Capitolo 2.

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Giovedì 8 Settembre 2011, ore 16:45.

Sono un ragazzo timido e per niente spavaldo, proprio per questo tutto ciò che mi limito a fare è stare fermo e immobile ad osservare quella ragazza. Non so bene per quale motivo, ma improvvisamente decido di fare un passo avanti. Forse non è una decisione, forse sono semplicemente curioso e preoccupato per quella ragazza ed è per questo che ora mi sto dirigendo verso di lei. Non so bene come comportarmi e cosa dire, ma decido lo stesso di andare a parlarle.

"Ehm.. scusami per la pallonata. Ti sei fatta male?" le chiedo in imbarazzo una volta di fronte a lei mentre lei mi osserva invece con uno sguardo stupito. In effetti ha ragione, ho tirato la palla parecchio forte ed è palese che si sia fatta male. Bravo Ignazio, domanda intelligente.

Il suo sguardo stupito, però, non è dovuto dalla mia assurda domanda, la motivazione è un'altra e mi basta poco per capirla. Mi giro infatti verso i miei compagni e vedo che in questo momento non stanno assumendo un comportamento maturo: a quella scena alcuni ridono con le lacrime agli occhi, altri invece fanno gli indifferenti come se la mia pallonata non abbia colpito nessuno.

Da tutto questo capisco che quella ragazza è stupita proprio perché qualcuno si è avvicinato a lei per chiederle come stia e se si sia fatta male. Credo che questo non accada quasi mai con lei, ne sono quasi convinto. Altrimenti perché si comporterebbe in questo modo e sarebbe sorpresa e sbalordita al mio comportamento?

"Che domanda, ovvio che ti sei fatta male." dico nuovamente in imbarazzo. "Se non va qualcosa, se ti fa male o.. si insomma.." continuo impanicato e balbettando, mentre la ragazza accenna un sorriso.

"Va tutto bene. Lo ammetto, la pallonata era abbastanza forte, ma ormai ci sono abituata." mi dice con voce flebile e con un sorriso di rassegnazione. Quest'ultima frase mi rende triste perché significa solo una cosa: non è la prima volta che qualcuno le butta una pallonata addosso, ma sono sicuro che è la prima volta che quel qualcuno non faccia l'indifferente, ma le vada vicino e si preoccupi invece per lei.

"Credimi, io non l'ho fatto di proposito." contrabatto io continuando a giustificarmi. So che mi ha già perdonato, ma non voglio passare per il cattivo della situazione, non ho fatto niente di male. Voglio che lei sappia che sono innocente e che ho solo sbagliato a tirare buttandole di conseguenze la palla addosso. "È solo che.."

"Non preoccuparti, ti credo." mi interrompe lei rassicurandomi, accennando una lieve risata per la mia goffagine nel spiegare la mia innocenza. Nonostante io non sia ancora del tutto convinto delle sue parole, ma al tempo stesso non sapendo cosa dire o fare, mi limito ad annuire.

Vorrei presentarmi, ma non ne ho il coraggio. A salvarmi da questa situazione parecchio spiacevole è Piero con un "Ignazio sbrigati! Prendi la palla e vieni qui!". Nel dire ciò ha assunto un tono abbastanza serio e severo. Non credo ce l'abbia con me, ma con la ragazza che ho al mio fianco. La vedo infatti con lo sguardo basso per tutto il tempo in cui Piero ha parlato, mentre vedo quest'ultimo che la guarda quasi a volerla fulminare con lo sguardo.

Sono curioso di ciò che sia successo tra i due e del perché di questo e del comportamento precedente assunto dal resto della comitiva, ma decido di stamene zitto e immobile ad osservare la ragazza che ho al mio fianco finché a richiamarmi stavolta è l'intero gruppo.

"Ragazzi scustemi. Volevo solo sapere se quella ragazza si fosse fatta male dopo la mia pallonata." dico giustificando il mio ritardo una volta aver raggiunto i ragazzi di quella che presto sarebbe diventata la mia comitiva. Nessuno fiata, nessuno dice qualcosa, c'è solo un grande silenzio dovuto alle mie parole.

"Ragazzi sono quasi le sette, è ora di andare." è Gianluca ad interrompere quel silenzio che è diventato quasi fastidioso. Pensare che sia nato perché ho aiutato quella ragazza mi infastidisce e quasi mi irrita. Perché non dovrei aiutare una ragazza a cui, per sbaglio, ho buttato una pallonata addosso facendole anche un po' male? Perché loro devono ridere per questo?

Vedo Piero prendere la palla, che ho raccolto ai piedi dell'albero dove è seduta quella ragazza, dalle mie mani e uscire dal parco seguito dai nostri compagni. Io, invece, prima di andare via dal parco mi giro per guardare di nuovo quella ragazza. Noto che mi sta fissando già da prima che lo abbia fatto io e questa cosa mi fa sorridere. Appena se ne accorge, però, abbassa di scatto lo sguardo imbarazzata ed io non riesco a trattenere una risata. È timida, proprio come me, e mi piace.

"Ignazio ti muovi? Stiamo aspettando solo te!" mi dice Piero passando una mano davanti al mio viso. Mi sono improvvisamente incantato a guardare quella ragazza, pazzesco. Non la conosco, ci ho solo scambiato qualche parola a causa della mia pallonata, niente di più, eppure sento che ha qualcosa di.. diverso.

"Allora.. ci vediamo. Spero.. credo.. ehm.." dico avvicinandomi nuovamente a lei. Sono un disastro con le ragazze e di conseguenza sto facendo una figuraccia davanti ad una sconosciuta. Balbetto e vedo quella ragazza ridere sotto i baffi. Si nasconde probabilmente per non offendermi con la sua risata, ma io stranamente sono felice che abbia riso per colpa di una mia figura.

Sono sempre stato un ragazzo che non crede ai colpi di fulmini. Questi nascono nel momento in cui gli occhi di due ragazzi si incontrano per la prima volta ed è in quel momento che entrambi capiscono che l'altro è la propria anima gemella e che non possono più vivere senza di esso.

Ho sempre creduto che il colpo di fulmine esista solo nei libri e ne sono più che sicuro, almeno fino ad oggi. Questa volta, infatti, la penso diversamente. Non ho cambiato idea o opinione, ma quella ragazza che ho incontrato al parco a causa della mia pallonata mi ha colpito fin dal primo sguardo e fin dalla prima parola non detta.

Questa volta, a differenza di tutte le altre, potrebbe essere davvero uno di quei colpi di fulmine presenti all'interno delle fiabe. Quella ragazza infatti non mi è affatto indifferente, ma ora non ne sono consapevole. Tutto questo lo capirò solo in futuro, in seguito a..

Ignazio ha avuto il coraggio di parlare a quella ragazza, ma rimane sorpreso dal comportamento che assumono i ragazzi della sua nuova comitiva. Cosa sarà successo tra di loro e quella ragazza?

Ricordami [Ignazio Boschetto]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora