20. Corpo a corpo

351 52 10
                                    

«Shawn, rallenta!» urlò Carl, prendendolo per un braccio e tirandolo a sé. Il cipiglio severo sul volto dell'uomo lo aveva spaventato per un secondo, prima di farlo aprire in un sorriso furbo.

«Vuoi che si alleni, no? Allora, lasciami lavorare»

«Voglio che si alleni, non che tu lo uccida» ringhiò l'allenatore.

«Sta bene» sbottò il principe, liberandosi dalla presa di Carl che sbuffò e tese la mano verso il più piccolo, che se ne stava ancora a terra. Gli occhi limpidi erano socchiusi, mentre cercava di riprendere fiato.

«Come ti senti, figliolo?» chiese, cauto. Un livido leggero era già comparso sulla sua pelle diafana all’altezza dello zigomo.

«Tutto bene, Carl» sussurrò, accettando di buon grado la mano tesa verso di lui e tirandosi in piedi, osservando sottecchi Shawn esclamare: «Te l’avevo detto. Sta bene»

L’allenatore lo guardò di traverso, zittendolo, e tornò a rivolgere il suo sguardo verso il moro.

«Se vuoi fermarti, basta che tu me lo dica, d’accordo?» lo rassicurò, scompigliandogli i capelli. In risposta, ottenne solo un’alzata di spalle.

«Sono una guardia, Carl. Farmi male fa parte del mio mestiere» rise, leggermente dolorante. «Continuiamo questo allenamento»

«D’accordo. Riprendiamo con la lotta corpo a corpo. Sei debole in quella categoria, Finn»

«Con molto piacere» mormorò il principe, a metà tra il preoccupato e il malizioso. Non avrebbe impiegato più di mezzo secondo ad atterrare il più piccolo, anche se sperava di non fargli troppo male, come nello scontro precedente. Perso nei suoi pensieri, non si accorse nemmeno che Finn avesse tentato uno scatto verso di lui, parando il colpo all’ultimo secondo.

«Cerca i punti deboli» suggerì Carl, guardandoli con attenzione. Avrebbe solo voluto scattare prima che il biondino ferisse ulteriormente la guardia con la sua irruenza.

Shawn si bloccò, prima di prendere la rincorsa. Il moro riuscì a schivarlo, ma venne presto preso da dietro e buttato a terra. Tossì leggermente per la polvere e il terriccio che entrarono nelle sue vie aeree. Quando riaprì gli occhi, Shawn era sopra di lui, a pochi centimetri, e gli bloccava i polsi.

«Concentrati» sbottò l’allenatore, già stanco di vedere quel quadretto molto poco sportivo. «Focalizzati sui punti deboli»

Punti deboli, punti deboli… pensa in fretta, Finn.

Non appena il suo sguardo si fissò in quello scuro dell’altro, il suo respiro si mozzò. Non poteva stare più lontano? Ma no, evidentemente era divertente metterlo in soggezione, soggiogarlo con quel suo essere così misterioso e irraggiungibile.

«Cosa farai ora, Finn?» lo derise il biondo, ghignando leggermente. Spostò per un breve istante gli occhi sulle sue labbra, ma quel secondo bastò all’altro per procedere.

«Non lo so. Qualche idea?» sussurrò lascivo e con una strana luce negli occhi celesti. Shawn venne preso alla sprovvista, così come Carl, anche se l’uomo capì fin da subito il suo gioco rimanendo in silenzio. Come se fosse stato ipnotizzato, il principe avvicinò ancora il volto a quello dell’altro, che socchiuse gli occhi. Il tempo si fermò e il biondino abbassò le palpebre, aspettandosi un delicato sfioramento, uno sfarfallio. In cambio, ricevette solo una testata che lo fece barcollare, dando il tempo a Finn di atterrarlo e bloccarlo al suolo.

Aprì la bocca per parlare ma non ne uscì nulla. Non era offeso, solo sconvolto: quanto ascendente poteva avere su di lui quel ragazzino?

La risata di Carl arrivò cristallina alle sue orecchie facendolo voltare.

«Ottimo lavoro, Finn. Hai sorpreso persino me» sorrise, facendo loro cenno di alzarsi. «L’allenamento è terminato. Andate a lavarvi: puzzate»

Shawn sghignazzò, prima di seguire la guardia nel corridoio. Si guardò intorno, assicurandosi che non vi fosse nessuno e gli afferrò il polso, facendogli adagiare la schiena contro la parete marmorea. A contatto con la superficie fredda, Finn rabbrividì.

«Cosa vuoi, Shawn? La sconfitta brucia?» sibilò, fingendosi spavaldo. Il principe non credette a quella sicurezza neanche per mezzo secondo, anzi, lo spinse ad avvicinarsi ancor di più. Guardandolo negli occhi per vedere eventuali ripensamenti, poggiò le labbra su quelle dell’altro, che gli lasciò una carezza sul petto coperto dalla stoffa leggera della casacca. Il principe morse con delicatezza il labbro inferiore del moro che sobbalzò, sorpreso. Aveva intenzione di farlo impazzire, per caso?

Staccatosi dalla bocca di Finn, Shawn accarezzò il lato del collo del piccolo con la punta del naso, bisbigliando: «Questo me lo dovevi»

The Prince's Affair [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora