuparti, figliolo» disse, prima di esitare. Non era certo di come avrebbe potuto reagire il piccolo, ma chiederlo non costava nulla.
«Tutto bene, Carl?»
«Certo, certo» fece una pausa, schiarendosi la voce. «Vorrei proporti qualcosa per farti migliorare ed eccellere. Sei ancora giovane e distinguersi tra i cavalieri è difficile»
«Dove vuoi arrivare?»
«Stavo pensando che potresti allenarti altrove. A Geordan, per esempio» suggerì, incerto. Sapeva che quella era una grossa opportunità e non capitava due volte, quindi lo avrebbe fatto ragionare.
«Geordan? Ma è dall'altra parte dello Stato!» esclamò Finn, affranto. Perché glielo stava proponendo? Insomma, erano centinaia di chilometri.
«Quando avevo la tua età, anch'io sono stato a Geordan. È una bella cittadina e lì mi sono allenato per qualche tempo»
«Perché me lo stai proponendo?»
«Credo che tu possa diventare più forte, ma non puoi farlo rimanendo a corte con me come insegnante»
«Tu vai benissimo» piagnucolò, posando l'arco. Si sedette a terra, accanto a Carl che sorrise.
«Lo apprezzo, ma questo non cambia le cose» affermò. «Non è un ordine, Finn, ma ti chiedo di pensarci»
Il piccolo annuì, pensieroso. Era una grandissima opportunità, ma avrebbe dovuto lasciare la corte, Carl e Shawn. Shawn. Come poteva lasciarlo se stare senza di lui per un solo giorno era estenuante? Non riusciva a fare a meno di quegli occhi scuri.
«Un'ultima cosa» si fermò Carl, prima di uscire. Il piccolo nemmeno si era reso conto che si fosse alzato. «Al ballo sei richiesto come guardia»
«Cosa?» sbottò, strabuzzando gli occhi. Partecipare al ballo non era consentito a persone di ceto basso come il suo.
«Shawn lo ha richiesto espressamente al padre» spiegò l'allenatore, sorridendo. «Per lui sei importante, Finn. Devi fartelo entrare in testa»
«Sono la sua guardia»
«Sei il suo migliore amico. Mia moglie dice che, quando sgattaiola in cucina, parla sempre di te con occhi brillanti, sai?» rise l'uomo. Finn arrossì leggermente, nascondendo il volto dietro alla mano destra. Quando la rimosse, Carl era sparito.
Sospirò, con fiato tremante, bisbigliando: «Sono la sua guardia. Non sono nulla di più»
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The Prince's Affair [Sospesa]
RomanceShawn è il principe del regno di Bawn ed è ancora un ragazzino quando viene affiancato dalla sua futura guardia personale, Finn. Finn e Shawn hanno la stessa età e John, il re della cittadina, spera che il primo possa essere un'influenza positiva p...