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Rispondo con lo stomaco ancora annodato, la tremarella e l'ansia che ormai è la mia migliore amica.

-"P-Pronto" cerco di dire con il tono più naturale possibile.

-"Sere...allora come stai?!" Chiede lui come se non fosse mai successo niente.

-"Vai al punto Matthew...cosa vuoi?"

-"Dirti solo che stasera c'è la festa di ritrovo delle medie..." risponde dall'altro capo del telefono.

-"Non penso di venire...e poi perché mi hai avvisato tu? Poteva avvisarmi Violet o Jasmine..."

-"Ho preferito farlo io che sono l'adetto agli inviti ...se dovessi venire il tema della festa è elegante...ora devo andare, ciao." E così dicendo mi attacca il telefono in faccia.

Stronzo era e stronzo rimane...quando si dice che le persone con il passare del tempo peggiorano è vero. E' fortunato che non è qui davanti a me perché giuro che lo strozzerei con le mie mani. 

Continuo a guardare lo schermo con la scritta "chiamata terminata" e istintivamente mi scenda una lacrima che asciugo immediatamente.
Ho già versato troppe lacrime per lui...adesso basta...devo diventare più forte di così.
Non mi accorgo di star piangendo finché non guardi i miei pantaloni che sono pieni di goccioline più scure della tinta dei jeans.

Vi è mai capitato di iniziare a piangere, anche senza un motivo preciso, e non riuscire più a smettere?
Ecco è quello che mi sta succedendo.

-"Sere?" chiede una voce maschile.
-"Tutto okay?" dice sedendosi sulla panchina, così vicino che i nostri fianchi si toccano.

-"Si" mento.

-"Sicura?"

-"No"

-"Vuoi parlarne?" chiede lui appoggiando la sua calda mano sulla mia spalla coperta solo dal fine tessuto della mia maglietta.

Qualcosa mi dice di fidarmi, che non mi tradirà anche se non posso esserne completamente certa, infondo lo conosco da un paio di giorni.

Annuisco e mi asciugo le piccole goccioline salate che mi rigano le gote.

-"In seconda media c'era un ragazzo che andava in un altra sezione. Lui non era bellissimo, ma aveva quel che non so che,  lo rendeva intrigante.
Era simpatico aveva sempre una battuta pronta. Si chiamava Matthew.
Dopo un paio di mesi che mi ero presa una cotta lui mi scrive, il che era un evento da segnare sul calendario
Mi scrisse che gli piacevo ed io come una stupida, l'ho assecondato ammettendo i miei sentimenti. Ci saremo messi insieme se non fosse stato per Sophia, una ragazza di terza con i capelli rossi e due paia di occhi azzurro mare. Lui ne era innamorato perso. E' stata una delle persone con cui ho discusso di più, ma a una certa mi sono stufata e l'ho lasciato andare."
Mi alzo di scatto e ricomincio a "parlare" o meglio urlare.

-"Sophia era la mia migliore amica! Sapeva tutto e non si è fatta scrupoli a voltarmi le spalle. Io non voglio andare ad una stupida festa per vederli risucchiarsi le labbra." 
Lui mi raggiunge e tenta, invano, di calmarmi.

-"Non so che fare Mike, ti giuro. Mi viene da vomitare." dico portandomi le mani in faccia. 

Accade tutto in un attimo: lui velocemente, ma con delicatezza, mi allarga le braccia, con un braccio mi avvicina a lui e con l'altro mi stringe più forte a se.
Ovviamente io ricambio e singhiozzo sulla sua spalla bagnandoli così la sua maglietta grigio scuro.

Il suo profumo subito mi invade le narici.
È così bello stare fra le sue braccia muscolose e possenti, ma allo stesso tempo delicate come una piuma.
Lo ammetto...le mie metafore sono sempre così opportune.

You are my only reason (Mike Bird)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora