42. Faccia a faccia

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«Sire?»

Shawn alzò lo sguardo di colpo e lo fissò in quello del consigliere, che lo guardava perplesso e piuttosto irritato dalla mancanza di attenzione. Il ragazzo si limitò ad alzare le sopracciglia, cosa che fece sospirare l'altro.

«Stavamo discutendo delle riserve di viveri e dell'armeria in caso di battaglia, sire»

«Abbiamo già ampiamente discusso di ciò e Bawn non è mai stata in guerra negli ultimi settant'anni. A cosa dovrebbero servire tutte queste nuove armi?»

«Prevenzione, sire. Non si può mai sapere chi potrebbe fare un passo falso» spiegò, borbottando l'ultima frase. Il re si irrigidì; sapeva benissimo che i suoi consiglieri non condividessero affatto la sua gestione dello stato né tantomeno la decisione di tenere Lara a corte nonostante non fosse sposata. Ancora. Era consapevole che i due piccioncini sarebbero convolati a nozze in uno schiocco di dita se non fossero stati così indaffarati nell'ultimo periodo. 

«Piuttosto che discutere di questi argomenti assai irrilevanti al momento, perché non ho ancora ricevuto una risposta in merito alla questione della successione al trono?» sibilò, sbattendo una mano sul tavolo appena si sollevò un leggero brusio. 

«Con tutto il rispetto, sire-»

«Non me ne faccio niente del Vostro rispetto» ribattè, alzandosi e aggiustandosi nervosamente la giacca intarsiata. «Voglio una risposta e spero per voi che, quando me la darete, sarà positiva»

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«Finn» ansimò Shawn, gettando la testa all'indietro e regalando più pelle da leccare e baciare alla guardia sopra di lui. Il moro salì per la terza volta verso il suo viso lasciando anche dei morsi di tanto in tanto, per poi appropriarsi con dolcezza della bocca del re. Entrambi accarezzavano con reverenza l'altro come a voler imprimere un'immagine nella loro mente dettata solo dal tocco e dai loro sensi ovattati dall'affetto e dal desiderio.

«Potrei accusarti di alto tradimento per aver baciato il tuo sovrano» gemette, respirando pesantemente sulle labbra rosse dell'altro, che ghignò.

«Possiamo rimandare la sentenza a data da destinarsi? Ora vorrei riprendere a baciare Vostra Maestà»

«Dovrei chiedere udienza e avere la sua opinione»

Finn parve farsi pensieroso per un secondo, prima di mordergli la guancia e lasciarci poi un bacio consolatorio. Agile, fece risalire le labbra fino a sfiorare l'orecchio dell'altro che sussultò e rabbrividì allo stesso tempo, immerso nel calore dell'amante.

«La sentenza vale anche se Vostra Maestà sta stringendo i miei fianchi così tanto da far male?» sghignazzò prima di lanciare un urlo quando il suddetto sovrano invertì le posizioni e gli bloccò i polsi ai lati della testa. Abbassò lo sguardo verso i suoi occhi luminosi e ne osservò le sfumature di colore e il luccichio dovuto alle risa e alla spensieratezza del momento. Quanto sarebbe durata? Ormai gli era difficile sopportare il peso del tempo perso e far finta che non fosse successo niente. La guardia lo sentì irrigidirsi sopra di sé e si accigliò.

«Che succede?» mormorò Finn, allungandosi per baciarlo castamente. Shawn sospirò sedendosi a gambe incrociate sul letto e osservando il moro che, confuso, ne imitò la posizione. 

«Ti senti bene?» tentò ancora, preoccupato da quel silenzio. Sembrava che stesse andando tutto così bene prima. 

«Mi dispiace, d'accordo? Solo che non so se riesco ad andare avanti così» bisbigliò il biondo, giocando con il lembo di una coperta ed evitando lo sguardo dell'altro. Se l'avesse guardato, si sarebbe accorto di come il suo corpo fosse teso come una corda di violino.

«Di che cosa stai parlando?» chiese con voce tremante. 

«Di noi» ribatté indurendo lo sguardo. Sembrò la cosa sbagliata da dire perché Finn sembrava pronto a fuggire e, quella volta, senza fare ritorno. «Dobbiamo parlare o i dubbi mi tormenteranno in ogni singolo momento che passo con te» si affrettò ad aggiungere. 

«Quindi di cosa vuoi parlare?» chiese, vago. Già pregustava l'amaro sapore di una discussione accesa. 

«Magari della tua fuga improvvisata dopo che ho confessato di amarti»

«Non era improvvisata» sussurrò con gli occhi bassi. La debole scusa non fece altro che far infuriare Shawn che strinse i pugni. Nemmeno il silenzio che seguì aiutò a calmare la sua ira, ma fece solo scattare la scintilla. Era così difficile per lui spiegare cosa diamine gli fosse passato per la mente? E soprattutto, perché non parlarne con lui, il suo migliore amico e amante?

«Devi dirmi qualcosa, qualsiasi cosa. Ti prego, mi merito una spiegazione» supplicò. La guardia alzò lo sguardo già inumidito dalle lacrime trattenute. Shawn lo fissava con quegli occhioni scuri, implorandolo e chiedendo solo ciò che gli spettava di diritto. E anche se era doloroso, sarebbe mai stato capace di negargli qualcosa nella sua vita? Deglutì e fece un respiro profondo prima di rispondere.

«Lo so che ti ho ferito, d'accordo? E non passa giorno che io non me ne penta. Le prime settimane all'addestramento non ho parlato con nessuno, perché il rimorso mi stava divorando dall'interno e riuscivo solo a pensare a te, a come potessi sentirti, alle persone che avevo obbligato a mentire per coprire la mia codardia» fece una pausa quando la voce gli venne meno, prima di sospirare. «Volevo dirtelo quella sera» soffiò e si fece scappare un singhiozzo tra le lacrime che, crudeli e subdole, avevano iniziato a bagnare le sue guance. 

«Finn-»

«Voglio che tu sappia che non sono in cerca di pietà né sto cercando di fare la vittima» lo interruppe celere. «Sono consapevole dei miei errori, ma non sei l'unico ad aver sofferto, soprattutto per quell'attanagliante senso di colpa che non mi lasciava dormire senza trovarmi davanti i tuoi occhi che, accusatori, mi fissavano con disprezzo»

«Sai che non potrei mai davvero disprezzarti»

«Lo so, ma tengo troppo a te e quelle visioni mi stavano uccidendo ancor prima di andare in battaglia» concluse flebilmente e chiuse gli occhi. Il re si fermò un secondo e allungò la mano intrecciando le loro dita. Con uno strattone, si trovarono ancora faccia a faccia con i volti a un respiro di distanza. 

«Promettimi solo che non mi abbandonerai più»

Promettimi che custodirai il cuore che sto mettendo nelle tue mani.

«Lo prometto»

Lo proteggerò con la mia vita.





The Prince's Affair [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora