Annabel aveva provato freddo non appena aveva messo piede fuori dal capanno di Malbeth il Saggio. Aveva sentito il sangue caldo delle guance ghiacciare nelle vene, le dita non del tutto sciolte si erano contratte nuovamente, eppure nulla di tutto questo aveva catturato la sua attenzione. Si aspettava di vedere i suoi amici, di sicuro sarebbero stati curiosi di sapere ciò che il Vecchio le aveva detto e dato, eppure nessuno, al di fuori della candida neve e del freddo ghiaccio, l'attendeva. Qualcosa non andava, c'era troppo silenzio, perfino per una paesino come quello; un brivido, più crudele degli altri, la percorse.
Si allontanò di un passo dalla porta del Saggio e l'osservo vedendola per la prima volta. Entrare lì dentro era parso come entrare in un modo parallelo e l'uscirne la faceva sentire come esattamente come se si fosse risvegliata da un lungo e profondo sonno. Continuò a camminare facendo scricchiolare la neve sotto di lei come amido. La pistola non era al solito posto, ovvero nello stivale, l'aveva tolta perché attraversare la distanza da Olovo a Pocradez con quella letteralmente fra i piedi l'avrebbe rallentata. Se ne pentì all'istante. Era nuda, non aveva altro con cui proteggersi e un combattimento corpo a corpo sarebbe stato svantaggioso con tutti i muscoli contratti dal freddo. Già pensava ad uno scontro, e nemmeno sapeva chi o cosa avrebbe dovuto combattere.
Andò alla ricerca di qualcosa di affilato che potesse brandire per non essere del tutto disarmata, un bastone umido non era precisamente quello che aveva in mente, in effetti, ma era tutto ciò che potesse ricavare da quell'ambiente freddo ed arido. Non fece in tempo a togliere due rametti più piccoli da quello più grande che la porta del capanno si aprì di nuovo. Il tempo era così grigio che permise al rosso del focolare di colorare la bianca neve: solo per un istante. Si volse avvicinandosi a grandi passi e quando Dorian si voltò verso di lei, una delle estremità del bastone era ad un centimetro dal suo volto.
Una nuvola di condensa si formò dalle sue pallide labbra, la soprese l'effetto che il suo volto le fece. Il freddo venne inghiottito da una caverna di calore che nasceva nel suo petto. Aveva voglia di colpirlo e lo fece, con quanta forza aveva in corpo, appena dietro il ginocchio, facendolo cadere di fronte a lei. Scaraventò lontano il bastone, nel frattempo Dorian si sollevava in piedi, il volto impassibile. Respiravano entrambi così velocemente e così forte che i loro respiri avrebbero potuto creare una nebbia fitta abbastanza da renderli ciechi.
Non pensava ai movimenti del proprio corpo, eppure in un modo o nel altro si ritrovò a calciare forte diritto nelle costole di Cortes, cosa che fece barcollare quest'ultimo talmente tanto da farlo arretrare fino alla porta del capanno. Si avvicinò con l'intenzione di prenderlo a pugni, eppure qualcosa lo fermò, forse il suo sguardo duro e fermo, ma non fu sufficiente a risparmiargli uno schiaffo capace di fargli voltare il viso da parte, i capelli cresciuti gli coprirono la guancia, che già cominciava ad arrossarsi. Con una mano si teneva le costole, con l'altra si reggeva al capanno. Annabel afferrò le sue spalle, lo abbassò e lo colpì col ginocchio allo stomaco, una, due, tre volte prima di lasciarlo sulla neve; prima che i sensi di colpa potessero assalirla chiuse la mano intirizzita a pugno per colpirlo sulla mascella. Si allontanò di un passo, per niente sicura di cosa avrebbe continuato a fare se qualcuno non l'avesse fermata.
Si sentiva osservata, e quando alzò lo sguardo aspettandosi Malbeth, trovò solo un uscio chiuso. Guardandosi alle spalle invece vide, disposti a ventaglio, Axel Sutter, Maitland Tahir, Evidian Camber ed Herman Ruiz. Il primo teneva stretta a se Nadine, il secondo premeva il braccio contro il collo di Alesander, pareva rendergli difficile respirare, il terzo puntava una pistola alla testa di Charlie ed il quarto poggiava appena una mano sulla spalla di un ragazzo adolescente dai capelli castano chiaro, gli occhi azzurro pallido, talmente esangue e magro da parere malato. Se avesse avuto una barba sarebbe potuto passare per un Dorian denutrito.
STAI LEGGENDO
Adamas
FantasyI nostri Dei sono protettori e magnanimi. Stringono una penna d'oca in mano e quando tu commenti uno sbaglio aspettano ed aspettano in attesa che te ne penta. Se questo non accade, col cuore infranto, annotano il tuo peccato. Non chiudono mai il lib...