Capitolo 14

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-Per favore, sii chiara con me. Capisco che tu ti possa sentire stressata e messa da parte da tutti quelli che hai sempre avuto dalla tua, ma questo non significa che tu debba fare lo stesso con me. Annabel, se continui a scappare o se continui a porre la tua fiducia su altri piuttosto che su di me allora non credo che la nostra amicizia ti frutterà molto.- le disse Charlie non appena la vide rientrare al pub. Erano le prime ore del mattino, il cielo notturno e freddo era una coperta pesante su di loro.

-Devo parlarti.- l'interruppe togliendosi in fretta il cappotto e lasciandolo andare su uno dei tavoli vuoti. -E stavolta niente segreti, ne da parte tua ne da parte mia. Ho parlato con Nadine e so, Charlie, che di lei posso fidarmi.-

-Cosa te lo ha fatto credere?- chiese lui sbuffando.

-Ho avuto il suo permesso di spiegartelo solo se tu comincerai ad essere davvero sincero con me.- rispose in tono grave. -Charlie, guardami in viso e dimmi senza battere ciglio che non mi tieni nascosto nulla.- lei sedeva sullo sgabello che di solito era di Ernest e Charlie dall'altro lato del bancone puliva bicchieri e piattini. Si fermò tuttavia e sospirò prima di alzare lo sguardo su di lei. Ma Annabel intuì, rabbrividendo, che non era per giurarle di non tenerle nascosto nulla.

-E se quello che Nadine ti ha detto fosse una sua invenzione? Ci hai pensato Annabel? E se Benedict e Cortes le avessero chiesto di dirti quello che ti ha detto?- assottigliò gli occhi. -E non dirmi che ci conosciamo da troppo poco, e che non ti puoi fidare nemmeno di me. Perché a questo punto non ti puoi fidare di nessuno.- appoggiò un bicchiere con così tanta forza che Annabel credette di vederlo andare in frantumi.

-Io mi fido di lei. Non provare nemmeno a rigirare la cosa. E visto che hai appena tentato di farlo posso dedurre che non sei stato completamente sincero con me. Non è così?- Charlie McLain si fermò una seconda volta, e sospirò ancora.

-A questo punto credo che continuare a mentirti oltre renderebbe solo le cose più complesse. Charlie Montroy, questo è il mio vero nome. Sono giunto ad Ox solo pochi giorni prima di Dorian Cortes, e sono qui per due ragioni: per te e perché sapevo che Cortes sarebbe venuto a cercarti. Vedi, Annabel.. io spero che una volta sentita tutta la storia tu non voglia venir meno alla mia amicizia, perché è sincera e perché voglio solo proteggerti.-

-Va avanti, Charlie.- comandò a denti stretti. -perché Cortes è interessato alla mia esistenza e perché tu dovresti proteggermi?-

-Se io provassi a raccontarti che cosa è Dorian Cortes, tu non mi crederesti. Se provassi a raccontarti cosa sono io per te, mi daresti del pazzo e se anche solo tentassi di far luce su che cosa tu sei in realtà.. forse allora ti perderei per sempre. Ma se davvero hai avuto fiducia in me, anche solo per poco, in queste settimane assieme, allora ti chiedo di non aver paura e di seguirmi. Io ti dimostrerò quello che siamo tutti noi, quello da cui questo mondo dipende, solo così ti potrò proteggere.-

-Da cosa?- chiese lei senza alzare la voce ma con una certa disperazione.

-Questa è una di quelle cose che dovrai scoprire in viaggio. Nadine aveva ragione a dire che non posso offrirti un posto dove stare qui ad Ox, ma c'è un posto che ti appartiene e nel quale potrai essere al sicuro.-

-Come fai a dirlo?-

-Perché io mi sono sentito protetto da quel luogo molte volte.-

Annabel si alzò di scatto dallo sgabello ed andò in fretta verso il tavolo sul quale aveva buttato il cappotto, lo prese e mentre se lo infilava si dirigeva verso l'uscita.

-Non andare!- gridò lui seguendola.

-Tu non sai nulla di me e non sei niente di più di quei balordi dei Burke e di Cortes!-

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