Non di nuovo. No, questo dev'essere un'incubo orribile. So che Jug cerca di fare il duro davanti a me ma vedo come le sue mani tremano mentre apre la porta della stanza.
"Io, io non ce la faccio Jug, va tutto troppo in fretta, non riesco a respirare....devo tornare ad Atlanta." dico accasciandomi vicino alla porta d'ingresso della stanza. Sento la paura che mi assale, sento l'oscurità che minaccia di inghiottirmi di nuovo. Non posso più stare qui.
"Grace cos?" dice lui fissando i suoi occhi nei miei, occhi in cui posso vedere benissimo la sua anima venire strappata in pezzi.
"Devo andare, non posso rimanere qui, io, io non ce la faccio." urlo chiudendo gli occhi. Mi sta devastando l'anima il pensiero di dover lasciare Jug qui ma io non ce la faccio a stare qui un secondo di più, la paura sta prendendo il sopravvento. Intorno a me vedo tutto nero, sono sola, completamente sola nonostante lui sia a un solo passo di distanza da me, ma lui non sa come mi sento, lui non capisce che sto morendo dentro, lui non mi può salvare.
"Grace ti prego, io ho bisogno di te, ascoltami dannazione!" urla a sua volta. Apro piano gli occhi ormai pieni di lacrime. Perdonami Jug ma non posso permettere all'oscurità di avvolgermi di nuovo, no, non posso. Devo correre via.
"Perdonami" lo fisso sussurrando quest'ultima parola.
Mentre esco dalla porta diretta chissa dove mi giro e lo vedo crollare sul pavimento fissando il vuoto.
Non riesco neanche a capire come trovo un passaggio per tornare ad Atlanta e dopo qualche infinita ora apro la porta della mia stanza.
Scoppio in un pianto esasperato maledicendomi mentalmente per essere quella che ancora una volta ha rovinato tutto. Forse andrà sempre così, io cercherò di scappare e l'oscurità mi inseguirà senza nessuno che possa fare nulla per salvarmi.
"Grace!" sento Bonnie chiamarmi da dietro e sento le sue braccia che mi circondano in un abbraccio quando si accorge che sto piangendo.
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Sono due giorni che non esco dalla mia stanza, il mio umore è seppellito sotto la moquette, vorrei solo spegnere il cervello perchè se penso anche solo per un secondo a quello che ho fatto a Jug, l'angelo più buono che abbia mai incontrato il mio cuore si spezza in due. Di nuovo.
"Pensi di uscire oggi Grace?" chiede Bonnie afferrando la sua borsa pronta per uscire.
"No" dico seppellendo la testa sotto la coperta.
"Va bene, magari ci vediamo più tardi" dice chiudendo la porta dietro di se.
Afferro il mio cellulare dal comodino, Jug mi ha chiamato due volte e scritto dei messaggi che non ho intenzione di leggere se non voglio crollare emotivamente, cosa che sto cercando di fare a tutti i costi. Sfoglio le fotografie che sono salvate sul mio cellulare e mi soffermo su una che non ho mai avuto il coraggio di cancellare (immagine di copertina), io e Josh, eravamo così felici, io lo amavo veramente tanto, credevo fossimo fatti l'uno per l'altra fin quando non ho scoperto che mi tradiva. Con mia sorella.
Lui era il mio migliore amico, il mio compagno di risate, il mio complice. Da allora mi sono ripromessa di non permettere più a nessuno di farmi sentire come mi aveva fatto sentire lui.
Mi mancano quei tempi, quando andava tutto bene e io ero felice, nessuna oscurità che mi rincorreva per inghiottirmi, niente che andasse male. Eravamo solo io e lui contro tutto. Il mio cuore non si è mai davvero ripreso del tutto.
"Mamma?" dico con voce roca verso il mio telefono.
"Grace....di nuovo?" chiede lei già sapendo.
"Si, voglio tornare a casa mamma" le dico quasi implorandola.
"Tesoro le vacanze di natale sono tra poche settimane, potrai tornare allora e riposarti ma ora la sessione degli esami è nel pieno dell'attività e...."
"No mamma, non hai capito, io non voglio più tornare al college. Ti prego vieni a prendermi" le dico ormai piangendo.
"Ok, prepara le tue cose, saremo lì domani" la sento sospirare.
Il mio cuore si sgretola completamente abbandonandomi a un pianto dirotto pensando che la mia vita è uno schifo completo.
Mi addormento dopo aver preparato le valigie, Bonnie non mi ha neanche fatto domande, si è limitata a rimanere lì a fissarmi mentre asciugavo le lacrime che scendevano copiose sul mio viso. Pietosa.
Sogno Jug che mi sorride sereno baciandomi, sogno che Josh mi fa ridere come facevamo una volta io e lui, quel suo modo buffo di fare tutto. Sogno la nonna a PortAngeles che mi coccola sul divano raccontandomi storie della sua giovinezza e di come lei sia stata fortunata a trovare l'amore vero.
Mi sveglio sospirando, non appena apro un occhio capisco dove sono, mi torna in mente quello che è successo e la prima lacrima della giornata mi riga il viso.
"Ciao tesoro, arriviamo ora dalla segreteria, abbiamo consegnato i documenti, sei ufficialmente ritirata da questo college, ora andiamo a casa" dice mia madre accarezzandomi una spalla. Mio padre silenzioso afferra i bagagli e li carica in macchina.
Senza fiatare abbraccio Bonnie e le sussurro di scrivermi quando vuole.
Entro in macchina e infilo le cuffiette, mio padre parte mentre nella macchina regna il silenzio assoluto e penso che la mia avventura al college è durata solo pochi mesi, se ripenso a come ero entustiasta al solo pensiero di trasferirmi in una nuova città e ricominciare da capo ora mi viene da vomitare.
Sono davvero un caso irrecuperabile.
Mentre raggiungiamo il cancello del college intravedo la figura di Jug che indossa un paio di occhiali da sole e cammina solitario con un'espressione grave sul viso.
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Colpo di scena: BOOOM! fatemi sapere che ne pensate :)
loving can hurt sometimes! (ed.)
enjoy xx
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-RIVER love-
FanfictionQuesta storia parla di Jug e Grace, un'anima in due corpi, separati ma irrimediabilmente uniti da sempre e per sempre. Grace, giovane matricola nel college di Atalanta e Jug solitario veterano con un fascino d'altri tempi. Leggete per scoprire. -im...