Capitolo 27

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Benedict Burke si era appena congedato da due importanti ospiti presenti a palazzo. Lui avrebbe cenato con loro quella sera, in vece di Dorian, e sperava con tutto se stesso che anche i fratelli del suo Alyon si aggregassero, affinché la famiglia Cortes si facesse vedere forte di fronte ai molti che speravano di poter fare loro quello che loro avevano fatto agli Adamantis. Era sicuro di poter convincere Sesen e Medina, per quanto non fosse convinto di riuscire a tenerle a bada durante tutta la cena. Imani, la secondogenita sarebbe stata di sicuro presente ad aiutarlo. Sperava poi di poter trascinare Amable, il terzo Cortes, fuori dalla biblioteca per quell'occasione.

Aveva avuto il piacere di conoscere la madre di quei ragazzi, ma non il piacere di vederla divenir fiera di loro. Di cinque, uno era diventato Alyon, tre figlie Aranel ed un altro figlio mascio Rauros, principe.

I suoi erano gli unici passi udibili sul marmo rosa del Corridoio dei Dipinti, almeno fino a quando qualcuno non accorse verso di lui con un telefono in mano.

-E' molto urgente, Signore.- sussurrò il cameriere che glie lo porgeva.

-Grazie Quentin.- disse con sguardo incuriosito. Appoggiò il telefono all'orecchio: -Con chi parlo?- domandò.

-Ben, non posso farcela.- riconobbe all'istante quella voce. Lanciò uno sguardo in giro come se qualcuno potesse sentire quello che loro due si sarebbero detti. Affrettò il passo fino a ritrovarsi in uno dei piccoli terrazzi tapezzati di fiori e verde, chiuse le porte dietro di se e poi rispose: -Ma che diavolo dici, Dorian?- era sfinito perciò gli fu impossibile perfino prendere seriamente quella lamentela. -Avete preso il Verde, giusto?- chiese.

-Certo..- Dorian sbuffò -Ma non è quello il problema. I diamanti in generale non lo sono, in questo momento per lo meno. Ma lo è Annabel.-

-Cosa ha fatto?-

-Lo è per me!- era sicuro che Dorian non aveva voluto urlare a quel modo, doveva essere sull'orlo di una crisi. Il che poteva essere causato da Annabel, per davvero, cosa che Benedict escludeva, oppure dal fatto che il giovane Alyon cominciava a rendersi conto di quanto tempo gli toccava passare lontano dai suoi affari, dalla sua famiglia e dal regno che si era guadagnato tanto duramenete.

Perciò, prima di dire qualsiasi cosa Benedict si sedette, prese un lungo respiro: -Cosa ha fatto perché ti alterassi in questo modo?-

-Mentre scappavamo col Verde si è quasi fatta prendere, poi sbuca fuori una guardia che dice qualche cagata spagnola, lei si aggrega, baci ed abbracci e poi questo ci lascia andare come se nulla fosse. Era uno degli uomini di Wallace, lo so per certo.- dal modo in cui parlava, Benedict cominciò a sperare che Annabel non gli fosse accanto. Quindi un pensiero preoccupante rimbalzò nella sua mente:
-Come sta Annabel?-

-Lei sta bene.- ma non era convincente nemmeno per un po'. -Okay, si è ferita mentre scappavamo. Ha perso dannatamente troppo sangue e qualche volta, quando cambio le medicazioni, ne perde ancora di più. Io non so che fare..- doveva essere disperato.

Di fronte a Benedict, il crepuscolo colorava i ruscelli delle Lacrime di Venere. L'acqua in se pareva fatta di sangue, ma la cosa non lo affascinò affatto dopo quello che gli era appena stato comunicato.

-Dorian, eravamo d'accordo entrambi che alla minima variazione di programma avresti chiamato aiuto. Dannato te, cosa credi che possa fare io adesso? Ti mando Axel mani d'orso, o Herman che al posto delle dita ha schiaccianoci? Pretendi che io ti invii una squadra di medici? Ma che ti dice il cervello?-

-Non sembrava così grave quando se l'è fatta.- non era tutto, Benedict poteva intuirlo dalla sua voce.

-Che altro c'è?- chiese con un sospiro.

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