Parte 21 - Alleanza mortale

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  Pochi minuti prima, i Valorosi erano ancora intenti a rilassarsi dopo il lungo allenamento che aveva impiegato l'intera giornata, durante il viaggio a bordo del Titanic. Po aveva deciso di cercare qualcosa da mangiare, seguito da Edward e dagli altri compagni che condividevano un certo appetito. Il gruppo stava percorrendo il ponte di prua, quando Po si fermò all'improvviso.
« Brrr... che freddo » fece, stringendosi le spalle. « È calato così in fretta, non vi pare? »
Ed guardò l'amico panda con aria incerta, ma fu costretto a dargli retta. In effetti sentì che la temperatura si era abbassata di colpo, e si voltò a guardare gli altri compagni... che tuttavia avevano reagito in modo del tutto inaspettato.
« Oh no » esclamò Harry, il più allarmato fra i presenti. « Non di nuovo! »
Si voltò in ogni direzione, bacchetta alla mano, mentre il familiare freddo gelido gli pervadeva le viscere e la nebbia cominciava ad avvolgere l'ambiente. Sora, Jake ed Hellboy impugnarono le loro armi, ma era già troppo tardi: i Dissennatori apparvero da ogni direzione, rapidi come fulmini; li stavano accerchiando, con l'intento di eliminarli tutti nel giro di pochi istanti.
« Cazzo... e questi chi sono? » disse Ed, l'ultimo a mettersi in guardia insieme a Po.
« State indietro! » gridò Harry. « Non conoscete le loro capacità... lasciate fare a noi! »
Anche per questo fu troppo tardi. I Dissennatori si erano già avventati sui due malcapitati, ignari di cosa sarebbe accaduto loro di lì a poco per mano di quelle orride creature. Appena un respiro, e Edward Elric cadde in ginocchio, in preda al suo ricordo più terribile: la notte in cui aveva perso tutto...
« Non è possibile, non è questo che desideravo! Al, è tutta colpa mia... Ridatemelo, ridatemi mio fratello! prendetevi l'altra gamba... prendetevi le mie braccia... prendetevi il mio cuore... potete prendervi tutto quello che volete... tutto, ma ridatemelo, vi prego... è l'unico fratello che ho! »
Lo stesso accadeva nel frattempo a Po, mentre il gelo dei Dissennatori lo assaliva. E l'incubo che aveva corrotto la sua infanzia tornò a riemergere, più tremendo che mai...
« Aaaargh! Aiuto! »
« Uccideteli! Uccidete tutti i panda! Nessuno deve restare vivo! »
« Moglie, prendi il bambino! Scappate! »
« Noooo... »
« EXPECTO PATRONUM! »
Harry si era fatto avanti, e come la volta scorsa riuscì a fare il miracolo. Il cervo d'argento eruppe dalla sua bacchetta e tornò a correre in mezzo al gruppo, scacciando via i Dissennatori con la sua luce. Anche quelli che avevano assalito Ed e Po si ritrassero, permettendo loro di rimettersi in piedi poco dopo; tentarono subito di attaccare, quando si udì uno sparo. Un Dissennatore fu colpito in testa e cadde in mare; un altro fu tranciato in due da una lama di luce verde, scagliata come un boomerang che tornò subito dopo in mano al suo padrone. Harry, Ed e Po si voltarono: Luke e Lara, rimasti indietro per breve tempo, si erano riuniti al gruppo per aiutarli.
« State tutti bene? » gridò Lara, pistole alla mano.
« Sì... credo di sì » rispose Ed, mettendosi in guardia.
« Per tutti i ravioli al vapore... che diavolo è successo? » esclamò Po, ancora sconvolto.
« Rimandiamo a dopo le spiegazioni » intervenne Jake. « Abbiamo un nuovo carico di merda da cui tirarci fuori! »
I Valorosi si raggrupparono sul ponte, formando un cerchio. Il Patronus camminava lento intorno a loro, proteggendoli dai Dissennatori che non accennavano a ritirarsi; continuavano a fluttuare lungo il ponte del Titanic, e il loro numero sembrava aumentare a vista d'occhio. Cercavano di avanzare il più possibile, nonostante la magia di Harry facesse da scudo.
« Non hanno alcuna intenzione di lasciarci andare, sembra » ne dedusse Jake, osservandoli bene. « Sono così tanti... faremmo meglio a scappare. Harry, teleportaci via! »
« Si dice Materializ... ah, lascia perdere » borbottò il ragazzo. « Aggrappatevi tutti a me! »
I compagni obbedirono senza farselo ripetere. Quando tutti ebbero afferrato Harry per la giacca, questi girò su se stesso, concentrandosi sulla destinazione: il porto...
Ma non funzionò. Harry perse l'equilibrio e cadde a terra, trascinando con sé i suoi compagni. Erano ancora a bordo del Titanic, circondati da un centinaio di Dissennatori sempre più vicini.
« Che succede? » protestò Hellboy. « Perché non ha funzionato? »
« Non lo so! » rispose Harry, rimettendosi in piedi. « Non capisco... non mi era mai accaduta una cosa del genere. A meno che... »
« A meno che cosa? »
« A meno che qualcuno non abbia posto un incantesimo anti-Smaterializzante su questo posto. Qualcuno come... »
« Qualcuno come me, Potter » disse una voce acuta e gelida.
Harry sbarrò gli occhi, impietrito, mentre rivolgeva lo sguardo sull'uomo che con calma si faceva largo tra i Dissennatori. Alto, emaciato, avvolto in un manto nero col cappuccio, l'orrida faccia da rettile bianca e scarna, gli occhi rosso sangue dalle pupille verticali fissi su di lui... Lord Voldemort lo aveva trovato, infine.
« Oh, finalmente » dichiarò Voldemort con un ghigno soddisfatto. « Finalmente ti ho trovato, Potter... e in buona compagnia, a quanto vedo. »
I Valorosi si scambiarono un'occhiata, dopo aver fissato lo stregone con crescente disgusto.
« Però » commentò Hellboy. « Io sarò anche brutto, ma tu sei veramente orrendo! »
« Sembra che tu non abbia perso la vecchia, irritante abitudine di circondarti di deboli amichetti » aggiunse Voldemort, ancora rivolto a Harry.
« Hah » borbottò il diavolo, puntandogli contro la sua pistola. « Vieni più vicino e ti faccio vedere quanto sono debole, faccia da biscia. Ti spacco quel brutto naso che... ops, scusa! Non mi ero accorto che non ce l'hai. »
Voldemort gli lanciò un'occhiataccia, ma Harry intervenne prima che accadesse ben più di uno scontro verbale.
« Come hai fatto a trovarci? » domandò.
Voldemort ridacchiò, e nel frattempo accarezzava la sua bacchetta in legno di tasso.
« Mi hai sempre sottovalutato, Potter » sibilò. « Hai dimenticato quanto può essere pericoloso pronunciare il mio nome? Ma il prode Harry Potter non ha paura di pronunciarlo, vero? Ecco perché ho imposto nuovamente il Tabù sul mio nome... un modo davvero semplice per rintracciarti. Ed è stato altrettanto semplice raggiungere questa nave in buona compagnia, senza essere notato... con l'aiuto del mio nuovo alleato. »
Lo stregone guardò un punto alle spalle dei Valorosi. Questi si voltarono uno dopo l'altro, verso la prua della nave, dove era apparso un nuovo individuo. A differenza di Voldemort, costui fu riconosciuto subito da gran parte del gruppo: Ansem, il Cercatore dell'Oscurità, levitava a un metro da terra, chiuso nel suo soprabito nero a braccia incrociate.
« Ansem! » gridò Sora, che subito gli puntò contro il Keyblade. L'Heartless tuttavia non batté ciglio, limitandosi ad allargare le braccia.
« Eccovi qui, finalmente » dichiarò con voce profonda. « Eroi... coraggiosi guerrieri, salvatori dei vostri mondi dal cuore impavido. Non potevi che essere uno di loro, Sora... ma questo non ti salverà dalla tua sorte... la sorte che attende tutti i cuori di tutti i mondi! »
« I cuori? » fece Edward, confuso. « Ma di cosa sta parlando? »
« L'Oscurità è la vera essenza del cuore » proseguì Ansem. « Alla fine, ogni cuore ritorna nell'oscurità da cui è venuto. L'Oscurità conquista tutto! »
« Bla bla bla » cantilenò Sora, spazientito. « Questa parte me l'avevi già raccontata una volta... sei davvero noioso, oltre che stupido! »
« Già, sono pienamente d'accordo » confermò Jake, mentre con la sua statura osservava la situazione. « Pensate di spaventarci con così poco, voi due? » aggiunse, guardando Ansem e Voldemort. « Con la vostra entrata trionfale e un mucchio di stracci volanti? È una cosa che possiamo gestire senza problemi... giusto ragazzi? »
I Valorosi annuirono, e ancora una volta si posero in guardia, pronti a combattere. Harry tornò a guardare Voldemort, colmo di rabbia.
Ma i due avversari continuavano a sorridere maligni, come se avessero la situazione in pugno. Non guardavano più i Valorosi, ma in due direzioni diverse lungo il ponte: gli otto compagni si accorsero solo in quel momento che una folla enorme di Senzavolto si stava radunando intorno a loro. Marinai, ufficiali e passeggeri, rimasti insensibili allo scontro fino a pochi istanti prima, ora si raccoglievano in massa come apparenti spettatori, circondando Voldemort, Ansem e i Valorosi. Lo spazio che fu concesso al gruppo era delimitato dalla barriera luminosa emessa dal Patronus, ancora attivo.
« Maledizione! » osservò Lara, voltandosi in ogni direzione. « Di male in peggio... sembra che ora ci vedano! »
« Senzavolto » dichiarò Ansem in quel momento. « Ombre senz'anima, fantocci privi di volontà... nulla più che mere parvenze della vita di un mondo estraneo. Anche se non hanno volto né anima, hanno comunque un cuore. Cuori tremanti di odio... cuori brucianti di rabbia... cuori segnati dall'invidia... cuori che, in quanto tali, possono colmarsi di oscurità! »
Sora rimase ad ascoltare, consapevole di aver già sentito in passato parole simili. Ma non era il momento più adatto per i ricordi, perché la situazione stava per prendere una piega ancora peggiore: sotto lo sguardo attonito dei Valorosi, i Senzavolto subirono un'improvvisa trasformazione. Tutti quei corpi si ricoprirono di tenebre, rendendoli in pochi istanti qualcosa di molto più pericoloso.
Ora i Valorosi erano circondati da una folla di Heartless. Erano più alti e più grossi di quelli affrontati nel grattacielo qualche giorno prima: avevano tutti una forma umanoide, i corpi neri come il buio, i piccoli occhi gialli e dotati di lunghe antenne piegate a zigzag all'indietro.
Sora non poteva essere più sconvolto. Ansem aveva sfruttato i cuori dei Senzavolto per trasformarli tutti in Heartless, ottenendo un potente esercito in pochi istanti. A vedere un simile dispiegamento di forze, il ragazzo dubitava di poter ancora gestire la cosa senza problemi.
« State attenti » disse subito, rivolto ai compagni. « Questi sono Neoshadow... sono molto più forti dei piccoletti che abbiamo affrontato l'altro giorno, non sottovalutateli. »
« Ricevuto, ragazzo » rispose Hellboy. « Sei tu il massimo esperto contro di loro... e i Dissennatori sono materia di Potter. Non resta che darci dentro, no? Voi che ne dite? »
I Valorosi si scambiarono un'occhiata, prima di rivolgersi tutti a Jake. Il Na'vi torreggiava al centro del gruppo, mitragliatrice alla mano, lo sguardo determinato; anche se era circondato da ombre e non-morti divoratori di anime e cuori, non perse la voglia di sorridere.
« Scateniamoci! » ordinò.
Il gruppo si disperse in ogni direzione, armi alla mano. Heartless e Dissennatori si lanciarono all'attacco, come un'onda gigantesca; il cervo d'argento continuò a galoppare per tutto lo scenario, inondando eroi e nemici con la sua luce. Heartless e Dissennatori, indeboliti da essa, caddero numerosi sotto i colpi dei Valorosi: Sora li annientava rapido con il suo Keyblade; Harry li spazzava via con gli incantesimi; Ed usava l'alchimia per respingerli; Po li metteva al tappeto con il suo micidiale kung fu; Luke li tranciava a metà con la spada laser; Hellboy e Lara li abbattevano a colpi di pistola; Jake li falciava con la mitragliatrice. Opposero una fiera resistenza, nonostante fossero in inferiorità numerica.
Andò avanti così per qualche minuto, finché i due nemici principali non decisero di intervenire. Voldemort e Ansem avanzarono nello stesso momento, per avventarsi sulle loro rispettive nemesi: entrambi avevano organizzato tutto questo solo come diversivo, per tenere occupati gli alleati fino al momento cruciale. Avevano dato ascolto a Nul solo per questo... per uccidere i loro veri nemici.
Harry si era appena fatto largo tra un gruppo di Heartless quando vide Voldemort apparire di fronte a lui, pronto finalmente ad affrontarlo.
« Tu e io, Potter... com'è sempre stato! »
« Fatti un favore, Riddle... chiudi quella dannata bocca! »
Sollevarono le bacchette nello stesso istante, scagliando un incantesimo a testa. Il dardo di luce verde si scontrò contro quello rosso, provocando un'esplosione a mezz'aria; nessuno dei due maghi fu coinvolto da essa, e rimasero in piedi, illesi.
« Osi ancora chiamarmi con quel nome insulso? » urlò Voldemort, irritato. « Sei solo un moccioso insolente! »
« Questo moccioso insolente è riuscito a sconfiggerti » rispose Harry, decisamente più calmo. « A ucciderti! Non riesco a credere che tu lo abbia dimenticato. »
« Oh, ti sbagli... non l'ho affatto dimenticato. Ecco perché oggi è la vendetta a muovere la mia mano... Nul mi ha concesso l'occasione per cancellare l'onta che hai gettato su di me, Potter... e stai pur certo che non la sprecherò. »
« Allora ti suggerisco di stare attento, Riddle » ribatté il ragazzo. « Quante volte il tuo Avada Kedavra ha fatto cilecca su di me, a tue spese? Fossi in te non rischierei di usarlo ancora... a meno che non vuoi che la storia si ripeta. »
Voldemort tacque, ma le sue labbra tremavano per la rabbia.
« D'accordo, ne farò a meno » sibilò infine. « Vorrà dire che ti farò lentamente a pezzi! »

Nel frattempo, Sora era alle prese con Ansem. Il ragazzo era stato colto di sorpresa dalla sua nemesi, mentre era intento a massacrare orde di Heartless; l'uomo in nero era sbucato dal nulla e lo aveva afferrato, scagliandolo verso l'alto con una forza immensa. Sora fece un volo pazzesco, e i suoi occhi individuarono l'enorme canna fumaria su cui stava per andare a sbattere; scacciò lo spavento e fece appello al potere dentro di lui, concentrandosi su ciò che doveva fare per sopravvivere.
Glide!
Il corpo di Sora rallentò sempre di più, finché non toccò con i piedi il metallo della canna fumaria senza danni; fortunatamente la sua abilità di levitazione non era andata perduta. Si aggrappò subito alla superficie metallica, conficcandovi il Keyblade per non cadere. Il ragazzo ebbe appena un attimo per riprendere fiato, quando vide Ansem scagliarsi ancora una volta su di lui: il suo Guardiano colpì la canna fumaria, così forte da piegarla all'indietro fino ad appoggiarsi sull'altra. Ora la superficie a cui era aggrappato Sora si era inclinata, e poteva camminarci sopra più facilmente; guardò in basso, verso il ponte, dove ancora infuriava la battaglia. Ansem lo aveva separato dai suoi compagni, ma sembravano cavarsela anche senza di lui.
« La tua speranza è debole » dichiarò l'Heartless, fluttuando nell'aria. « Così come la luce che illumina questo mondo spezzato. Presto o tardi l'oscurità coprirà tutto... dunque perché ancora ti opponi ad essa? »
« Perché è giusto » rispose Sora, impugnando il Keyblade. « E perché hai torto... l'oscurità non potrà mai coprire tutto. Da qualche parte nel mondo, ci sarà sempre un po' di luce a risplendere! »
Ansem fece un ghigno maligno.
« E io annienterò anche quella! »
E lo scontro decisivo tra i due ebbe inizio.

Il resto dei Valorosi fu impegnato a combattere, senza sosta, le due orde del nemico. I sei compagni facevano un ottimo lavoro di squadra, supportato anche dalla difesa del Patronus, ma sentivano di non poter resistere ancora per molto. Gli Heartless li schiacciavano con la loro superiorità numerica, e i Dissennatori complicavano ulteriormente le cose con il freddo e la nebbia. Era come trovarsi in mezzo a una tempesta, costretti a resistere finché non fosse cessata.
Lara ebbe un attimo di difficoltà, mentre ricaricava le sue armi; alcuni Heartless colsero l'occasione per aggredirla, ma Luke giunse subito in soccorso dell'amica, facendo a pezzi i nemici con assoluta precisione.
Lara sospirò sollevata, mentre finiva di ricaricare.
« Graz... attento! »
Luke ebbe appena il tempo per voltarsi e alzare la spada, ma il Dissennatore stava già crollando al suolo, crivellato dai colpi di Lara. Lo Jedi tornò a guardare la sua alleata, ammirato, che gli restituì un sorriso fiero.
« Se ne usciamo vivi, ricordami che ti devo un bacio » dichiarò lei.
« Hehe... nessun problema. »
Ed entrambi si voltarono, mettendosi schiena contro schiena, pronti ad affrontare un'altra ondata.
Contemporaneamente, Ed era impegnato a combattere contro la sua parte di nemici: come al solito, aveva trasmutato parzialmente il suo automail, creando una lama con cui affettare gli Heartless. Stava molto attento inoltre a usare l'alchimia in uno spazio così limitato: una nave in movimento sopra un'enorme distesa d'acqua non era l'ambiente ideale in cui scatenarsi con le trasmutazioni... avrebbe rischiato di causare seri danni, mettendo in pericolo se stesso e i suoi alleati. Come gli altri, anche lui sentiva di non poter andare avanti a lungo.
« Maledetti... non finiscono più! » si lamentò, dopo aver eliminato un paio di Heartless per vederne rispuntare altri. « Che facciamo, Jake? »
Il Na'vi si liberò di un Dissennatore, trafiggendolo con una freccia, prima di rispondere.
« Questi non sono il vero nemico » commentò accigliato. « Sono solo carne da macello... dobbiamo eliminare i loro padroni, o continueremo ad averceli addosso! »
« Oh, gran bella idea! » intervenne Hellboy, continuando a sparare. « Peccato che Voldemort e Ansem sono fuori tiro... in questo modo non li raggiungeremo mai! »
« Non abbiamo scelta, allora... dobbiamo confidare in Harry e Sora... affinché abbiano la meglio sulle loro nemesi. »

Harry e Voldemort erano ancora impegnati a duellare poco lontano, vicino alla ringhiera del ponte, praticamente indisturbati. I loro poteri si eguagliavano, in quel momento cruciale: da una parte Voldemort, forte della sua esperienza e talento nelle Arti Oscure; dall'altra Harry, in grado di tenergli testa grazie alla Bacchetta di Sambuco. Il ragazzo riusciva a proteggersi persino dalle maledizioni più letali, con grande disappunto del suo nemico: Voldemort non si arrese e continuò a provare, scagliando incantesimi in rapida successione... che tuttavia furono prontamente bloccati o respinti dalla magia difensiva di Harry.
« Quando pensi di rinunciare, Tom? » dichiarò Harry dopo l'ultimo attacco. « Mentirei, se ti dicessi che comincio a stufarmi... perché sono già stufo di tutto questo da un bel pezzo. »
« Maledetto... » sibilò Voldemort, come se cercasse di trattenere una furia immensa. « Maledetto moccioso! Ti credi migliore di me? Se ora mi resisti è solo grazie a quella bacchetta... che dovrebbe stare tra le mie mani! »
Harry guardò la Bacchetta di Sambuco, e il suo sguardo si fece più cupo.
« Non sono felice di affidarmi a questo potere » ammise. « Non ho mai creduto che fosse questo il vero potere... ma mi è servito per liberarmi di te già una volta, dunque lo userò ancora! »
Udì Voldemort respirare forte, e nient'altro. Sembrava non aver altro da aggiungere, anche perché subito dopo alzò la bacchetta. Harry tornò in guardia, ma non gli arrivò addosso alcun incantesimo; poi udì un nuovo respiro, molto più agghiacciante, alle sue spalle. Si voltò e il panico gli annebbiò il cervello, mentre tre Dissennatori si avventavano su di lui, senza dargli il tempo di reagire. Il Patronus era troppo lontano.
Harry crollò a terra, in ginocchio. La disperazione lo stava già devastando, dentro e fuori, insieme al gelo... e il buio...
« Haaarry!!! »
« Mamma... »
« Dalla Cina con furore! »
I Dissennatori furono allontanati, colpiti in pieno da qualcosa di enorme la cui forza riuscì a spedirli oltre il parapetto. Harry alzò la testa, di nuovo in grado di pensare: con suo enorme stupore (e anche di Voldemort), Po era giunto in suo soccorso.
Il panda atterrò con grazia accanto all'amico, pronto a dare manforte contro lo stregone.
« Stai bene, Harry? Niente paura, i rinforzi sono arrivati! »
« Heh... grazie mille! »
Voldemort osservò la scena, con evidente incredulità nei suoi occhi vermigli.
« Non ti conosco, buffa bestia parlante » sibilò, « ma se interferirai in questo duello, conoscerai nuove forme di dolore. »
« Hah! Si vede che non mi conosci affatto, bello » dichiarò Po, sicuro di sé. « Il mitico Guerriero Dragone non abbandona mai un amico in difficoltà, e non teme i brutti cattivoni come te. »
« Uhm... devo riconoscere che hai fegato. Ma nemmeno Lord Voldemort teme i dragoni... se proprio insisti, ti metterò alla prova. Serpensortia! »
La punta della sua bacchetta esplose, e un lungo, gigantesco serpente venne fuori da essa, strisciando minaccioso verso Po. Il panda restò in guardia, ma non riuscì a impedire al rettile di avvinghiarsi intorno al suo corpo, stringendo forte.
« Po! »
Harry cercò di raggiungerlo, ma Voldemort ne approfittò per scagliargli contro un nuovo incantesimo. Il ragazzo alzò appena in tempo la Bacchetta, ma la difesa fu troppo debole e gli sfuggì di mano. Voldemort gli venne addosso mentre cercava di recuperare la sua arma, pronto a finirlo una volta per tutte...
« Avada... »
Non finì mai la frase, perché qualcosa di lungo si avvinghiò al suo braccio in quel preciso istante, impedendogli di abbassare la bacchetta. Non era una corda, bensì la coda del serpente che aveva evocato poco prima: il suo sguardo incredulo si spostò dal braccio fino a un punto alle sue spalle, dove aveva lasciato Po. Il panda si era liberato dalla presa del serpente, e lo stava usando come un lazo per bloccare il suo attacco.
« Wohoo! » esclamò Po, sempre più determinato. « Te lo avevo detto che non mi fai paura! »
Harry sorrise, meravigliato per la piega presa dalla situazione. Po stava tenendo testa a Voldemort!
Lo stregone urlò, sempre più furibondo. Schioccò le dita e il serpente svanì in una nuvola di fumo; la sua mano era di nuovo libera, così strinse la presa sulla bacchetta e la rivolse su Po.
« Avada Kedavra! »
Un lampo di luce verde saettò attraverso lo sguardo di Harry, improvvisamente agghiacciato. Po fu colpito in pieno sulla pancia: si udì un forte rimbombo mentre il suo corpo veniva avvolto per alcuni istanti da un alone verde; l'incantesimo rimbalzò quindi in alto, dritto sparato contro il cielo come un fuoco d'artificio. Poi, tuttavia, Harry vide Po crollare a terra con tutto il suo peso, a faccia in giù.
Dopo averlo visto accadere fin troppe volte, il ragazzo non poteva dubitare in alcun modo di ciò che aveva di fronte: un altro amico morto.
« Po... noooooo! »
Sentì Voldemort sogghignare soddisfatto, ma era come se si trovasse molto lontano.
« È stato molto coraggioso, proprio come tuo padre... non è vero, Potter? E ha fatto la sua stessa fine, proprio come tutti gli altri che si sono fatti avanti per proteggerti.
« Sembra proprio che la storia sia destinata a ripetersi, dopotutto » proseguì Voldemort. « Anche qui, in questo mondo assurdo dominato da forze che non comprendiamo, c'è sempre qualcuno pronto a morire per te... pronto ad ostacolare il mio piano di rinascita. Mi domando dunque se sarò costretto a uccidere tutti i tuoi amici, prima che il mio incantesimo riesca finalmente a colpirti. »
Sentì Harry mormorare qualcosa, ma con quella voce spezzata non riuscì a capirlo.
« Che cosa hai detto, Potter? »
« Ho detto... Crucio! »
La Bacchetta di Sambuco fendette l'aria, dritta contro Voldemort. Lo stregone, colto di sorpresa, non riuscì a difendersi, e una scarica di immenso dolore lo investì in pieno. Crollò a terra in ginocchio, la bacchetta ancora in mano, ma prima che potesse reagire vide Harry avanzare minaccioso verso di lui, che lo colpì con un'altra maledizione.
« Crucio! »
Voldemort urlò ancora. Non aveva mai subito di persona gli effetti di quella maledizione, la stessa con cui lui si era divertito a torturare innumerevoli persone; e ora che essa era fortificata dalla Bacchetta di Sambuco, nessuno poteva immaginare l'enormità del dolore provato dal suo corpo. Harry non ci pensò nemmeno mentre lo torturava, carico di rabbia e odio oltre ogni misura. Neanche durante il loro ultimo incontro era mai stato così furioso, nonostante la guerra gli avesse portato via molti dei suoi cari. Doveva accadere laggiù, in quello strano mondo... l'ultima goccia che fece traboccare il vaso della sua pazienza.
« Maledetto! » urlò. « Maledetto bastardo! Crucio! Vigliacco! Assassino! Crucio! Sectumsempra! Sectumsempra! »
L'ultimo incantesimo lacerò la pelle di Voldemort in vari punti, provocandogli numerose ferite. Lo stregone rimase a terra, ridotto ormai allo stremo delle forze dopo una tale quantità di colpi subiti. Harry gli tolse la bacchetta di mano con un calcio, gettandola lontano: ora il suo nemico era inerme, finalmente... pronto a pagare per tutto ciò che gli aveva fatto. Il ragazzo mise perciò da parte la Bacchetta di Sambuco e impugnò la spada: l'occasione era perfetta... quell'arma aveva già distrutto i pezzi dell'anima di Voldemort in passato... era giusto che servisse allo scopo ancora una volta, per distruggere il corpo di quel viscido serpente.
Mentre sollevava la spada, Harry fissò lo sguardo su quegli occhi vermigli, ora ricolmi di dolore e paura allo stato puro. Voldemort stava per avere, ancora una volta, ciò che aveva sempre temuto.
« Per i miei genitori » dichiarò, spietato. « Per il mio padrino... per i miei amici... per Po... ma soprattutto, per avermi rovinato la vita! »
Una gigantesca ombra nera apparve all'improvviso sotto i suoi piedi. Da essa emersero Heartless in gran quantità, che saltarono subito addosso a Harry: miravano al suo cuore tremante di rabbia, da cui il ragazzo si era lasciato travolgere mentre infieriva su Voldemort. Ogni parte del suo corpo fu ghermita da artigli di tenebra, arrivando quasi a stritolarlo; non riuscì a raggiungere la Bacchetta, perciò si affidò alla spada, ma non bastò per liberarsi di tutti quegli Heartless. Ben presto non riuscì a vedere più nulla e cadde in ginocchio, ormai sul punto di soccombere...

Lo scontro tra Sora e Ansem proseguiva, da una posizione ben più elevata. Eroe e nemesi si affrontavano sulla canna fumaria del Titanic, danneggiata in modo grave. Il ragazzo abbassò lo sguardo, e vide con sommo orrore cosa stava succedendo sul ponte.
« Harry! »
« Per lui è troppo tardi » dichiarò Ansem, incrociando le braccia ancora una volta. « Sta precipitando nell'Oscurità, da cui non troverà scampo. »
Sora lo ignorò e iniziò a correre, nel tentativo di raggiungere l'amico, ma l'Heartless si parò di fronte a lui. Il ragazzo provò a colpirlo con il Keyblade, che fu quasi subito bloccato dalla mano possente del Guardiano.
« Continui a commettere lo stesso errore » riprese Ansem, con il suo solito sorriso maligno. « Cerchi di aiutare i tuoi amici, nonostante siano già perduti... proprio come è successo a Riku. Così, mentre ti ostini a salvarli, diventi vulnerabile... debole. I tuoi amici sono la tua debolezza! »
Sora gli restituì un'occhiataccia, mentre entrambi stringevano la presa sul Keyblade. Poi il ragazzo fece inaspettatamente un sorriso, e la chiave sparì dalla sua mano. Un istante dopo riapparve sull'altra, ma con una forma diversa: era bianca, con due ali d'angelo sull'impugnatura e i denti, bianchi e dorati, erano disposti come i raggi di una ruota; alla base era attaccato il portafortuna che gli aveva regalato Kairi.
« I miei amici » dichiarò Sora, « sono sempre stati la mia forza... »
Scattò in avanti e colpì Ansem in pieno petto, facendolo urlare. Poi fece un balzo all'indietro, sfruttando l'occasione.
« ...e lo saranno sempre! »
Lanciò il Keyblade con tutta la sua forza, che roteò nell'aria e trapassò Ansem da parte a parte. Il nemico urlò ancora più forte e cadde in ginocchio, mentre l'arma di Sora tornava tra le sue mani.
« È finita, Ansem, hai perso... ancora una volta. »
Il Guardiano svanì dalle spalle di Ansem. Lo stesso stava accadendo a lui, mentre ansimava sconfitto ai piedi di Sora: il suo corpo si stava disintegrando rapidamente, trasformandosi in fumo nero. Eppure rideva, contro ogni aspettativa.
« Hehe... sì, è finita » sussurrò. « Per Ansem, almeno... ma per Xehanort... non è affatto... finita. Non hai ancora vinto... Custode del Keyblade... »
Un attimo dopo svanì del tutto, lasciando a terra solo il soprabito nero. Sora lo guardò per un po' con aria accigliata, ma non c'era tempo da perdere: rivolse subito lo sguardo verso il ponte, dove erano in atto le conseguenze della sua vittoria su Ansem.
I Valorosi, ridotti ormai allo stremo, rimasero di stucco nel vedere gli Heartless svanire all'improvviso, dissolvendosi nell'aria in una moltitudine di sbuffi di fumo nero. Anche i Dissennatori rimasti stavano battendo in ritirata, e si disperdevano in ogni direzione senza alcun ripensamento. Il Titanic fu improvvisamente avvolto dalla calma e dal silenzio, libero anche dalla nebbia e il gelo: a parte i Valorosi, in giro non si vedeva nessuno. Essi rimasero tuttavia in guardia, aspettandosi un nuovo attacco che tuttavia non avvenne.
« Che succede? » disse Edward, guardandosi intorno. « Se ne sono andati all'improvviso... che diavolo gli sarà preso? »
Jake non rispose, ma il suo sguardo si posò nel frattempo sulla canna fumaria, dalla quale Sora si stava calando con un balzo, e poi su Harry e Po, distesi a terra vicino alla ringhiera. Dei loro avversari non c'era traccia.
« Ce l'hanno fatta » dichiarò il Na'vi, riponendo arco e mitra. « Harry e Sora devono aver eliminato le loro nemesi, e le creature sono sparite insieme a loro. Come diciamo su Pandora, "Se tagli la testa, morirà la bestia"... e così è stato. Abbiamo vinto! »
Sollevati, riposero tutti le armi e si avvicinarono alla ringhiera. Sora arrivò planando in quello stesso momento, e superandoli atterrò accanto a Harry: il giovane mago si stava già rimettendo in piedi, terribilmente scosso.
« Uff, meno male » esclamò Sora, guardandolo. « Per un attimo ho temuto che fosse troppo tardi. State tutti bene? »
« Sì... io sto bene » sussurrò Harry, la cui voce sembrava tuttavia dimostrare l'esatto contrario. « Ma Po... non ce l'ha fatta. »
« Cosa? »
« Po è... morto. Voldemort lo ha ucciso. »
I Valorosi si voltarono a guardare Po, ancora disteso al suolo. Jake e Lara si erano avvicinati a lui, cercando di scuoterlo ma invano.
« Non è possibile » disse Luke con tono piatto.
« Ha usato l'Avada Kedavra » ribatté Harry, ormai in lacrime. « Non ha avuto scampo... credetemi, l'ho visto succedere fin troppe volte! »
« mmmancora cinque minuti, papà... »
Harry s'interruppe, e anche i suoi compagni.
« ...perché dobbiamo aprire anche la domenica mattina...? »
Jake voltò Po, facendolo distendere sulla schiena. Con enorme sorpresa di Harry, il panda stava aprendo gli occhi con un grugnito, come se si fosse appena svegliato di malavoglia. I Valorosi lo circondarono, sollevati nel vederlo riprendere i sensi; il giovane mago, sempre più incredulo, corse ad abbracciarlo.
« Po! Sei vivo... sei vivo! » gridò più forte che poteva.
« Uhm? Sì, credo di sì » fece Po, l'aria ancora visibilmente sbattuta. « O siamo morti entrambi? »
« Direi di no » affermò Hellboy. « So bene cosa si prova quando si è vicini al crepare. »
« Era ciò che volevo dire, prima » aggiunse Luke. « Sapevo che Po non era morto... percepivo ancora la sua forza vitale. »
« Ugh... cavolo, mi fa male dappertutto » brontolò il panda, afferrandosi la pancia. « Quel colpo è stato davvero tremendo. Inoltre ho ancora una fame da lupi! »
Harry rise, tanto era sollevato da quella lieta notizia. Sapere di non aver perso un altro amico lo riempiva di gioia, dimenticando tutta la rabbia provata appena pochi minuti prima. Non riusciva a credere che Po fosse così resistente alla magia da sopravvivere persino all'Anatema che Uccide... una magia che nel suo mondo aveva mietuto innumerevoli vite per mano dello stesso Voldemort.
Ma non la sua... non la vita di quel grosso, lardoso panda con cui aveva l'onore di viaggiare.
« Sei stato incredibile, Po » disse il ragazzo con un gran sorriso. « Anzi, di più... sei stato mitico! Il modo in cui hai sfidato Voldemort... hehe... credo che da oggi in poi sarai ricordato come Il Panda Che È Sopravvissuto. »
I Valorosi scoppiarono a ridere, improvvisamente divertiti dalla situazione.
« A proposito, Harry, lui dov'è finito? » domandò Lara. « Non vedo il suo corpo da nessuna parte... lo hai forse incenerito? »
Harry scosse la testa, facendosi nuovamente cupo.
« Purtroppo no » rispose. « Quel serpente è riuscito a scappare. Mentre avevo gli Heartless addosso, ha recuperato la sua bacchetta e si è Smaterializzato. Maledetto... ce l'avevo quasi fatta... »
Po cercò di consolarlo, mettendo una zampa sulla sua spalla.
« Non te la prendere, amico » disse con un sorriso. « L'importante, adesso, è che stiamo tutti bene. Abbiamo vinto questa battaglia! »
Harry lo guardò. Quel viso paffuto e sorridente, così colmo di beata innocenza, riuscì in qualche modo a tirarlo su di morale. Gli fu grato per questo: fino a pochi minuti prima, il ragazzo si era trasformato praticamente in qualcun altro... aveva permesso all'odio di consumare il suo cuore, rendendolo spietato oltre ogni immaginazione. Spietato come Voldemort.
Ma grazie al cielo era tutto finito, pensò; così Harry restituì un sorriso a Po e si rialzarono in piedi entrambi.
Tra i Valorosi calò il silenzio, durante il quale ne approfittarono per dare un'occhiata intorno. Il ponte e la prua del Titanic cadevano praticamente a pezzi, dopo una battaglia così violenta: la prima canna fumaria, dove avevano lottato Ansem e Sora, era spaccata e piegata contro le altre ancora attive. La nave galleggiava ancora, ma ora non c'era più nessuno a governarla: i Senzavolto l'avevano abbandonata dopo essere stati trasformati in Heartless.
Ora i Valorosi andavano alla deriva a bordo di una nave fantasma.
« Che facciamo adesso? » domandò Sora, dubbioso. « Questa nave non ci porterà lontano, in queste condizioni. »
« È vero » ammise Jake. « Oltretutto, i nemici ci hanno individuati di nuovo... non è prudente restare qui. »
Convennero tutti che fosse il caso di lasciare immediatamente la nave. Ma mentre i Valorosi prendevano una decisione, un gemito catturò di colpo l'attenzione di tutti: Luke si era piegato sulle ginocchia, afferrandosi il petto come se fosse stato colto da un malore.
Lara si avvicinò subito a lui, spaventata.
« Luke! Cos'hai? Ti senti male? »
« Ugh... no, sto bene » rispose lui, ma il tono era lo stesso usato da Harry poco prima. « Ho avvertito qualcosa: qualcosa di terribile... di oscuro. »
« Che vuoi dire? » domandò Harry. « Hai percepito qualcuno? Non sarà di nuovo Voldemort? »
« No... non è lui. Non lo riconosco, ma è potente... molto potente... ed è vicino! »
Il Jedi si voltò verso la prua, oltre il mare. I compagni lo seguirono con lo sguardo, ma come lui non videro nulla di diverso. Pochi secondi dopo, tuttavia, accadde qualcosa: la nave si fermò all'improvviso, bruscamente, facendo sussultare il ponte; i Valorosi persero l'equilibrio e caddero in ginocchio... e nel frattempo, un nuovo nemico emergeva dalle acque.
L'ombra di un nuovo incubo stava per calare su quegli intrepidi eroi.   

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