Capitolo 55

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Charlie camminava affianco a lei, ed assieme respiravano l'aria fresca di cui i giardini, bagnati dalle piogge notturne, erano investiti. Annabel vide parecchi giardinieri affaccendarsi per sistemare questo cespuglio, tagliare i rami di quell'albero, oppure riordinare un'aiuola rovinata, e non poté fare a meno di pensare al vecchio custode delle Cirpte degli Adamantis. Non riusciva proprio ad immaginarsi una persona simile in giro per il palazzo.

-Ho parlato con Dorian, ieri sera.- gli disse sistemando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -Tu ti ricordi ciò che mi dicesti prima che arrivassimo qui?- gli domandò lanciandogli un'occhiata di cui lui non si accorse.

-Che sarei stato il tuo consigliere e che ti avrei accompagnata in questo breve viaggio?- 'breve viaggio', Annabel distolse lo sguardo. Non badò a quello che le frullava in testa, cercò piuttosto di mettere in ordine le parole giuste per dire all'amico ciò che lei si aspettava da lui.

-Gli ho chiesto di assegnarti il suo decimo seggio nell'assemblea personale dell'Alyon.- Charlie continuò a camminare per un po', come se non avesse compreso le parole, poi, d'un tratto, il suo passo si fermò.

-Cosa?- le sue soppracciglia bionde erano aggrottate, gli occhi marroni ricoperti da un'ombra di incomprensione e disappunto, le labbra strette in una linea severa. -Perché, di grazia, lo hai fatto?-

Lo prese a braccetto e continuò a camminare il più lontano possibile dalle orecchie dei giardinieri: -So bene che odi stare qui a girarti i pollici tanto quanto lo odio io.- incominciò. -Sei stato tu stesso a dirmi che tuo padre era un Tur, il loro portavoce addirittura, e tu hai tutto il diritto di inseguire le sue orme.-

-Si, ma questa dovrebbe essere una mia scelta, non tua.- continuò. Lei non poteva che dargli ragione, ma aveva appreso che tutti gli abitanti di quel Palazzo dovevano fare dei sacrifici, loro due compresi.

-Se questo incarico non è di tuo gusto, allora dimmene un altro, di modo che io possa provvedere.-

-Tu non devi provvedere a niente! Ci sei andata a letto, non è così? So che ci sei andata a letto, e lo sa di sicuro anche Benedict. Non avresti dovuto farlo.- il rincrescimento vivo nella voce.

-Ciò che ho fatto o non ho fatto, non importa. Non adesso. Non possiamo stare qui a guardare tutto accadere senza fare nulla, Charlie. Che ci piaccia o meno dobbiamo tenere il passo con ciò che accade. E se è vero che dobbiamo passare qui più di tre settimane, allora è bene che ci rimbocchiamo le maniche.-

-Non ha senso. Io non voglio essere un Tur.-

-Sicuro?-

-Non di Dorian Cortes, Alyon Tiranno!- Charlie puntò i piedi guardandola in volto. -E tu non dovresti fare ciò che hai fatto per ottenere cose simili.- il volto di Annabel si contrasse in una smofia di rabbia.

-Ho fatto ciò che ho fatto perché mi andava. Forse non ti piace che io ci vada a letto, ma non importa. E mi delude, molto, che tu pensi che l'unico modo per ottenere favori stia fra le mie gambe.- questo imbarazzò Charlie, che farfugliò delle scuse. -Se tu accetti quell'incarico, avrai occhi ed orecchie direttamente nel loro consiglio. Saprai tutto ciò che tentano di tener nascosto, e, per di più, avrai voce in capitolo più di tutti loro messi assieme, agli occhi degli altri membri della Concordanza.-

-Non importa, la Concordanza non si riunisce più.-

-Lo farà presto, stanne certo. Dorian ha intenzione di celebrare il tuo seggio.-

-E' tutta farina del tuo sacco, non è così?- era frustrato. Annabel avrebbe anche tentato di assicurargli che non era stato premeditato. Che l'idea le era nata all'improvviso, e che aveva colto la palla al balzo.
Per lui sarebbe stato meglio seguire il suo esempio.

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