Life.

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Non mi sarei mai aspettato che fosse così. Per me certo non era la prima volta ma in un certo senso è come se lo fosse stato, come se lei mi avesse fatto scoprire una nuova parte dell'amore che quasi mi ero dimenticato.

Voglio starle vicino, voglio assorbire tutto il buono che c'è in lei, voglio che la sua bellezza mi contagi. 

Eppure mi sento estremamente rilassato.

"In cosa credi Jug?" mi chiede lei seduta accanto a me che sfoglia un quaderno.

"Intendi tipo Dio e cose del genere?" 

"No intendo...hai mai creduto all'amore a prima vista? E al fatto che la terra soffra perchè la maltrattiamo? Hai mai creduto che in qualche modo siamo tutti un pò connessi in questo mondo? E alla reincarnazione ci credi?" chiede domandando a raffica.

"No. non credo all'amore a prima vista, anche se con te mi sono ricreduto. Sono convinto però che due anime si riconoscano a vicenda, quelle che si appartengono almeno, il che mi riporta alla domanda sulla connessione nel mondo. Una volta qualcuno disse, e cito testualmente, 'In un altro posto, in un altro tempo, ho fatto un respiro profondo come il tuo e tu hai osservato come me.' Ecco, io credo questo, credo che per motivi inspiegabili le persone cerchino sempre di trovare la loro parte mancante in qualcun altro che inspiegabilmente riesce a colmare quel vuoto. Credo nell'inspiegabile." E' così bello poter aprire la propria mente senza paura di essere giudicati o che l'altro scappi via.

"Tu sei definitivamente il cervello più bello che io abbia mai conosciuto. Rimpiango solo di averti trovato tardi." dice lei sorridendomi.

Mi avvicino a lei circondandole le spalle con il mio braccio e accarezzandole i capelli.

Non credo di essere pronto a ritornare alla vita normale ad Atlanta. Ho bisogno di lei più che mai, ho bisogno di sentire questa connessione tra anime che mi fa stare bene.

"Questa sera c'è la festa che il padre di Dan darà nella sua azienda...ti va di partecipare ad una festa in pieno stile country?" le chiedo essendo curioso di visitare questa piccola cittadina e i loro bizzarri abitanti.

"Si, in realtà mi piacerebbe" dice lei felice.

"Vado a farmi una doccia, mi raggiungi?" chiede lei provocando un brivido dentro di me. Questa ragazza mi piace ogni secondo di più.

"Tu inizia ad andare, faccio una cosa e ti raggiungo" le rispondo.

I suoi occhi oggi sono più limpidi del solito mentre mi fissa camminando verso il bagno.

Sento il mio cellulare squillare e mi affretto a cercarlo nelle tasche del giubbotto poggiato sulla poltrona e fisso lo schermo:' Papà'.

Esito un attimo prima di rispondere poi premo il pulsante verde.

"Pronto?" inizio.

"Jughead ma dove sei finito?" chiede. Dopo la bellezza di tre giorni si è reso conto che non sono in casa. Che padre premuroso e attento.

"Indovina un pò, ho scoperto di avere una zia" dico sarcastico e immediatamente sento il silenzio più totale dall'altra parte del telefono.

"Non muoverti, vengo a prenderti. Non è sicuro per te essere dove sei" dice chiudendo la telefonata. Che strana reazione. 

Lascio il telefono non dando la minima importanza alla conversazione ed entro in bagno da lei.

Un paio di ore dopo siamo davanti all'entrata del cotonificio del padre di Dan, edificio piuttosto in vecchio stile e veniamo circondati da persone con indosso stivali alti e camice a quadri.

Stringo Grace a me ed entriamo guardandoci intorno: l'atmosfera familiare ed intima mi colpisce subito, sento come se qui fossi a casa, come se tutto ciò che c'è di giusto nel mondo sia rinchiuso tra queste quattro pareti in cui i ragazzi si sorridono anche con gli occhi e si abbracciano per darsi coraggio e le ragazze sono gentili e dolci con tutti.

"E' bellissimo tutto questo Jug, è come essere ritornati alle origini, sembra quasi che tutto il male che c'è nel mondo sia rimasto fuori da questo posto" dice lei guardandosi attorno con lo stesso sguardo estasiato che presumo abbia anche io ora.

"Allora, vuoi ballare? Non sarò un cowboy ma qualche passo lo conosco anche io" dico sorridente alla mia ragazza.

"Con molto piacere" dice concedendomi la sua mano mentre la guido sulla pista da ballo su cui alcune coppie si stanno muovendo a ritmo di un lento.

Ci dondoliamo un pò abbracciati finchè la canzone non finisce e in silenzio ci avviciniamo al bancone del bar.

"Una birra e un succo alla pesca grazie" ordino al bar.

Mentre aspettiamo le nostre ordinazioni Dan si avvicina a noi con affianco una ragazza con i tipici tratti del sud: bionda e occhi azzurri.

"Ciao ragazzi, bello vedere che ce l'avete fatta alla fine! Lei è Jean, la mia ragazza. Divertitevi, ci si vede in giro".

Li salutiamo e riceviamo il nostro ordine e ci spostiamo verso un angolo più tranquillo in modo che Grace possa godersi di più la festa senza sguardi indiscreti.

Dopo qualche sorso alla mia birra fresca la testa inizia a girarmi, cosa che trovo subito strana perchè di solito riesco a reggere bene l'alcol sebbene non mi piaccia particolarmente.

"Grace lo so che siamo appena arrivati ma non mi sento molto bene, possiamo tornare in albergo?" chiedo sentendo la testa pesante.

Lei mi fissa preoccupata e annuisce prendendomi per mano e conducendomi verso l'uscita.

Appena tornati in albergo cerco le chiavi della nostra camera ma mi immobilizzo subito notando una scritta fatta con un pennarello sulla porta della camera che dice:

'Non sareste mai dovuti venire qui."

Grace mi fissa cercando di nascondere il terrore nei suoi occhi che però mi è chiaro come il giorno nonostante abbia la testa completamente dolorante. Credo che qualcuno abbia drogato il mio drink.

"Sono sicuro che hanno sbagliato stanza, nessuno ci conosce a parte quella donna e suo figlio. Grace con me sei al sicuro, te lo prometto"dico sentendo il mio cuore accelerare. Dobbiamo andare via da questa cittadina.

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Ciaooooo aggiornamento notturno.

Enjoy xx

-RIVER love-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora