Lunedì 12 Settembre 2011, ore 7:50.
Oggi è il mio primo giorno di scuola qui a Naro. Sono parecchio agitato, non so se per l'emozione di aver cambiato scuola o per la paura di non essere accettato dai miei nuovi compagni di classe. Non è la prima volta che cambio istituto, ma so per certo che la scuola del nord e quella del sud sono molto diverse tra loro, anche se non ho mai potuto testare direttamente questa mia ipotesi.
È per questo che da una parte sono curioso di conoscere qualcosa di nuovo, ma dall'altra sono terrorizzato all'idea di non riuscire a trovarmi a mio agio.
In questo momento mi sto dirigendo con Piero e Gianluca verso il cancelletto della scuola, pronto ad incontrare la mia ormai comitiva. Sono a Naro già da un paio di giorni e ho avuto modo di conoscere meglio quei ragazzi. Non li conosco ancora abbastanza, certo, ma per quanto ho potuto constatare sono simpatici, soprattutto Piero e Gianluca. Sono stati proprio loro a farmi integrare nel loro gruppo e gli devo molto. Siccome non sono mai stato bravo a fare amicizia, infatti, sono sicuro che senza di loro non avrei mai avuto amici qui in Sicilia, almeno non fin da subito.
Appena raggiunti i nostri compagni, incominciamo a chiacchierare tra di noi in attesa del suono della campanella. Gli altri parlano del più e del meno, ma io sono piuttosto assente. Ciò non è dovuto dai troppi occhi che ho puntati addosso perchè sono un ragazzo nuovo in questa scuola, ma perchè la mia mente è altrove.
Sono infatti troppo impegnato ad osservare quella ragazza della pallonata al parco. È seduta su un muretto con un libro in mano e con uno sguardo piuttosto concentrato a leggere. Non voglio lasciare il gruppo, ma la voglia di conoscerla è molto più forte. In questi giorni infatti non sono riuscito a non pensare alla, anche se corta, chiacchierata avuta con lei al parco un paio di giorni prima.
A risvegliarmi dai miei pensieri è il suono della campanella. Smetto di fissare quella ragazza che per tutto il tempo non ha fatto altro che tenere gli occhi puntati sul suo libro e di questo ne sono abbastanza dispiaciuto. Avrei voluto presentarmi e in realtà lo vorrei anche ora, ma non avendo la giusta dose di coraggio decido di aspettare che lei alzi la testa e i nostri sguardi si incontrino per dirigermi verso di lei, ma niente di tutto ciò succede.
Una volta fuori dalla classe sono davvero molto agitato al punto tale da non riuscire a muovermi. Per mia fortuna Piero e Gianluca, capendo il mio problema, mi rassicurano con una pacca sulla spalla e con un sorriso ciascuno. Non credo abbiano mai provato la sensazione di essere il nuovo arrivato, ma in questo momento mi sono molto d'aiuto.
Una volta entrati, i miei due amici si siedono al loro posto, ovvero il banco centrale in fondo alla classe. Io invece aspetto vicino alla cattedra la professoressa. Sono teso e imbarazzato, così come ogni volta che devo presentarmi alla classe.
I ragazzi che sono in classe incominciano a parlare tra loro osservandomi e chiedendosi chi sia. Ammetto che tutti questi pettogolezzi mi danno fastidio, ma ormai ci sono abituato, non è la prima volta che mi succede di ascoltarli. Anche al nord è la stessa identica cosa di qui al sud.
Improvvisamente la porta si apre, segnando l'arrivo della professoressa ed il silenzio sostituisce quei mormorii che si sono creati un attimo prima a causa mia.
"Ragazzi, vi starete chiedendo chi sia questo ragazzo." mi dice indicandomi per poi continuare. "Come vi ho già detto una settimana fa, presto sarebbe dovuto arrivare un nuovo alunno, ed eccolo qui. Lui è Ignazio Boschetto." contibua poi ed io mi limito a guardare ogni ragazzo in quella classe in modo abbastanza imbarazzato.
Dopo quella domanda, prendo un bel respiro. Chiudo gli occhi, sospiro ed inizio a presentarmi. Ometto, come sempre, di quanto la mia famiglia abbia sofferto economicamente. Odio parlare di quel pezzo della mia vita perché per me questo è un tasto dolente. A Bologna a causa di tutto questo spesso mi prendevano in giro ed io non riuscivo a sopportarlo, al punto da isolarmi completamente.
È solo quando sento la professoressa dirmi di andarmi a sedere che sposto lo sguardo verso la classe. Temo che per quel poco che abbia raccontato di me quei ragazzi seduti di fronte a me mi possano prendere in giro, così come è sempre successo, ma niente. Si limitano solo a fissarmi in silenzio. Forse sono troppo occupatu ad elaborare tutto quello che gli ho raccontato di me.
Mentre cammino verso il mio banco la prima cosa che vedo sono Piero e Gianluca che mi sorridono, come segno di incoraggiamento. Sposto poi lo sguardo man mano che avanzo e non posso fare a meno di notare subito delle ragazze che parlano tra di loro ridendo e allo stesso tempo guardandomi maliziosamente. Le fisso con uno sguardo strano, quasi disgustato. Non oso immaginare cosa si stiano dicendo.
Ciò che più mi incuriosisce, però, è una ragazza seduta al primo banco. L'ho osservata per la maggior parte del tempo in cui mi sono presentato, mentre lei è sempre stata con lo sguardo basso e fisso verso il suo quaderno, persino adesso che sono invece seduto al mio banco.
Strano, mentre tutti gli altri miei conpagni di classe si sono girati verso di me o mi hanno semplicemente guardato, lei non si è minimamente interessata del mio arrivo, anche se sono sicuro che abbia sentito la mia presentazione.
È proprio quando mi perdo nei miei pensieri continuando però a tenere il mio sguardo fisso verso di lei che la ragazza si gira timidamente verso la mia direzione e, mentre in un primo momento ero curioso di sapere chi fosse, ora sono invece sorpreso, così come lo è lei stessa.
È proprio in questo momento che i nostri occhi si incontrano per la seconda volta. Eh sì, è ancora lei: la ragazza della pallonata al parco.
Ignazio e quella ragazza si sono incontrati di nuovo, ma lui questa volta non ha il coraggio di andarle a parlare e di presentarsi. Riuscirà mai, prima o poi?
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Ricordami [Ignazio Boschetto]
FanfictionUn vecchio diario trovato nella cantina di un appartamento ormai in vendita da anni farà scoprire a Sofia una storia ormai dimenticata da molti, ma ancora nella mente e nel cuore di qualcuno. Chi ha scritto quel diario e, soprattutto, quali sono i s...