Capitolo 6

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Witter City, ogni volta che le capitava di farle visita, le sembrava più gande di quanto si ricordasse. Questa volta non mancò di stupirla: la lieve piogerellina che cadeva aveva reso il cielo buio, le luci dei negozi la coloravano di giallo e rosso, facendola somigliare a delle lucciole. Le strade di Witter City differivano da quelle di Ox per molte cose: in primo avevano un aria 'gialla', per lo meno ad Annabel avevano sempre fatto questo effetto, forse grazie ai tantissimi fiorai che esponevano le loro composizioni fin fuori dalle vetrine. Nemmeno la pioggia li aveva fermati: con le dovute protezioni, i fiori erano ancora esposti. Ed i moltissimi caffè che con le loro vetrine colorate illuminavano tutta la strada principale. Ma Witter City non differiva solo per il colore ed i fiori, poteva essere meglio di Ox per molti aspetti, ma com'è vero che tutto è una medaglia a due facce, perfino Witter City, nella sua grandezza, nascondeva i suoi peccatucci. Agli angoli dei fast food si nascondevano senzatetto affamati ed infreddoliti, le sue strade tanto belle pullulavano di ladri che andavano alla ricerca di denaro non proprio, e come un'amante che ti punta un coltello affilato alla gola dopo essersi dilettata, Witter City, prima ti lasciava crogiolare nel piacere e poi, per buona misura, nella disperazione.

Cortes le stava ancora accanto, non le aveva detto assolutamente nulla di tutto quello che aveva promesso, e questo cominciava a darle ai nervi: sospettava che l'avesse seguita solo per spiarla nel suo 'territorio'.

-Dov'è che rubi di solito?- sussurrò mellifluo accanto a lei mentre s'incamminavano su per la strada maestra.

-So essere molto vendicativa: tu fa saltare in aria quello che ho in mente e ti faccio pentire di essere qui in questo momento. Seguimi.- Cortes non aggiuse altro, la serietà nella voce di Annabel aveva sortito i suoi effetti, e la seguì fino al terzo incrocio. Svoltato quello, Annabel gli fece cenno di avvicinarsi a lei di più: -Ci sono delle persone che conosco, gestiscono una serra. Sei tenuto a non dire nulla, parlerò io. Tu stammi alle costole se vuoi, oppure puoi farti gli affari tuoi fino a quando non ho finito.-

-Scusami molto, ma come fai a rubare in una serra?- le chiese corrucciandosi e passandosi la mano sulla leggera peluria della barba.

-Se sei così interessato allora guarda ed impara.- disse lei mentre assieme proseguivano su per una salita alla fine delle quale torreggiava imponente una lunga costruzione di vetro dalle cui finestre fuoriuscivano rami spogli e rami stracolmi di foglie verdi di ogni tipo. -Non mi hai ancora detto nulla.- disse a Cortes mentre l'insegna "The Green House" dava loro il benvenuto.

-Credo che aspetterò di vederti all'opera a questo punto.- sorrise lui curioso di scoprire di più su di lei. -Mi piace questo posto.- sussurrò fermandosi mentre Annabel continuava a camminare.

Era uno spazio ampio, diviso probabilmente in più sezioni. Il giardino esterno, da solo, era suddiviso in più di quattro parti: alberi da frutto, cespugli, e le ultime due parti erano state adibite ad una specie di Eden umanizzato con fiori di ogni tipo. Mentre percorreva questi corridoi di fiori per arrivare ad Annabel, Dorian non poteva fare a meno di buttare gli occhi sui nomi delle piante che trovava ai suoi piedi.. Oleandro, Eremophila, Nandina, Glicine, Magnolia, Stellata Pieris. Non conosceva nemmeno la metà di quei nomi, e quelli che conosceva non sapeva che piante rappresentassero nella realtà. Rimase sorpreso da se stesso nello scoprire una certa calma in quel posto. Raggiunse Annabel.

-Oh, è lui?- disse la signora con cui parlava Annabel.

-Si, è lui. Non disturberà te lo prometto. E poi ce ne andiamo in fretta, devo solo guardare alcune piante che vorrei aggiungere alla serra della Casa.- disse Annabel. Fece cenno a Cortes di seguirla, si incamminarono quindi all'interno del primo padiglione: era adibito alla cassa e a candele profumate di ogni tipo, ogni forma ed ogni profumo. -Alcune sono lavorate artigianalmente.- l'informò Annabel vedendo che Dorian era interessato. -Costano un occhio della testa.-

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