Capitolo 1.

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Giovedì 8 Settembre 2011, ore 16:00.

"Ignazio, siamo arrivati." mi avvisa mia madre interrompendo il mio pisolino, se così si può chiamare una dormita in un macchina in cui ci sono quattro persone e molti bagagli per lo sfratto. Proprio così, oggi io e la mia famiglia ci siamo trasferiti da Bologna a Naro. Può sembrare strano, di solito le persone passano dal sud al nord, ma la mia famiglia invece no. I miei genitori sono siciliani, ma per difficoltà economiche parecchi anni fa avevano deciso di andare al nord per migliorare la loro condizione con la promessa che, appena ci fossero riusciti, sarebbero ritornati nella loro terra, la Sicilia.

Mentre penso al passato dei miei genitori e al perché di questo trasferimento, scendo dalla macchina con un sorriso. Non mi è mai piaciuto il nord, ho sempre amato il sud e il suo clima caldo, nonostante non ci fossi mai stato. Ora che ne ho l'occasione sono pronto a conoscere un ambiente nuovo per me.

"Ignazio aiuto tua madre e tua sorella con i bagagli." interrompe i miei pensieri mio padre. Ha un tono abbastanza severo ed ha ragione. Mi sono perso ad osservarmi intorno al punto da non notare mia madre e mia sorella alle prese con le borse. Subito mi precipito verso la parte posteriore della macchina, prendendo un paio di borse da mano di mia madre. Sto per entrare nel palazzo dove è presente il nostro nuovo appartamento, quando sento una voce alle mie spalle.

"Vi stavamo aspettando, siete arrivati finalmente." dice improvvisamente qualcuno. Mi giro e noto un signore abbastanza alto ed uno invece un po' più basso venire verso di noi con un sorriso. Non li ho mai visto prima d'ora, ma da quello che ho capito devono essere dei cari amici siciliani dei miei genitori. Mi hanno parlato molte volte di loro ed io sono sempre stato curioso di conoscerli. In questo momento però non sembra, forse perché sono troppo impegnato a pensare a questo trasferimento o perché sono stanco.

"Gaetano, Ercole, ciao! Da quanto tempo!" dice invece mio padre correndo ad abbracciarli. Si guardano e noto lo sguardo di mio padre: è felice ed io lo sono per lui. Ha sempre tenuto a questi amici siciliani ed ora è ancora più felice per averli incontrati di nuovo dopo tanto tempo.

"Mia moglie già la conoscete, così come mia figlia." dice indicando mia madre e mia sorella. "Volevo invece presentarvi mio figlio Ignazio." continua poi guardandomi e sorridendomi, come per rassicurarmi. Sa infatti che sono un ragazzo abbastanza timido con persone con cui non ho molta confidenza. Proprio per questo ora non so bene cosa fare: se avvicinarmi e stringere la mano a quei due signori oppure starmene fermo e immobile al mio posto.

La voce di mio padre che mi intima ad avvicinarmi, però, mi ridesta dai miei pensieri. Vado verso di loro cercando di non tenere la testa bassa e accenno un sorriso. "Ciao Ignazio, noi siamo Ercole e Gaetano, amici dei tuoi genitori." si presenta il signore più alto ricambiando il sorriso ed indicando prima lui e poi il suo amico.

"Piacere di conoscervi." mi limito a dire per poi stringere la mano prima ad uno e poi all'altro. Dopo ciò non so più che dire, sono parecchio in imbarazzo, ma per mia fortuna ad interrompere questo silenzio sono due ragazzi che, correndo, vengono verso la nostra direzione.

"Papà!" urla uno dei due, precisamente quello un po' più alto e con degli occhiali rossi. Li osservo attentamente, devono essere i figli degli amici di mio padre. Mi aveva accennato che quei due signori avessero anche loro figli della mia stessa età e che mi sarebbe stato quindi più facile fare amicizia, cosa che io spero molto. A Bologna non ho mai avuto dei veri e propri amici, ho un passato parecchio triste al nord e non voglio ricordarlo. Proprio per questo non vedo l'ora di fare amicizia qui al sud, nonostante la mia timidezza faccia da ostacolo.

Immerso nei miei pensieri, non mi rendo conto che quei due ragazzi che prima stavano parlando con mio padre ora mi stanno osservando, aspettando il momento per presentarsi. "Tu devi essere Ignazio, giusto? Comunque io sono Piero e lui è Gianluca." dice poi il ragazzo con gli occhiali ed io mi limito a sorridere.

"Noi stavamo andando al parco per incontrarci con i nostri amici. Che ne dici di venire con noi?" mi chiede invece Gianluca che ha un pallone da calcio in mano. Io invece prima di rispondere osservo i miei genitori. Volevo dare una mano, aiutarli a disfare le valigie e controllare casa, ma al tempo stesso voglio andare con Piero e Gianluca al parco.

"Ignazio puoi andare, non preoccuparti. Ritorna presto però." mi rassicura mia madre incitandomi ad andare. È pazzesco come mi legga nel pensiero o semplicemente come faccia a capire i miei stati d'animo il più delle volte.

Senza pensarci due volte, seguo Gianluca e Piero al parco. Nel tragitto mi guardo intorno quasi emozionato. Questo paesino è molto diverso dal centro urbano di Bologna e ne sono felice. Non ci sono molte macchine in giro e di conseguenza non si vedono le nuovelette di fumo che fuoriescono da queste, e sopratutto ci sono molti parchi e molte aree per i pedoni.

Improvvisamente vedo Piero e Gianluca andare verso un gruppo di ragazzi, precisamente sei ragazzi e un paio di ragazze. Sicuramente sarà la loro comitiva, quella che dovevano incontrare qui al parco.

"Ciao ragazzi, scusateci per il ritardo, ma abbiamo portato qualcuno di nuovo." dice indicandomi. "Lui è Ignazio, è appena arrivato da Bologna. I suoi sono amici dei nostri genitori." conclude poi ed io mi sento in imbarazzo. Tutti mi guardarono con uno sguardo curioso, indagatore e soprattutto indecifrabile. Non capisco infatti se mi stiano studiando per capire se posso essere loro amico o stanno semplicemente aspettando che gli sorrida e mi presenta in prima persona.

Sto per aprire bocca, quando Piero interrompe quel silenzio prendendo la palla dalle mani di Gianluca e dirigendosi verso degli alberi. Da quel che ho capito sta organizzando il campetto dove giocare a calcio e la zona delimitata dai due pini deve essere una delle due piccole porte.

Dopo esserci organizzati ed aver fatto le squadre iniziamo a giocare. Mai mi sono sentito così felice con dei ragazzi della mia stessa età. A Bologna, come ho già detto, non avevo dei buoni rapporti con i miei compagni di classe e non avevo e sopratutto volevo aver a che fare con loro. Questa volta è diverso. Sono qui a Naro da neanche metà giornata e sto giocando a calcio con dei ragazzi che conosco da pochissimo tempo, ma che a pelle già mi sono simpatici.

Penso che sia questa la magia del sud che tanto immaginavo e mi aspettavo: essere ben accolto da tutti e disprezzato da nessuno, o almeno questa è stata la prima impressione che ho avuto grazie a questo ragazzi che ho conosciuto circa un'oretta fa.

Siamo nel pieno della partita quando a causa di una scivolata di troppo da parte di un ragazzo della squadra avversaria mi spetta un rigore. Posiziono la palla e aspetto che i ragazzi mi diano il via per tirare. Quando ciò accade, però, sbaglio e la palla anziché finire in porta colpisce una ragazza che, seduta sotto un albero che gli fa da ombra, fino ad un attimo prima stava leggendo.

È stato tutto grazie a questa pallonata se ho incontrato lei, la ragazza che ha conquistato il mio cuore e la stessa che tempo dopo me lo ha spezzato frantumandolo in mille pezzi.

Ecco il primo capitolo! Ignazio arriva a Naro, conosce Piero e Gianluca e per una pallonata anche la nostra protagonista. Cosa succederà secondo voi nel prossimo capitolo? Ignazio avrà il coraggio di andare da lei per parlarle oppure no?

Ricordami [Ignazio Boschetto]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora