Capitolo 24.

249 24 102
                                    

Lunedì 19 Dicembre 2011, ore 16:01.

Dopo più di una settimana oggi è stato il primo giorno di scuola di Aurora. Avendo avuto la febbre ha preferito restare a casa per guarire e per non peggiorare. Ammetto che l'ho costretta anche io a non farla uscire di casa, e tutto perché mi preoccupo di lei e della sua salute. Ogni giorno che le andavo a fare visita dopo scuola, infatti, notavo che la febbre invece di scendere aumentava arrivando anche fino a trentanove e mezzo.

In questo momento stiamo camminando mano nella mano in giro per le strade di Naro. Appena usciti da scuola siamo andati al bar di Roberto per mangiare qualcosa e poi siamo andati a casa mia per posare gli zaini. Ora invece, siccome domani iniziano le vacanze natalizie, abbiamo il pomeriggio libero e di coseguenza possiamo stare insieme tutto il tempo che rimane di questa giornata.

Arriviamo davanti ad una ringhiera dalla quale si vede il paesaggio cirocostante ed Aurora non esita un attimo a tirarmi verso quel posto vicino al quale c'è anche una panchina. Naro è un piccolo paese di montagna ed è situato su una piccola altura. Proprio per questo riusciamo a vedere tutta la natura che ci circonda da questo posto.

"Amo questi momenti." ammette la mia ragazza osservando il panorama. Sorride, ed io non posso fare a meno di ricambiare vedendola così felice.

"Io amo te." ammetto poi abbracciandola da dietro. Lei si gira lentamente verso di me ed abbassa lo sguardo timidamente. Io, invece, rido dandole un dolce bacio sul collo.

"Non è la prima volta che te lo dico, eppure ti vergogni ancora." le dico osservando le sue guance rosse mentre lei si gira per abbracciarmi.

"Scusami è che.." sussurra nascondendo il suo viso nel mio petto e non terminando la frase per il troppo imbarazzo.

"Non devi scusarti. Io amo vederti arrossire." controbbatto io e lei mi sorride. Sta per baciarmi quando continuo la frase. "Ed è anche divertente prenderti in giro per questo." le dico e lei, anziché baciarmi, in tutta risposta mi da un leggero pugno sulla spalla facendomi ridere ancora una volta.

Si stacca poi da me facendo la finta offesa. Cammina verso la panchina, ma non la faccio continuare che la prendo per il polso facendola voltare verso di me. Faccio scontrare i nostri petti e la bacio dolcemente facendo scontrare le nostre lingue. "Ti amo, anche se sei permalosa." sussurro tra un bacio e l'altro mentre faccio scendere le mie mani dai suoi fianchi ai suoi glutei per poi stringerli leggermente. Amo farlo, soprattutto per la sua reazione a questo mio gesto.

"Non sono permalosa. E metti le mani al loro posto." mi dice infatti mordendomi il labbro come per richiamarmi. Prende le mie mani e le fa salire sui suoi fianchi mentre io mi limito a ridere. Ci scambiamo un veloce bacio a stampo, poi la prendo per mano e ci sediamo sulla panchina. Lei appoggia il suo viso sul mio petto mentre io avvolgo le sue spalle con il mio braccio sinistro. Siamo in silenzio, entrambi con gli occhi chiusi, che ci godiamo questo momento accompagnato anche da un leggero venticello.

"Posso farti una domanda?" le chiedo improvvisamente e lei annuisce. Ho un po' paura a chiederglielo, non per la verità, ma per la sua reazione. Non posso e non riesco però ad aspettare. Ho aspettato tre mesi per questa domanda ed ora voglio fargliela. "Perché la maggior parte dei ragazzi, mi riferisco a quelli che non hanno a che fare con Alessio, a scuola ti evita?" le chiedo guardandola mentre lei a quella domanda apre di scatto gli occhi, si alza dalla panchina e va verso la ringhiera.

Ecco, lo sapevo. Ho rovinato questo momento e soprattutto la giornata e chissà.. forse anche la nostra relazione. Calmati Ignazio, non farti venire ansie inutili. Valle vicino, abbracciala e in particolare scusati per quella stupida ed inappropriata domanda. Vedrai che tutto ritornerà come prima.

Ricordami [Ignazio Boschetto]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora