12.06.2017 Verbania, 23:25
Ma a chi la voglio dar a bere?
No, seriamente, a chi lo voglio far credere?!
A chi lo devo negare?
Insomma, basta guardarmi..
Non ne parlo, è vero.
Non ne faccio quasi mai riferimenti.
Quasi neanche più ci penso.
Ma se capita, che ne parlino..
Beh, tutto quello che negavo, tutto quello che nascondevo, tutto quello a cui non pensavo..
Beh, tutto quello, in un solo secondo si sgretola..
E si vede cazzo.
Si vede che non sembro più la stessa persona.
Si vede che non sono più la stessa persona.
Anzi, che non sono più una persona.
Non capisco perché io mi ostini a negare la mia vera natura.
Lo faccio per un torto subito?
Per una delusione troppo grande?
Per non incassare tenendo la bocca chiusa ancora una volta?
Per cercare di cambiare almeno per una volta?
Per dimostrare che anche io posso cambiare?..
..si, ma cambiare in peggio.
Nessuna delusione potrà mai far ricredere il mio cuore della sua vera natura.
Mai nessuno.
Mai nessun colpo sarà così difficile da incassare silenziosamente da spossarmi così tanto.
Mai nessun torto sarà abbastanza fastidioso per farlo.
Mai nessuno.
E se lo nego a parole è perché per una volta sto permettendo al mio orgoglio di vincere sul resto.
Ma il mio cuore non da retta al orgoglio.
Il mio cuore non è capace di lasciarsi condizionare.
E cazzo se si vede.
Perché quando qualcuno ne parla..
Quando qualcuno ne fa riferimenti..
Beh..
..io non smetto di parlare, parlerei per ore, giorni, mesi..
Non smetto di scrivere, riempirei pagine, quaderni, libri..
E non finirei mai le parole, le descrizioni, i paragoni, le storie.
Perché ogni volta che ne parlo mi riempio la testa di momenti passati, o di immagini che involontariamente ci ho collegato.
Dovrei smettere di dire che neanche ci penso più.
Se mentre vado in bici passo per una strada e mi ricordo del messaggio che avevo scritto qualche anno prima, rivivendone ogni singolo particolare, tanto non riesca a togliermi l'argomento dalla testa.
Oppure al tramonto che mi aveva quasi fatto arrabbiare, e che avevo passato a guardare su quella panchina per più di mezzora mentre che già ero in ritardo per tornare a casa.
Oppure di quel pacchetto da collezione che mi piaceva, ma che non potevo accettare di vedere, perché quel mio stesso errore non lo volevo vedere fatto da altri a cui tenevo.
Oppure di quella canzone che adesso riesco a stento ad ascoltare e quel maglione che non riesco a mettere, che è finito in fondo al armadio con la scusa che è estate, anche se l'estate scorsa mi ci rifugiavo a costo di stare a quaranta gradi per l'intera notte.
A chi la voglio dare a bere?
Se quando inizio gli occhi mi si illuminano.
A chi la voglio dare a bere?
Se quando faccio battute stupide dopo mi giustifico sempre mettendo le mani avanti e dicendo di non starne parlando male.
A chi la voglio dare a bere?
Se quando parlo non sono più una persona, ma sembrano discorsi marziani.
Davvero, a chi la voglio dare a bere?
A chi voglio davvero far credere che non mi manchi almeno un po' tutto quello che era?
Ma poi, dai, dopo tutto quello che avrei detto..
Chi ci crederebbe a un rifiuto totale anche solo di poter credere di provare ancora della mancanza. Di provare qualcosa di diverso dal disprezzo e dalla estraneità da qualsiasi legge morale e sociale che segue.
Davvero?!
Chi mai se la berrebbe?
Beh, io no.. o almeno, il mio cuore no.
Per quanto l'orgoglio continuerà a manipolare quello che dico e faccio, il cuore seguirà in disparte la mia disfatta mantenendo intatte tutte le sue verità segrete a tutti.
Perché il mio corpo appartiene a questa terra, ma il mio cuore no.
E per quanto io lo possa negare o nascondere, io non vengo da qui.
Abito questa terra senza appartenerci.
Senza volerlo.
Abitante della terra
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diario di un adolescente
Teen FictionSono racconti, sogni, sfoghi, non collegati tra di loro. Se qualcuno vuole che pubblichi qualcosa di suo, o che inventi una "storia" su qualche argomento preciso, mi contatti..