Mercoledì 5 Ottobre 2011, ore 00:11.
"Ragazzi, mi dispiace ma.. io.. non so come dirvelo, è una cosa parecchio complicata e.." dice balbettando e questo non fa altro che aumentare la mia ansia e la mia preoccupazione. Mio padre ci guarda ancora una volta, sospira e poi continua. "Vostra madre è.. è malata. Ha un tumore e.." sussurra con la voce rotta e, a quelle parole, sia io che Nina sbarriamo gli occhi incredule a ciò che ha appena detto nostro padre.
Mia madre ha un tumore. Una delle donne più importanti della mia vita è malata ed io non so cosa fare. In questo momento non capisco più niente. Mio padre continua a parlarmi, ma io non lo ascolto neanche per un momento. La testa mi gira, le orecchie mi ronzano e sento la nausea salire. Mi accascio a peso morto sulla sedia e guardo un punto fisso davanti a me mentre i miei occhi si riempiono di lacrime. Non riesco a reagire, non riesco a fare niente se non iniziare a piangere silenziosamente.
Sento improvvisamente la voglia di cacciare fuori tutto quello che in questo sto provando e proprio per questo corro verso un bagno e rimetto tutto, persino l'anima. Mi sto sentendo male e non so come riesca ora ad uscire da questo bagno, andare da mio padre, guardarlo negli occhi e dire qualcosa riguardo le parole che ha detto a me e a mia sorella su nostra madre.
"Ignà." mi chiama Aurora raggiungendomi in bagno. A vedere quella scena viene verso di me, si inginocchia ed appoggia una sua mano sulla mia accarezzandola dolcemente e l'altra sulla mia fronte. "Sono qui." mi sussurra poi mentre io continuo a vomitare. Non riesco a sorriderle, ma in questo momento è come se lo stessi facendo. Lei ha capito, lei sa che in questo momento ho bisogno di qualcuno e non ha esitato un attimo a venire. E poi.. chi se non lei vorrei vicino in un momento come questo? È la mia ragazza ed ho bisogno del suo supporto, ho bisogno solo di lei per calmarmi ora come ora.
"Ho paura." ammetto incominciando a piangere e a singhiozzare. Lei mi aiuta a rialzarmi, poi mi prende il viso tra le mani e mi asciuga le lacrime accarezzandomi al tempo stesso le guance. Odio farmi vedere dagli altri piangere, ma in questo momento non riesco a non farlo. Se solo penso alle parole di mio padre..
"È positivo avere paura. Significa che temi di perdere una persona a te cara. Quindi pensala così: ognuno di noi ha paura di perdere la propria mamma, ma io non ho mai conosciuto una donna più forte della tua. È sempre riuscita a non far mancare niente a te e a Nina nonostante le condizioni economiche non molto favorevoli. È sempre riuscita a farti sorridere anche quando magari era lei ad aver bisogno di qualcuno che la facesse distrarre. Il primo a dirmelo sei stato proprio tu, non ricordi? Queste parole su tua madre me le hai dette tu più di una volta e sei così orgoglioso di lei che ogni volta che me ne parli hai gli occhi che ti luccicano. Stanne certo che una donna così forte psicologicamente riuscirà a vincere, ancora." mi dice poi accarezzandomi una guancia. Mi sorride, ma anche lei è distrutta. Non conosce mia madre da molto, ma si è già affezionata e questa situazione quindi ha distrutto anche lei.
"Se non riuscisse a vivere, io.. io.." ma non riesco a continuare la frase che scoppio nuovamente a piangere. Sto perdendo le forze, ma Aurora riesce ancora una volta a non farmi crollare, in tutti i sensi. Esco dal bagno con l'aiuto della mia ragazza. Sono ancora parecchio scosso dal discorso di mio padre e per questo motivo non riesco a camminare. Riesco solo a pensare e ad immaginare la mia testa che esplode a causa di tutti i pensieri che in questo momento ho al suo interno.
Vedo mio padre e mia sorella avvicinarsi, ma Aurora li blocca con la mano fscendogli capire che non è il momento e loro si limitano a fermarsi e a guardarmi preoccupati. Sanno quanto voglia bebe a mia madre e sanno anche che crollerei se.. se lei..
"Tesoro guardami." mi dice ed io alzo lentamente lo sguardo puntando i miei occhi arrossati dal pianto nei suoi che sono preoccupati, sia per mia madre che per me. "Lei vincerà, ok?" continua poi con un lieve sorriso. Lo vedo come anche lei stia soffrendo per questa situazione, ma al tempo stesso vuole essere forte per me.
"Come fai ad essere così ottimista?" le chiedo tirando su con il naso.
"Non credere che sia ottimista, ho solo molta speranza e queste sono due cose totalmente diverse." mi risponde ed io la guardo confuso. "Una persona che ha speranza non è ottimista. Aspetta solo che le accada qualcosa che desidera da tempo. L'ottimista invece è una persona che non crede nella speranza, non ha bisogno di crederci. Vede le cose in modo sempre positivo e favorevole." continua poi.
Tutto quello che riesco a fare in questo momento è abbracciarla e stringerla forte a me. Non parliamo, ma questo abbraccio vale più di mille parole, lei vale più di mille parole. È straordinario come riesca a farmi calmare e tranquillizzare anche solo con dei piccoli gesti.
Senza dire o fare altro, sciolgo l'abbraccio e mi diriggo verso mio padre che è seduto con mia sorella su una sedia in questo lungo e stretto corridoio del terzo piano dell'ospedale di Naro.
"Si può entrare?" gli chiedo indicando la stanza dove c'è mia madre e lui mi guarda stranito. Mi conosce bene e sa che in situazioni come queste non riuscirei a reggere le mie emozione, come ho fatto una decina di minuti prima. Ciò che però non mi frena è la voglia di rivedere mia madre. Ho paura, ma la voglia di abbracciarla è più forte di qualsiasi altra cosa.
Mio padre sta per rispondermi, quando qualcuno alle mie spalle lo precede. "Certo che puoi, ragazzo." mi dice e, appena mi volto verso la direzione da cui proviene questa voce, vedo il dottore che una ventina di minuti prima ha riferito le condizioni di mia madre a mio padre. Lo ringrazio con un lieve sorriso tra le lacrime e in seguito mi avvicino alla stanza. Non esito un attimo: sospiro, poggio la mano sulla maniglia ed apro la porta.
Entro e, la prima cosa che vedo, è mia madre su uno scomodo letto di ospedale. "Mamma.." sussurro con voce rotta e lei si gira verso la mia direzione lentamente.
"Piccolo mio." mi chiama lei con voce flebile e un lieve sorriso. "Scusami se ti ho rovinato il compl.." cerca di dirmi, ma io la interrompo. Come può anche solo pensare di essere meno importante del mio compleanno? Lei in questo momento è la cosa più importante e la persona che mi interessa maggiormente!
"Non dirlo neanche per scherzo." le dico infatti duramente. "Non mi importa del mio compleanno in questo momento. Mi importa solo che tu riesca a.. guarire." continuo poi e la mia voce questa volta, invece, esce rotta dal pianto. Senza accorgermene, infatti, ho iniziato di nuovo a piangere.
"Ignazio non devi preoccuparti per me. Io ce la farò." mi rassicura mia madre e, come quando ha fatto la stessa cosa Aurora delle ore prima, io non ne sono del tutto convinto. E se non fosse così? Se non andasse tutto bene? Se le cose anzichè migliorare peggiorassero? Se lei.. no, non ci voglio neanche pensare.
Nonostante tutte queste paure, decido di starmene zitto. Mia madre è parecchio stanca e, anche se non vuole darlo a vedere, io la conosco molto bene e so che in questo momento lo è. La saluto con un bacio sulla guancia e un forte abbraccio, esco da quella stanza e vadi a sedermi su una sedia in corridoio mentre vedo entrare mio padre e mia sorella in stanza.
"Allora?" mi chiede Aurora avvicinandosi, ma io non voglio parlare. Mi limito quindi ad attirarla a me facendola sederr sulle mie gambe per poi abbracciarla forte. Sono sicuro che in questi mesi, per andare avanti, avrò bisogno di lei e del suo supporto. Aurora, dal canto suo, mi guarda e capisce subito quello a cui sto pensando. "Non ti lascerò solo neanche un momento." mi sussurra ricambiando l'abbraccio ed io sorrido contro il suo collo.
Quella notte esco dall'ospedale con lo sguardo basso, gli occhi pieni di lacrime e una consapevolezza: da oggi in poi, purtroppo, non sarò più lo stesso..
Caterina ha un tumore. Ve lo apsettavate? E ora cosa succederà? Guarirà o ci saranno dei problemi? Comunque cosa ne pensate di questo capitolo? Fatemi sapere. :)
Ho aggiornato prima perché vi voglio bene e non volevo farvi venire l'ansia e.. e anche perché non vedo l'ora di mettervi l'ansia per altri motivi! :P
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Ricordami [Ignazio Boschetto]
FanfictionUn vecchio diario trovato nella cantina di un appartamento ormai in vendita da anni farà scoprire a Sofia una storia ormai dimenticata da molti, ma ancora nella mente e nel cuore di qualcuno. Chi ha scritto quel diario e, soprattutto, quali sono i s...