Parte 36 - Oscurità dell'ignoto

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« Mio padre è in pericolo » dichiarò Luke, non appena si riunì nell'atrio con gli altri Valorosi. Era sconvolto oltre ogni dire, ancor più di quanto lo fu poco prima della battaglia sul Titanic.

« Ne sei sicuro? » chiese Lara, preoccupata. « Come fai a saperlo? »

« L'ho visto... l'ho percepito. La Forza mi dona capacità precognitive, e ogni tanto riesco a vedere il futuro, o ciò che accade alle persone a me più vicine. È già accaduto in passato, e ora la storia si ripete: mio padre è in pericolo... sta affrontando un nemico molto potente. »

La voce di Luke tremava, insieme alle sue ginocchia. Si avvicinò a una fila di sedie e si sedette, tentando di controllarsi. I suoi compagni si scambiarono un'occhiata perplessa, incerta; non erano sicuri di capire cosa il Jedi stesse passando... a parte Harry. Il giovane mago si avvicinò a lui, dimostrandosi comprensivo.

« Lo hai visto chiaramente, vero? Come se fossi vicino a tuo padre. »

Luke scosse la testa.

« Ho sentito il suo dolore, la sua sofferenza... e il male oscuro che stava affrontando. Non ho visto il nemico, ma di una cosa sono sicuro... sta mettendo mio padre in difficoltà. »

« Dove si trova? »

« Nel luogo in cui l'ho incontrato... il lago Varykino » disse Luke, e nel frattempo si rialzò in piedi. « Devo raggiungerlo... devo aiutare mio padre. »

Seguì un momento di silenzio. Ognuno dei suoi compagni mostrava una diversa sfumatura di preoccupazione.

« Luke, non voglio dubitare di ciò che hai visto » disse Jake, facendosi avanti, « ma preferisco ragionare un po' prima di mettermi a correre verso un pericolo. Non hai pensato che potrebbe essere una trappola? Forse è opera di Nul... vuole attirarci allo scoperto servendosi di tuo padre. »

« Ha ragione » convenne Harry. « Voldemort mi ha già ingannato una volta con questo sistema, sfruttando il nostro legame mentale. »

Luke annuì.

« Sì... lo so bene » disse. « È accaduto anche a me... e mio padre era il nemico, quella volta. Ma stavolta, lui è la vittima... e non posso restare qui, sapendo che potrebbe morire! »

« Voi che ne pensate, ragazzi? » domandò Jake, rivoltosi agli altri.

« Io... sono d'accordo con lui » ammise Po, piuttosto teso ma deciso. « Anche io correrei in aiuto del mio papà, se fosse in pericolo. »

« Saremmo tutti pronti a farlo, Luke » dichiarò Sora, più che sicuro di parlare a nome di tutti. Edward, Hellboy e Lara, che non avevano ancora detto nulla, si limitarono ad annuire. Il Jedi sorrise, grato di avere l'appoggio e la comprensione dell'intero gruppo.

« Grazie, ragazzi. Muoviamoci, allora, non c'è tempo da perdere. »

« Aspetta un momento » lo interruppe Jake, mettendosi sulla sua traiettoria. « Come pensi di raggiungere Vader? Il settore in cui si trova è piuttosto lontano. »

« Potremmo teleportarci con la magia di Harry » suggerì Luke.

« Materializzarci » lo corresse il ragazzo. « E comunque è escluso. Io non sono ancora guarito completamente... tentare una Materializzazione in queste condizioni sarebbe pericoloso, rischierei grosso. Inoltre, non sarei di grande aiuto nella battaglia che affronteremo laggiù. »

Luke sospirò, ma solo per un attimo, perché subito dopo prese a camminare, aggirando l'ostacolo rappresentato da Jake.

« Vada per l'alternativa, allora » dichiarò il Jedi, avanzando verso l'uscita dell'ospedale. « Tornerò da mio padre nel modo in cui sono venuto qui. »

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