Capitolo 14.

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Martedì 27 Settembre 2011, ore 11:36.

Un raggio di luce entra dalla finestra della camera illuminando per pochi secondi il mio viso. Sono sveglio già da una decina di minuti, ma non ho voglia di alzarmi. Voglio solo continuare ad osservare la ragazza che ho al mio fianco. Aurora sta ancora dormendo sul mio petto e per me è la cosa più bella che abbia mai visto. Sorrido mentre la osservo e piano le accarezzo i capelli.

"Buongiorno." le sussurro all'orecchio quando la sento mugolare, ma non ottengo nessuna risposta da lei. La vedo solo girarsi dalla parte opposta. "Dormigliona svegliati." continuo a sussurrarle accarezzandole dolcemente una spalla.

"Che ore sono?" mi chiede con ancora gli occhi chiusi. "È presto. Lasciami dormire un altro po'." si lamenta lei con la voce ancora impastata dal sonno quando le dico l'orario. Mette poi la testa sotto il cuscino, cercando di riaddormentarsi.

"Ti conviene svegliarti." le dico cercando di avere un tono abbastanza autoritario, ma riuscendo a trattenere una risata con difficoltà.

"Altrimenti?" mi chiede Aurora con uno sguardo di sfida e un sorriso furbo sulle labbra.

"Altrimenti questo." le rispondo io mettendomi a cavalcioni su di lei ed incominciando a farle il solletico. Mi prega tra le risate di smettere, ma io non smetterò fino a che lei non si sia alzata.

"Altrimenti?" le chiedo poi sghignazzando e richiamando la stessa parola che mi ha detto un attimo prima, ma non ottengo risposta. La ragazza è troppo impegnata a ridere e a pregarmi di smettere per rispondere.

Continuo per un'altra decina di secondi, poi smetto senza però spostarmi da sopra di lei. Ho il fiatone e non ho la forza di alzarmi mentre invece lei ha il fiatone per il troppo ridere. È così che ci ritroviamo occhi dentro occhi, ancora un volta.

"D..devo andare a cambiarmi." dice Aurora balbettando ed abbassando lo sguardo. Come le volte precedenti che accade ciò, infatti, è piuttosto imbarazzata al punto da non riuscire a sostenere il mio sguardo. Si alza poi dal letto e, dopo aver preso il necessario, entra di corsa nel bagno.

Nel mentre io sono ancora disteso sul letto e penso a cosa fare, anche se in questo momento vorrei fare solo una cosa: sbirciare da quella porta semi-aperta. Sembra pazza come idea e cerco di scacciarla dai miei pensieri, ma non riesco a trattenermi. Non mi avvicino al bagno, mi limito a guardare la ragazza dal letto attraverso un piccolo spazio che si è creato grazie alla porta non chiusa perfettamente. Sorrido come un ebete vedendola sciogliersi i capelli che prima invece ha legato e notando che ha già cambiato il pantalone che risaltava le sue curve. Appena si toglie la maglietta, però, il mio sorriso svanisce.

Aurora continua a guardarsi allo specchio con uno sguardo piuttosto triste e rassegnato e, mentre in un primo momento io non riesco a capire, poi mi alzo di scatto dal letto entrando in bagno. "Cosa sono questi tagli?" le chiedo indicando le sue braccia. Purtroppo però so perfettamente cosa siano, ma spero davvero che mi sia sbagliato e che quei tagli non siano veramente ciò che io invece credo. "Rispondimi." le dico autoritario vedendo che non mi risponde.

"N..niente.." sussurra poi con lo sguardo basso. Sappiamo entrambi che se in questo momento alzasse lo sguardo i suoi occhi sarebbero lucidi e pronti a versare lacrime.

"Aurora non mentirmi." alzo la voce io prendendola per il braccio e facendole apzare la testa.

"Ti ho detto che non è niente." sospira invece abbassando nuovamente lo sguardo. Una delle cose che ha probabilmente capito di me, è che io le persone a cui tengo riesco a leggerle dentro anche solo con uno sguardo. La costringo infatti a guardarmi, ma lei non molla.

Ricordami [Ignazio Boschetto]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora