Capitolo 62

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La folla non era ssiepata solo all'interno del Salone di Aganashini, ma anche fuori dalle enormi porte intarsiate, nei corridoi circonstati e nei giardini interni. Annabel s'accorse delle occhiate che tutti le risevavano, e se da un lato questo la infastidiva, dall'altro era felice che nessuno di loro avesse la spavalderia di farsi avanti per parlarle. Doveva trovare le gemelle: aveva del tutto perso di vista Medina, ma poteva ancora intravedere Sesen che zigzagava fra persone. All'inizio non aveva potuto fare affidamento che sulla vista, ma più si allontanavano dal fulcro della festa e più i passi della bambina e le sue risate risuonavano fra gli alti muri. Per questo fu pressoché impossibile perderla, anche se Annabel cominciava a chiedersi se non fosse caduta semplicemente vittima di uno scherzo.

Si ritrovò nella Sala di Smeraldo, il sipario del teatro calato, il grandioso candelabro acceso. Rallentò i suoi passi fino a fermarsi di fronte alle piccole Aranel. Erano una di fianco all'altra e sorridevano: -Medina, stai bene?- le chiese abbassandosi per constatare lo stato delle piccole mani pallido-rosa. La bambina giocherellò con le dieci dita illese, Annabel non sapeva se tirare un sospiro di sollievo o arrabbiarsi con le piccole pesti. Restavano le Aranel minori di un regno i cui capi erano tutti a pochi corridoi da loro, ma qualche volta non poteva sopportare la loro mania di sfottere chiunque. Si sollevò, sistemandosi la gonna del vestito: -Non è stato carino da parte vostra farvi rincorrere per tutto il castello in una sera come questa.- le avvisò, cercando di mantenere un tono quanto più misurato possibile.

Solo quando sollevò la testa per poterle osservare ancora s'accorse che c'erano altre persone all'interno di quella sala. Riconobbe immediatamente la stazza ed il volto di Axel Sutter, vestito interamente di nero, con pistole agganciate ai fianchi e la sua grossa mazza chiodata di traverso sulla schiena. Non lo aveva rivisto dal loro arrivo a castello, né lui né gli altri tre fidati di Dorian. Questo la sorprese, abbastanza, ma non quanto il volto pallido, sottile e familiare di Nadine Dorlas, che in piedi, accanto ad Axel, pareva una bambina. Annabel, sebbene confusa, non poté mancare di percorrere a passi afrettati la breve distanza che le separava per fiondarsi fra le sue braccia: -Pensavo te ne fossi andata.- bisbigliò mentre inalava l'odore di foglie e neve, dell'amica. Era sempre stata esile, ma, stringendola, Annabel si rese conto di quanto peso aveva perso dall'ultima volta in cui si erano viste. Osservò il suo volto, i capelli biondi tagliati cortissimi, le sottili labbra viola e le mani scorticate dal freddo: -Ma che ti è successo?- le domandò confusa.

-Ironico a dirsi, ma è una storia assai lunga.- Tentò di sorridere, ma dalle sue labbra non uscì altro che una smorfia. Annabel comprese la gravità della cosa, cercò quindi sostegno nello sguardo di Axel, il quale però osservava, con occhio attento, un'altra figura. Riconobbe Taxomi, l'aiutante di Dorian, intento a premiare le gemelle: -Vi ringrazio mie Aranel. Ora potete avvisare Tur Charlie che Annabel lo attende qui.- disse loro, che si dileguarono come fulmini, senza guardarsi indietro nemmeno una volta di più.

-Qualcuno mi spiega cosa succese?- era strano, le pareva di aver già vissuto quelle sensazioni, ed in parte era così. Lo era stato quando aveva abbandonato Dorian e gli altri a Pilgrim Mote.

-E' il momento che tu sappia.- le disse Taxomi osservando che nessuno fosse nei paraggi. -Che tu sappia tutto ciò che hanno tentato di tenerti nascosto.-

-Che avete tentato di tenermi nascosto.- li corresse. -Tu sei un uomo di Cortes, non puoi volermi dire la verità a meno che non sia stato lui ad ordinartelo. E tu..- guardò Axel con rimprovero. Non era riuscita a svestirsi dell'astio nei suoi confronti quando aveva aiutato Dorian a rapirla a Pocradez.

-Non averlo a male, Alesander, sei troppo bravo ad assolvere il tuo compito. Questo è tutto.- a parlare era stato Caius Boleyn, adesso alla porta. -Mia Rinie.- fece un inchino e non si rialzò fino a quando Annabel non esplose, confusa: -Questo non è il momento adatto per i vostri giochi! Nadine..- si voltò verso l'amica -E' davvero Alesander?- domandò con un cenno verso Taxomi. Non riusciva a rivedere nulla di quello che era stato Andres, in quell'aiutante, e capiva che quello era proprio lo scopo del Millefacce, ma non riusciva a convincere se stessa che potesse essere davvero lui. Eppure Charlie l'aveva avvisata di avere degli infiltrati: allora era da lui che provenivano le informazioni su Dorian..

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