6. Controllo

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«Shawn» mormorò Finn, osservandolo dalla soglia della porta. Lo aveva trovato sul pavimento, quella mattina: doveva aver dormito lì tutta la notte in attesa del suo perdono. Un po' si sentiva in colpa.

Il principe aprì gli occhi lentamente, ancora assonnato. Quando mise a fuoco la faccia dell'altro, scattò in piedi.

«Finn» deglutì. Perché all'improvviso non sapeva cosa dire? «Ciao» sussurrò.

Il moro sorrise e inclinò la testa, cercando di non ridere davanti a quel comportamento timido e adorabile. Gli fece cenno di entrare, poi chiuse la porta.

«Ciao» rispose con dolcezza. Shawn abbassò la testa, osservandosi i calzari, improvvisamente interessanti.

«Perché eri...»

«Perdonami, ti prego!» soffiò il biondo, inchiodando l'amico con i suoi occhi scuri, resi lucidi dalle lacrime. Il respiro di Finn rimase incastrato in gola e annuì semplicemente. In un attimo, si trovò prigioniero tra le braccia dell'altro. Sorpreso, impiegò qualche secondo a ricambiare l'abbraccio dato con tale veemenza.

«Stai tranquillo, Shawn. Va tutto bene» bisbigliò accarezzandogli la schiena contratta. L'altro lo scostò bruscamente e gli prese il braccio. Sollevando la manica, tornò a guardarlo con durezza.

«Ti sembra che vada bene?» ringhiò per nascondere le lacrime che già stavano per arrivare. Non poteva credere di aver fatto una cosa del genere alla persona più dolce del mondo. Finn sorrise e gli posò l'altra mano sulla guancia.

«Guardami» disse, aumentando la pressione tra le loro pelli. Il principe scosse la testa, ma alzò timidamente lo sguardo.

«Non sei colpevole. Non pienamente, almeno»

«Davvero?» ribattè, sarcastico. «Mi sembra che sia stato io a stringerti il braccio!»

«Perché io ti ho provocato! É stata colpa mia» alzò la voce il più piccolo. I suoi occhi blu brillavano di sentimento e convinzione. Inutile dire che il biondo si incantò a osservarli in tutte le loro sfumature. A causa di quel tumulto interiore, la parte dell'iride più vicina alla pupilla era davvero blu notte e splendeva come illuminata dalle costellazioni.

«Shawn, ci sei?» mormorò Finn, muovendo le dita sulla sua pelle. La sua guancia era liscia, priva di barba a causa della giovane età. Percependo il contatto, Shawn chiuse gli occhi e annuì.

«Siamo a posto, quindi?» ritentò il moro, estasiato da quella bellezza che giaceva inerme sotto il suo tocco. Il principe annuì di nuovo, strofinandosi contro il palmo della mano.

«Non chiamarmi più così, Finn. Ti scongiuro» raccomandò, inchiodandolo con lo sguardo. L'altro annuì e guardò il biondo staccarsi, mentre cercava di darsi un contegno. Quando si voltò per uscire, Finn parlò ancora.

«Sappi che, quando vorrai parlarne, io ci sarò» lo rassicurò.

«Sei qui anche per questo» ribattè Shawn, con ironia. Finn scosse la testa, ma mantenne il sorriso.

«Se lo avessi detto solo per il compito assegnatomi da tuo padre, non sarei qui a parlarne con te. Probabilmente, sarei già corso a fargli vedere il livido» spiegò, avvicinandosi. «Voglio essere veramente tuo amico»

Detto ciò, si sporse con lentezza e baciò la guancia di Shawn, che si irrigidì, preso alla sprovvista. Staccati subito, Finn. É pericoloso.

Tuttavia, quando il piccoletto si staccò, il principe aveva la bocca socchiusa e lo guardava sorpreso. Aggrottando le sopracciglia, Finn chiese spiegazioni.

«Non mi avevano mai baciato» si affrettò a dire. Solo quando un sorrisetto impertinente si aprì sulle labbra di Shawn capì di aver sbagliato i conti.

«Tecnicamente, non era un bacio» borbottò Shawn, arrossendo. Finn stava godendo di ogni singolo istante. Per una volta, aveva lui il controllo della situazione.

«Beh, le tue labbra erano sulle mie. Direi che le basi ci sono» ghignò, non potendo impedire alle sue guance di tingersi di rosso. Tuttavia, quella scarica di adrenalina che aveva sentito nel dirigere la conversazione gli diede la forza necessaria per continuare. All'improvviso, Shawn sembrò riprendersi e le sue labbra si aprirono in un ghigno a loro volta. Con passo studiato, si avvicinò a Finn, sovrastandolo.

«Potresti aiutarmi con le basi? Sai, non me le ricordo molto» mormorò a pochi centimetri. Il moro rabbrividì e spalancò gli occhi. Proprio quando stava per far congiungere le loro labbra, deviò il percorso per baciargli la fronte.

«Ci vediamo dopo, Finn» disse ancora appoggiato alla sua pelle. Il piccolo alzò le braccia come per attaccarsi alle spalle dall'altro, ma desistette quando l'altro si staccò, regalandogli un tenero sorriso.

«Ciao, Shawn» bisbigliò, osservando la porta chiudersi alle spalle del principe. Sospirò: il suo controllo non era durato poi così tanto.

The Prince's Affair [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora