Capitolo 32

1.3K 110 43
                                    

Nel momento in cui si tolse le cuffie di protezione, le eliche dell'elicottero risuonarono così impetuose da fargli credere che dopo quella spavalderia sarebbe diventato sordo. Accanto a lui c'erano Evidian ed Axel, in più si erano aggregati Herman e Maitland, e, ovviamente, la guida dell'elicottero: Kenneth. Erano sopra all'edificio: non era cosa per i deboli di cuore. Dorian spostò la mano fino a toccare il paracadute che gli pesava sulle spalle, lo faceva sentire più sicuro. Lanciò un'ultima occhiata agli altri  facendo loro un cenno.
Se ci fosse stata Annabel sarebbe saltata con loro? Certo che si, gli piaceva rispondere.

Tutti sapevano del piano, e Dorian era sicuro che si sarebbero attenuti scrupolosamente a quello. Sedici minuti prima era scoccata la mezzanotte, cosa che garantiva loro che nessuno fosse all'intero dell'edificio al di fuori delle guardie. Sarebbe stato più pratico entrare dal basso? Forse, ma il pian terreno era sorvegliato da almeno dieci guardie. Gli altri trenta avevano cinque guardie ciascuno, il trentunesimo ne presentava venticinque. Quasi una ad ogni svolta di corridoio, avevano calcolato. Maitland, non appena avessero messo piede sul tetto, ammesso e non concesso che ci riuscissero, avrebbe cominciato a perforare nel sistema della torre di modo da serrare le porte blindate da un piano all'altro, di modo che il centinaio di guardie di altri livelli non accorresse a fermarli. Il loro intervento doveva essere tempestivo.

Kenneth, il pilota, diede loro il consenso di scendere, perciò Evidian e Dorian srotolarono la lunga scala a pioli per ventidue metri d'altezza: ne mancavano altri cinque per raggiungere il terrazzo. C'era una pista d'atterraggio sul tetto della torre, questo si, ma era sorvegliata, come ci si aspettava che fosse. Ogni volta che un elicottero atterrava o si avvicinava di almeno dieci metri, un quartier generale posizionato chissà dove veniva a saperlo. Perciò la cautela non era mai troppa. Kenneth ed il suo elicottero sarebbero tornati entro trenta minuti: il suo compito era solo quello di prelevare il diamante, nel caso sul tetto non ci fossero stati tutti, allo scadere del tempo, il Reggente sarebbe partito comunque.

-E' tutta tua questa scalata.- rise Axel alle sue spalle. L'umorismo in un momento come quello era non solo fuori posto ma perfino macabro. L'unica luce che li accompagnasse era la pallida lampadina rossa sull'antenna di comunicazione più alta del palazzo. Loro avevano degli occhiali infrarossi, poiché anche le luci dell'elicottero erano spente.

Dorian sapeva di dover andare per primo e non esitò troppo a cominciare la sua scalata verso l'inferno. Se l'avesse fatto gli altri avrebbero esitato come lui e quello di cui meno avevano bisogno era la paura e l'agitazione. Scendere una scala simile non sarebbe stato un problema in altre circostanze, ma le loro circostanze prevedevano vento, moltissimo vento, e non serviva un genio per comprendere quanto quella scala maledetta avrebbe traballato per venti metri, e loro con lei.

Tuttavia Dorian, stringendo le mani ad ogni piolo su di se e posizionando con cautela i piedi in quelli successivi, riuscì ad arrivare alla fine della discesa, avrebbe voluto dire che il peggio era alle sue spalle, ma non poteva: un salto di cinque metri l'attendeva, come gettarsi nella bocca di un gigante. Il paracadute gli sarebbe stato utile nel caso il vento lo avesse trascinato via dalla scala mentre era in alto, ma adesso era quanto mai inutile. Doveva saltare. E lo fece, pregando di non rompersi nessuna gamba. Era addestrato ad attutire l'impatto col resto del corpo, e questa volta, come molte altre prima, riuscì egregiamente nel suo compito, benché al rialzo da terra gli dolessero le spalle ed il collo. Mise il passamontagna e sistemò meglio i guanti neri alle dita. Altri quattro impatti seguirono il suo, in seguito l'elicottero si allontanò. Fecero scattare tutti quanti i loro cronometri: mezz'ora. Partirono in fretta, Maitland ed i suoi computer assicurarono, nel giro di un paio di minuti, agli altri che tutte le porte blindate erano chiuse. In quel paio di minuti, Axel ed Herman avevano creato un varco nella porta con l'utilizzo di laser capaci di perforare un metro di metallo massiccio. Tolsero gli occhiali ad infrarossi: erano utili quanto pericolosi, nessuno poteva garantire loro perenne buio, e se in un modo o nell'altro fossero venuti a sapere della loro presenza, sarebbe bastato puntare loro addosso delle torce per farli fuori. Inoltre non erano molto comodi col passamontagna.

AdamasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora