Capitolo 15

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-Che graziosa creatura.- sospirò mentre stringeva le braccia attorno al corpo privo di sensi di Annabel. La guardò per un paio di secondi con occhio attento, il respiro della ragazza le parve troppo lento e si chiese se Teodor non avesse esagerato con quei suoi intrugli: la voleva priva di sensi, non morta. Alcuni dei suoi uomini si fecero avanti per prelevare Annabel dalle sue braccia ma lui li fermò con uno sguardo.

-Me ne occupo io.- sbuffò prima di prenderla in braccio a mo' di sposa, la testa pesante di Annabel ricadde sul suo petto e le braccia rimasero e ciondolare anche se Dorian non si era ancora mosso. Non faceva la minima fatica a tenerla a quel modo. I suoi occhi vagarono alla ricerca di Benedict mentre gli altri sgomberavano la via: -Mi devi il tuo bell'anello d'oro amico mio. Te lo avevo detto che non sarebbe rimasta qui con le mani in mano.- gli fece l'occhiolino. Ma quella situazione a Benedict Burke non piaceva affatto: lo si intuiva dal modo in cui osservava il corpo addormentato di Annabel.

-Non sono sicuro che sia una buona idea. Se provassimo a parlarle..- suggerì avvicinandosi cauto.

-Le hanno già riempito la testa di segatura, Benedict, io credo che il suo sia un vaso già pieno, non c'è spazio per le nostre sciocchezze. Perciò si, questo è l'unico modo che ho di sistemare la cosa. Ora, cortesemente, fatti da parte di modo che possa sistemare la mia Ringil in macchina..- il suo tono di voce straboccava di ironia nel denominare così Annabel. Trovava tutto quello divertente, perché era troppo pieno di se e perché non c'era modo di fargli capire le conseguenze che quell'azione avrebbe comportato.

-Non ti perdonerà mai.-

-Questo lo so dalla prima volta che l'ho vista. C'era ostilità nel suo sguardo, ricordi?- chiese Dorian mentre sistemava Annabel nei sedili posteriori della sua macchina. -Cercherò di non farmi odiare troppo.-

-La stiamo trattando come un oggetto. La sballottiamo ora di qua ora di là.- sbuffò Benedict mentre Dorian chiudeva la portiera della macchina. Burke lo seguì mentre tornava all'interno della casa per prendere il borsone della ragazza.

-Chi la sballotta da una parte all'altra?-

-Tu, io.. Montroy. Cosa credi che ci lascerà fare i comodi nostri quando scoprirà che te la sei presa senza troppe cerimonie, senza nemmeno avere il consenso di Annabel? E' una persona, Cortes, per amor mio, abbi un po' di buonsenso. Lascia che io le parli.- lo stava supplicando ma Dorian non avrebbe ascoltato.

Quest'ultimo sistemò il bagaglio di Annabel nel bagagliaio e poi si appoggiò alla sua macchina con noncuranza: -Abbi fede in me. E pensa che se non fossimo intervenuti lei sarebbe arrivata al Regno degli Adamantis senza il nostro consenso. Avrebbe visto tutto quanto mentre Montroy le bisbigliava all'orecchio la verità: ci avrebbe fottuti alla grande. Dolce fratello..- appoggiò le mani sulle spalle di Benedict -..tu lo sai che non ci possiamo permettere di perdere.-

-Da quando in qua conosciamo solo questo modo di vincere?- chiese Benedict.

-Io ho sempre conosciuto solo questo modo.- ribatté secco Dorian togliendo le mani dalle spalle dell'uomo. Era annoiato da quel continuo ribattere di Burke e lo dava a vedere. -Se sarà necessario ti chiederò rinforzi e tu provvederai ad inviarmeli. Ma non credo che ce ne sarà il bisogno.- lanciò un'occhiata ad Annabel addormentata sui sedili. -Abbi cura delle nostre cose.- gli disse battendogli una mano sulla spalla con fare fraterno.

Benedict Burke lo fermò prima che potesse salire in macchina, lo strinse in un abbraccio significativo, dopotutto rimanevano l'uno il migliore amico dell'altro, augurandoli a modo suo buona fortuna. Non sapeva quando l'avrebbe rivisto e gli sarebbe piaciuto poter salutare anche Annabel. -State attenti. E ti prego, non trattarla come fai di solito.-

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