Shawn era seduto di traverso su una comoda poltrona con gli occhi chiusi quando un leggero tossire lo riportò alla realtà. Le palpebre, pesanti a causa del sonno in arretrato, si aprirono con fatica.
«Padre» mormorò, cercando di mettersi in piedi. L'uomo voltò leggermente la testa e gli sorrise, facendogli cenno di avvicinarsi con la mano.
«Come vi sentite, Sire?» chiese Carl, posto ai piedi del letto. Il principe nemmeno l'aveva notato, ma aveva senso che fosse lì, essendo uno degli uomini più fidati.
«Sono stato meglio» borbottò, gemendo per il dolore. Shawn strinse gli occhi: non voleva piangere. Aveva quindici anni, per l'amor del cielo!
«Sono contento che stiate bene» disse con voce tremante. Suo padre dovette accorgersene perché sorrise appena, allungando ancora la mano.
«Vieni qui» sussurrò, racchiudendo il figlio in un abbraccio. Nonostante fosse un re, non aveva mai dimenticato l'importanza che poteva avere una figura paterna. Gli accarezzò la schiena, prima di lasciarlo andare. Shawn si asciugò di nascosto una lacrima, prima che un pensiero gli attanagliasse lo stomaco. E Finn? Chissà come stava. Non aveva potuto seguirlo, poiché la ferita sembrava piuttosto grave. Con quel solo pensiero, le sue mani si strinsero violentemente in due pugni, tanto che i muscoli delle braccia gli fecero male.
«Shawn» bisbigliò Carl, avvicinandosi. Il re si era ormai addormentato nuovamente, distrutto dalla quantità di sangue persa.
«Vai» disse semplicemente l'allenatore, sorridendo. Shawn aggrottò le sopracciglia, confuso, cosa che fece sospirare Carl. Ragazzini.
«Vai da Finn. Ha bisogno di te ora» spiegò, facendolo passare. Il principe accennò un sorriso, prima di sparire e dirigersi verso la stanza del piccolo. Quando vi entrò, il moro era disteso supino e dormiva. Il petto si abbassava e alzava con regolarità e le labbra erano appena aperte per respirare. Sembrava un angelo sceso in terra.
Con passo felpato si avvicinò al letto e si sedette sul bordo, osservandolo. Allungò una mano fino a raggiungere una guancia del piccolo che sfiorò leggermente.
«Sei stato uno stupido» mormorò, mordendosi un labbro. Erano ormai due giorni che il senso di colpa gli attanagliava lo stomaco. Era colpa sua se Finn era in quelle condizioni, se i suoi occhi blu erano chiusi, se aveva quella ferita profonda. Accidenti ai nemici!
Tremante, mise la mano tra i suoi capelli corvini accarezzandoli con calma. Impegnato nel movimento, non si accorse che l'altro lo guardava con gli occhi leggermente sgranati.
«Buongiorno» lo salutò il piccolo, sorridendo. Shawn sobbalzò, portando l'attenzione verso il suo viso.
«Ciao» rispose. «Come ti senti? Ti fa male?»
«Abbastanza» disse, trattenendo una smorfia di dolore quando si sollevò con la schiena. Il principe lo spinse giù delicatamente, preoccupato.
«Non sei invincibile, Finn. Riposati» consigliò. Quando si accorse di avere ancora la mano tra i suoi capelli, si ritrasse di scatto, mormorando delle scuse.
«Non importa, mi rilassava» soffiò il moro, a disagio. Non sapeva come dirglielo, né come avrebbe potuto reagire Shawn, finché la sua bocca smise di avere un collegamento con il cervello.
«Resti qui ancora un po'?» chiese tutto d'un fiato, tanto che il principe fece fatica a elaborare la domanda. Quando capì, sorrise, sdraiandosi al suo fianco.
«Tutto il tempo che vuoi» sussurrò, prima che il silenzio cadesse fra di loro.
«Come sta tuo padre?»
«Si riprenderà. Tu eri messo molto peggio» spiegò il biondino, spostandogli una ciocca di capelli. Per vederlo meglio in volto, si accomodò in posizione prona.
«Senti, mi dispiace per come ti ho trattato. Non ne avevo il diritto» affermò Finn, deciso. Shawn scosse la testa.
«Non so cosa ti sia preso, ma ormai è il passato. Non preoccuparti» fece una pausa. «Inoltre, mi hai salvato la vita. Credo che tu abbia già fatto ammenda» scherzò, facendolo ridere e successivamente lamentare dal dolore.
«Scusa» ghignò il principe, arrivando con il viso a pochi centimetri da quello dell'altro. Finn trattenne il fiato: che stava facendo? L'avrebbe baciato? In quel momento? Ferito a letto? Davvero?
Troppe domande affioravano nella sua mente, troppo poche le risposte che arrivavano. Si immobilizzò del tutto quando Shawn fece entrare in contatto le loro fronti e prese a sfregare insieme i loro nasi. Finn notò il suo impercettibile tremolio e i suoi occhi chiusi, così si accigliò.
«Shawn, cos'hai?»
Il biondino sembrò tornare alla realtà, ma mantenne quel dolce sfioramento. Da vicino, i loro sguardi sembravano fondersi in un unico e caldo abbraccio.
«Niente, sono solo contento che tu stia bene»
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The Prince's Affair [Sospesa]
RomanceShawn è il principe del regno di Bawn ed è ancora un ragazzino quando viene affiancato dalla sua futura guardia personale, Finn. Finn e Shawn hanno la stessa età e John, il re della cittadina, spera che il primo possa essere un'influenza positiva p...