Capitolo 8.

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Martedì 20 Settembre 2011, ore 8:10.

Questa giornata non è iniziata nel migliore dei modi. Volete sapere perché? Beh, la risposta è facile. È passata circa una settimana e mezzo dal mio arrivo a Naro e non ho mai fatto ritardo, fino ad oggi. Non sono mai stato un tipo ritardatario, neanche a Bologna, ma oggi la sveglia per qualche assurdo motivo non è suonata e di conseguenza mi sono svegliato tardi.

Corro per le strade di Naro e in nemmeno dieci minuti riesco ad arrivare finalmente a scuola. Entro nell'istituto e perdo tempo a trovare la mia classe. Nonostante non sia arrivato da poco in questa città, faccio ancora fatica a ricordare tutti i posti.

"Anche tu in ritardo oggi?" mi chiede qualcuno alle mie spalle. Non ho bisogno di girarmi, capisco subito dalla voce esile e femminile che si tratta di Aurora.

"La sveglia non è suonata." le rispondo imbarazzato, ma appena mi dice che è lo stesso motivo per cui anche lei non è arrivata a scuola in orario, entrambi scoppiamo a ridere. "Credo proprio che ora dobbiamo entrare." dico poi indicando la nostra classe.

Dopo decidiamo di entrare in classe. Appena busso ed apro la porta della stanza, tutti coloro che stavano parlando o facendo qualcosa si fermano per osservare me e la ragazza dietro di me.

"Boschetto, Rossi sembra l'ora di arrivare in classe questa?" ci richiama severamente la nostra professoressa di matematica. Prima che possiamo scusarci, ci dice di accomodarci ognuno al proprio posto e siamo quindi costretti a separarci, essendo io al penultimo banco e lei al primo.

"Stamattina ti abbiamo chiamato non vedendoti arrivare." mi dice Gianluca una volta che mi sono accomodato al mio banco, ovvero affianco a lui. Eh sì, siamo compagni di banco.

"Sì, ho visto. Non è suonata la sveglia ed ho fatto tardi." ammetto sorridendo imbarazzato.

"Io credo invece che abbia fatto tardi per un altro motivo." mi dice invece Piero con un tono scocciato girandosi. Inizialmente non riesco a capire cosa voglia intendere ma poi, quando mi indica Aurora, non posso non rispondergli. Crede davvero che abbia fatto tardi perché ero con lei? Sto per dire qualcosa quando noto la professoressa che mentre spiega ci fulmina con lo sguardo, segno che dobbiamo starcene zitti, e quindi desisto.

Per tutta la lezione cerco di non pensare alle parole del mio amico, ma non riesco nel muo intento. Non capisco perché ogni volta che si parla di lei diventa scontroso e distaccato. Da quel che ho capito anche Gianluca non la sopporta, ma non agisce come invece agisce Piero.

Fortunatamente la giornata passa in fretta e, prima di uscire dalla classe per andare a casa, aspetto Aurora. La vedo indaffarata con i libri e, quando un ragazzo passa affianco a lei, vedo che per dispetto le fa cadere i fogli che aveva un attimo prima sul banco per poi ridere insieme al suo amico. Vorrei andare da quei due per dirgliene quattro, ma non mi sembra il caso. Proprio per questo mi diriggo invece verso Aurora e l'aiuto a raccogliere i fogli da terra.

"So che sembro inopportuno in questo momento.." le dico dopo che mi ringrazia e mentre è ancora impegnata a sistemare lo zaino. La guardo e lei ricambia curiosa e invitandomi a continuare. "Ma mi chiedevo se.. se un giorno di questi ti piacerebbe andare a.. a prendere un gelato insieme." le dico e mi meraviglio di me stesso. Essendo da sempre timido, infatti, raramente sono riuscito a chiedere ad una ragazza di uscire e, quando accadeva, era perché continuava lei stessa la frase o perché ad aiutarmi c'erano i miei compagni di classe.

"Hai ragione, sei inopportuno." inizia lei ed io capisco che avrei potuto farne a meno e che ho sbagliato tutto, ma mi ricredo quando continua. "Ma stavo aspettando che me lo chiedessi già da un paio di giorni, quindi perché ora non dovrei accettare?" e, a queste parole, sorrido come un ebete mentre invece lei ricambia il sorriso timidamente.

Ricordami [Ignazio Boschetto]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora