Finn osservò la maniglia della porta, appena essa si chiuse con violenza dietro a Richard e Lara. Scosse la testa, non riuscendo a ordinare le sue idee, prima di voltarsi verso Shawn, il quale a sua volta lo fissava in cerca di risposte. I suoi occhi scuri erano esitanti e vibravano di dubbi.
«Cosa-» iniziò, passandosi poi la mano sulla bocca e bloccando le parole che certamente spingevano per uscire. La guardia fece scorrere lo sguardo sul volto del re, sulle sue sopracciglia aggrottate e sulla pelle tirata all'altezza della bocca, a causa delle smorfie che stava facendo. I loro occhi si incontrarono per un istante, prima che li distogliessero come scottati.
«Cos'è successo?» chiese alla fine Finn, sicuro che comunque non avrebbe trovato risposta. Il biondo scosse la testa, perso. Diamine, perché Lara non si era fermata a parlare? Come si conoscevano loro due? Smise di torturarsi inconsapevolmente il labbro quando il moro si schiarì la gola attirando la sua attenzione.
«Se non avete più bisogno dei miei servigi, chiedo il permesso di congedarmi»
Shawn annuì distrattamente, addolcendo lo sguardo.
«Grazie, Finn» soffiò con un sorriso sulle labbra. Era appena accennato ma l'aria abbandonò improvvisamente i polmoni della guardia, che inciampò nel tentare di aprire la porta.
«Io- io vado. Sì, chiamate se avete bisogno di me. Cioè, se vi serve qualcosa» balbettò, cercando a tentoni la maniglia. Il re lo guardava divertito e con un filo di preoccupazione nello sguardo. Finn sospirò: possibile che fosse bastato un accenno di sorriso per scuoterlo da cima a fondo? Scosse la testa e si congedò, cercando di conservare un minimo di dignità.
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«Lara!» urlò Richard, inseguendola. Nonostante indossasse un vestito lungo e ingombrante, il terrore la stava facendo correre più veloce che mai. La guardia pensò persino di averne perso la sagoma di tanto in tanto. La contessa scivolò appena, insultando le sue scarpe dal materiale delicato e il marmo del pavimento che non le permetteva di fare attrito durante la fuga.
«Lara, fermati!» sibilò lui, chiudendo la mano sul suo polso e trascinandola nella prima stanza disponibile. Chiuse la porta alle loro spalle, dopo essersi assicurato che fossero da soli.
«Lasciami!» ordinò lei, divincolandosi dalla presa e allontanandosi, senza staccargli gli occhi di dosso. I suoi occhi azzurri erano spalancati e racchiudevano la paura che stava facendo tremare le sue interiora.
«Ti prego, lasciami spiegare» mormorò lui, sospirando. Non avrebbe mai pensato di rivederla, né di avere finalmente una possibilità di incrociare ancora quello sguardo cristallino. Questa volta avrebbe lottato. Questa volta sarebbe rimasto ad ogni costo.
«So che sei arrabbiata perché pensi che io ti abbia lasciata, ma-» provò prima che Lara alzasse una mano, interrompendolo furiosa. Non sarebbe più rimasta in silenzio. Ricordava molto bene le notti insonni passate al buio a piangere nella disperazione e nel dolore. Quei momenti erano finiti, ma il peso che doveva levarsi dal petto era fin troppo grande da sopportare in silenzio.
«Oh, vorresti forse spiegarmi perché non sei morto? Perché-»
«Un attimo, cosa?» intervenne lui. Morto? Questa era nuova.
«-respiri ancora? Perché ho dovuto stare da sola e piangere-»
«Lara, fermati» la supplicò. Non stava capendo nulla, il discorso era confuso e stava iniziando a capire che forse le loro versioni della storia erano differenti. E anche di parecchi dettagli.
«-la tua falsa morte, pregando di svegliarmi da quell'incu-»
«Lara!» urlò, fermandola e prendendola per le braccia. «Di cosa stai parlando? Non ho mai avuto problemi di salute che avessero potuto far pensare alla mia morte»
La contessa lo guardava, ansimante, con gli occhi sbarrati per la vicinanza e rabbrividì quando il fiato di lui colpì la sua bocca. Le parole aleggianti nella stanza impiegarono qualche secondo ad essere assorbite e comprese. «E allora, cosa-»
«Non lo so, d'accordo? Cosa pensi che mi sia successo? Cosa ti è stato detto?» mormorò, facendo scorrere le mani lungo le braccia della ragazza sfiorandone la pelle candida.
«Quella notte,» disse, deglutendo. «Hai lasciato la mia stanza e, la mattina seguente, mio padre mi ha comunicato che Richard, uno dei miei più fedeli servitori, era morto. Mi ha raccontato di come tu abbia smesso improvvisamente di respirare, di come abbiano cercato di rianimarti senza successo. A quanto pare, respiri ancora benissimo però» disse lei e rise amaramente. Esausta, fece cadere la testa in avanti, sulla spalla di Richard che le circondò le spalle con un braccio portandola verso di sé, al sicuro nel suo abbraccio.
«Beh, sono contento di respirare ancora» bisbigliò nel suo orecchio, facendole sbuffare una risata. Lara alzò la testa e fissò i suoi occhi in quelli di lui, che la guardavano con aperta adorazione e le carezzavano gli zigomi, le labbra e il profilo di tanto in tanto.
«Anch'io, Richard, anch'io»
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The Prince's Affair [Sospesa]
عاطفيةShawn è il principe del regno di Bawn ed è ancora un ragazzino quando viene affiancato dalla sua futura guardia personale, Finn. Finn e Shawn hanno la stessa età e John, il re della cittadina, spera che il primo possa essere un'influenza positiva p...