Parte 10 - Sopravvissuta

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Non era certo la prima volta che Lara perdeva i sensi, per poi ritrovarsi in un luogo diverso. In passato aveva dovuto affrontare fin troppi nemici che avevano in serbo per lei un piano preciso, nel quale avrebbe dovuto restare viva. Fino a un certo punto, ovviamente. Ad ogni modo, il primo pensiero di Lara al suo risveglio fu un sincero ringraziamento a Dio, per essere sopravvissuta ancora una volta.

Perché lei era una sopravvissuta, finché avesse avuto vita.

Dal momento che ricordava perfettamente l'aggressione per mano di una strana creatura, accettò in pochi secondi la realtà che la circondava. Era sdraiata su un pavimento di pietra, il corpo immobilizzato da un groviglio di gelide catene. Il cielo tempestoso si stagliava sopra la sua testa, e la pioggia la inondava senza alcuna possibilità di ripararsi.

Si trovava in cima a una torre di Burton Castle.

Non fu la paura a dominare i suoi sensi in quel momento, né la rabbia per essere caduta in una trappola ancora una volta nella sua vita tormentata. Fu lo stupore a dominarla, non appena il suo sguardo si posò su colei che aveva preparato la trappola e il palcoscenico su cui proseguire il folle spettacolo.

Natla.

« Ben svegliata, Lara Croft » annunciò la donna alata, torreggiando trionfante su di lei. « Ti trovo bene, nonostante tutto. »

« Tu! » gridò Lara, al culmine dello stupore.

« Io. Ovviamente mi aspettavo una reazione del genere da parte tua. E sono certa che l'avranno anche i tuoi amici, non appena vedranno apparire le loro nemesi davanti agli occhi. »

« Dannata puttana! Che cosa hai fatto i miei amici? »

« Niente » ammise Natla, sincera. « Non ho torto loro un capello... dormono beati nelle loro camere, ignari di tutto. Un utile contributo da parte del mio alleato. »

La donna alata spostò lo sguardo, indirizzandolo verso una persona alle spalle di Lara. Lei si voltò, riconoscendo l'essere che l'aveva aggredita: manteneva ancora le sembianze della sua sosia malvagia, e la cosa sembrava piacergli molto, visto che amava toccarsi varie parti di quel corpo.

« Ah, non temere » commentò Natla, intercettando l'espressione di Lara. « Non è davvero la tua vecchia nemica, bensì uno dei miei nuovi soci in questa battaglia. In verità non so nemmeno io che cosa sia e nemmeno m'interessa... ma devo ammettere che la sua capacità di trasformarsi in ciò che vuole risulta molto utile. »

La falsa Lara sorrise soddisfatta.

Lara cercò di restare calma. C'era già passata dopotutto, svariate volte. Catturata dal nemico, portata nel suo covo, costretta ad ascoltarlo mentre parlava dei suoi diabolici piani. E nel frattempo aveva sempre trovato una via di fuga... un modo per sopravvivere. Perché stavolta doveva essere diverso? Doveva solo mantenere la calma, guadagnare tempo per cavarsela ancora una volta. Natla era come tutti gli altri nemici... e l'avrebbe sconfitta. Le occorreva un'arma, innanzitutto: le sue pistole giacevano sul terreno alle spalle di Natla, impossibili da raggiungere.

« Di quali soci parli? » chiese Lara. « Che significa tutto questo? »

« Davvero non lo sai? » disse Natla. « Credevo che tu e i tuoi soci sapeste già tutto, proprio come noi. Allora non avete incontrato Nul... non vi ha spiegato niente. Però, è davvero interessante. »

« Aiutami a capire, allora. Tanto l'ho capito ormai... sei venuta a uccidermi, e vuoi che ti guardo mentre lo fai. Altrimenti mi avresti uccisa mentre ero svenuta. Non ti resta che sferrarmi il colpo di grazia... dunque cosa aspetti? »

Ci fu un tuono in lontananza, ma non suscitò la minima distrazione fra i presenti. Natla restò in silenzio per un po', finché non prese una decisione.

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