Capitolo 11.

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Giovedì 22 Settembre 2011, ore 14:55.

Una signora, piuttosto anziana, entra nel bagno interrompendo ciò che stavo per fare. Ed io, per lei, non sono per niente il benvenuto. "Aiuto! Un maniaco! Un maniaco nel bagno delle signore!" urla la donna mentre mi colpisce con la borsa ripetutamente.

"Signora, non sono un maniaco. Sto solo aiutando la mia amica." cerco di spiegarle, ma la signora non ha intenzione di smettere, anzi, continua ad urlare e ad inveire contro di me. In tutto ciò, però, vedo Aurora che non riesce a trattenere una risata. Lei sta ridendo e per me non esiste momento migliore. Per un attimo mi dimentico della signora e della sua borsa e mi fermo a guardare la mia amica. Istintivamente sorrido anche io, ma il mio è un sorriso diverso, uno di quelli che si fanno quando si raggiunge un proprio obiettivo. Questo, infatti, è il mio obiettivo: trasformare le lacrime di tristezza della ragazza in lacrime di gioia.

Aurora non riesce a smettere di ridere per quella scena così comica e tutto grazie a me, che sono entrato nella sua vita improvvisamente e che, da come posso vedere in questo momento, gliel'ho stravolta in meglio. Mentre sono immerso nei miei pensieri, continuo a guardarla così come la signora continua a colpirmi con la sua borsa.

Ad interrompere questo momento un paio di minuti dopo è Roberto, il proprietario del locale. Avrà probabilmente udito le urla della donna ed è di conseguenza è corso subito in bagno. Dalla sua espressione iniziale si vede che è preoccupato. Ma poi, appena mi vede affianco a Aurora che ha occhi gonfi e rossi, il suo sguardo diventa serio. Non riesco a capirne il motivo e lo guardo quindi confuso. "Ragazzo, che ci fai nel bagno delle donne?" mi chiede poi avvicinandosi.

"Io.. ehm.." balbetto cercando di giustificarmi, ma non c'è nessuna scusa, nessuna giustificazione. Io, che sono un ragazzo, sono nel bagno delle donne. Cosa posso inventarmi?

"Esci subito!" mi ordina Roberto indicando la porta.

"Ehm.. si. Vado. Ci.. ci vediamo fuori Aurora." le dico balbettando per poi uscire velocemente dal bagno. In quel momento sono abbastanza imbarazzato. Sono entrato nel bagno delle donne solo per aiutare Aurora, ma sia la signora che il proprietario hanno frainteso e pensato chissà cosa.

"Tesoro stai bene?" chiede il proprietario alla mia amica. So che è sbagliato farlo, ma appena uscito dal bagno decido di origliare per caprine di più e, da quello che riesco a sentire e a vedere, noto che Aurora è amica di quell'uomo che sembra tanto preoccupato come un padre con una figlia.

"Non preoccuparti Roberto. Sto bene." risponde la ragazza sorridendo lievemente.

"Quel ragazzo ti ha.." ma Aurora lo interrompe sul nascere annuendo. Ha intuito subito cosa l'uomo voglia dire e la stessa cosa vale per me. Roberto incomincia ad innervosirsi stringendo i pugni finché le nocche delle mani non diventano bianche. Niente di tutto ciò che sta pensando, però, è vero. Lui non sa che sono amico di Aurora e che di conseguenza sono dalla sua parte.

"Mi ha fatto qualcosa? Sì, mi ha aiutata." risponde la ragazza e dallo sguardo Roberto sembra sempre più confuso. "Si, insomma.. mi.. mi ha difesa da Alessio." continua poi e, a quelle parole, lo sguardo di Roberto passa dall'essere confuso all'essere sorpresa.

"Davvero?" le chiede e lei annuisce sorridendo. L'uomo a quella risposta l'abbraccia ricambiando il sorriso. "Dai.. ora devo andare a lavorare. Ci vediamo dopo." le dice poi dandole un bacio sulla fronte.

Quando esce dal bagno, io cerco di nascondermi per non farmi notare. Quando poi gira l'angolo ritorno ad osservare dentro il bagno e noto Aurora dirigersi verso un lavandino per bagnarsi quel viso che fino a poco tempo prima era bagnato da lacrime amare. La vedo poi guardare il suo riflesso nello specchio. Non la conosco da molto tempo, ma da quel gesto credo che si stia specchiando perché nota qualcosa di diverso in lei. Forse il suo sguardo è diverso o ad essere diversi sono i suoi occhi che brillavano di una luce nuova o, almeno, di una luce che non vede da tempo e che a lei sembra essersi persa per sempre. Credo sia questo il motivo, ma non ne sono sicuro.

Ricordami [Ignazio Boschetto]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora