8. Principe porta-guai

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Erano passate settimane da quando Finn era giunto a palazzo. Ogni giorno era una lotta continua, un continuo affermarsi all'interno di quel mondo che in cuor suo non gli apparteneva affatto. Shawn cercava di farlo sentire a suo agio in ogni modo a lui possibile. Anche se avevano entrambi compiuti i quindici anni, la vita di corte sembrava una giungla, pronta a sbranare i due cuccioli.

«Finn!» gridò il principe dall'altro lato del corridoio, raggiungendolo. Il piccoletto si voltò, asciugandosi in fretta una lacrima solitaria.

«Dove diamine eri finito? Ti ho cercato ovunque!» esclamò il principe, afferrandogli il polso e guardandolo in faccia. Subito dopo, si bloccò.

«Stai piangendo» sussurrò. Finn scosse la testa, ma si rese conto che non fosse nemmeno una domanda: ormai vivevano in simbiosi. Era difficile nascondere anche la minima cosa, il minimo pensiero strano veniva captato dall'altro, che finiva sempre per lasciarsi coinvolgere.

«Cos'è successo, piccoletto?» domandò, abbracciandolo. Il moro scosse la testa più volte, segno che non avrebbe senz'altro parlato. Con un sospiro, Shawn si staccò fissandolo. Sapeva bene come fosse il carattere del più piccolo e supplicarlo non avrebbe mai funzionato. Improvvisamente, si aprì in un sorriso.

«So io come tirarti su di morale» mormorò con un irritante e pericoloso ghigno in faccia. Finn arrestò la sua camminata, che aveva iniziato senza neanche accorgersi.

«Conosco quel sorriso. Finiremo nei guai, vero?» deglutì, preoccupato. Shawn gli accarezzò distrattamente la pelle nelle parte interna del polso, poi riprese a marciare trascinandoselo dietro.

«Dipende da quanto sarai veloce»

Il biondo arrivò alla fine del corridoio dove si fermò e controllò che non vi fosse nessuno. Guardò gli occhioni spaventati dell'altro, quasi sentendosi in colpa. Quasi.

«Finn, rilassati. Quando mai ti ho messo in pericolo?» lo rassicurò. Il moro mise per un momento da parte la paura per regalargli la migliore espressione scettica che avesse nel repertorio. Shawn sospirò, trattenendo una risata: «Non rispondere, ho capito»  

Quando furono sicuri che non vi fosse nessuno, scattarono verso un passaggio sul retro, il quale era solo una misera botola. Non appena il principe la aprì, Finn fece un passo indietro.

«Io non entro lì dentro, Shawn» sbottò, mentre le pupille si allargavano oscurando l'iride. Il principe fece per fargli una battuta sarcastica, ma fece l'errore di alzare lo sguardo. Gli occhi lucidi no. Quei dannatissimi occhi blu. Blu come il mare più profondo, come il cielo notturno più terso. Spalancò leggermente la bocca senza che ne uscisse nulla. Non un suono. Non una sillaba. Possibile che quei due lapislazzuli lo fregassero così? Concentrati, Shawn!

«Non fare il bambino, Finn. Sono sceso migliaia di volte in questa botola. Porta alle cucine, ovvero al nostro obiettivo» borbottò, tornando a concentrarsi sulle sue mani e sollevando la copertura di legno.

«Non faccio il bambino, ma il mio dovere»

«Senti, fai ciò che vuoi. Io scendo» sibilò Shawn, nascondendo un sorriso. Conosceva troppo bene quel piccoletto: lo avrebbe seguito anche in una fossa di serpenti pur di stargli accanto. Infatti, una volta sceso, attese due secondi prima di vedere una chioma mora attaccata a un paio di spalle ricurve.

«Me ne pentirò» ringhiò Finn, guardandolo bieco. Shawn rise attirandolo a sé e passandogli un braccio sulle spalle.

«Sai che ti voglio bene?» sussurrò al suo orecchio. Finn prese a tremare impercettibilmente, nemmeno gli avesse confessato il suo amore più profondo. Tossicchiò, prima di allontanarlo.

«Sì, sì, va bene»   

Dopo aver percorso le aree più segrete e buie del castello, sgattaiolarono verso le cucine. Già potevano sentire il fragrante profumo dei dolci appena sfornati. Quella era la volta buona.

«Aspettami qui» sussurrò Shawn, lasciandolo solo. Il morettino si irrigidì. Perché lo aveva lasciato lì? Dannazione.

Attese svariati minuti. Si sedette a terra, poi si rialzò e prese a camminare, poi si risiedette. Così per cinque volte. Tuttavia, si tranquillizzò quando gli apparve il biondino mentre gli correva incontro. Sorrise, finché non vide la sua faccia.

«Shawn, cosa...» fece per chiedere, osservando l'espressione stravolta.

«Corri!» gridò l'altro facendo dietrofront. Il ragazzetto dagli occhi blu non se lo fece ripetere: mise il piede sinistro davanti a quello destro, prima di essere trattenuto bruscamente per un braccio.  

«Tu cosa fai qui?»

Beccato.  

The Prince's Affair [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora