27.

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Devo cercare di non pensare.
Se non penso va tutto bene.
Lui non mi condiziona, non più.
Ormai il buio che avvolge me e la strada circostante lo sento più come una coperta.
È tutto un enorme cazzata quella del  "l'amore ti salva".
Ti salva da che cosa? Da nulla.
Ti rende felice è vero, ma tanto quanto ti rende triste?
Ti fa ridere tanto quando ti fa piangere?
No, non lo fa.
È tutto solo un pretesto, è tutto quello che le persone hanno hanno per illudersi.
Nessuno ti ama davvero alla fine.
Nessuno resta mai sempre accanto a te.
Chi c'è adesso che ho bisogno di qualcuno? Nessuno. Esattamente.
E tutti quei "sei mia" detti alle persone giusto per farle illudere di essere veramente di qualcuno.
Beh, voi non siete di nessuno, siete solo di voi stessi.
Nessuno è più forte di voi. 
Nonostante tutti quei "adesso basta" e tutti quei pensieri masochisti, chi c'era quando piangevi la notte? Te stesso.
E quel "adesso basta" lo dico io, ma non a me stessa, lo dico al mondo: adesso basta deludermi, non ho tempo da perdere.

Sto camminando da circa due ore e fa veramente freddo. Dovrei tornare a casa, mio padre e mia sorella saranno preoccupati. 

Inizio a guardarmi intorno alla ricerca di un qualcosa che mi aiuti a tornare indietro, ma l'unica cosa che vedo sono enormi grattacieli e il gran traffico...cose utili diciamo. 

Il telefono, che si trova nella tasca dei jeans, comincia a vibrare.
Il nome della mia migliore amica compare chiaro sullo schermo.
Accetto la chiamata.

-"Pronto" rispondo con una voce quasi scocciata.

-"Dove cazzo sei?!" Mi sento urlare dall'altra parte dello schermo.

-"Hope, se mi hai chiamato per farmi la predica potevi pure risparmiartela, ci manchi te"

-"Te ne sei andata correndo, senza dire nulla...permetti che sia preoccupata?!" il sarcasmo riempie ogni sua parola.

-"Senti, sto bene, voglio solo stare da sola. Non ti preoccupare. Ci vediamo domani Hope okay?"

-"Okay"

Con questo attacchiamo entrambe.

La adoro, ma ora ho bisogno di solitudine.
Ho bisogno di rimanere con me stessa e con questo mal di stomaco.

Camminando, trovo un negozio di roba per bambini, una fitta mi pervade il ventre.
Ripenso alla mia prima volta e al fatto di aver dato la mia purezza a lui.
Ricordo come le sue labbra percorrevano ogni centimetro della mia pelle, di come il suo fiato caldo si mischiava con il mio, dell'intimità di quel momento fra me e lui.
Nonostante questo però io non mi pento.
Sono felice che lui sia stato il primo, ma sono triste che non sarà l'ultimo.

Scuoto la testa e ricomincio a camminare per le strade della città e alcuni brividi mi percorrono la schiena a causa di una folata di vento.
Mi sarei dovuta portare il giubbotto di pelle lo sapevo.

Mi sento strana, come se fossi...osservata?
Più e più volte mi sono guardata intorno in maniera sospetta per cercare qualcosa che non andasse bene, eppure nulla...tutto normale.

Estraggo il cellulare dalla tasca dei jeans e guardo l'ora: 18:42.
Devo rientrare a casa, sarà meglio per tutti.

In lontananza scorgo una sagoma a me ben nota.

-"Ehi Thom." tiro un sorriso.

-"Ehi Sere" ci salutiamo a malapena, non abbiamo mai avuto quest grandi rapporti. Non lo so perché, ma ho sempre avuto uno strano presentimento. 

Continuo a camminare calciando sassolini dell'asfalto.
Ad un tratto mi sento tirare in un vicolo. Ma tutte a me devono capitare? Esistono altre sette miliardi di persone non solo la sottoscritta.

Sto per urlare, ma una mano si para davanti alla mia bocca.

-"Tu ora vieni con me piccola" sono le parole che mi vengono sussurrate all'orecchio.
La voce non è di una persona vecchia, anzi sembra di un ragazzo giovane.
Mi trascina nel vicolo con se e a me sale una paura bestiale.

🌸🌸🌸🌸🌸

Ehi babesss. Come va??
So che mi odiate.
Chi sarà?
Io lo sooo. E vi posso dire che mi odierete il doppio...lol😂🤘

Vi amo sappiatelo.
Fra un po' è Natale...da me c'è un sacco di neveee, adoroh.

E nulla, che fate a Natale?

You are my only reason (Mike Bird)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora