Capitolo 17.

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Martedì 27 Settembre 2011, ore 17:07.

È passata circa una mezz'oretta da quando sono arrivato qui al parco e ormai si è fatta quasi sera, ma io questo non posso saperlo. Mi sono addormentato, non riuscendo più a sopportare il peso dei pensieri che man mano aumentavano. Anche se solo per una mezz'ora sono riuscito a non pensare ad Alessio, ad Aurora e a ciò che è successo un'ora prima.

Questo senso di leggerezza viene interrotto da un brivido che mi fa svegliare di scatto. Il vento sta incominciando a soffiare e il freddo sta quindi incominciando a farsi sentire.

Apro gli occhi, ancora impastati dal sonno, e la prima cosa che noto è il mio telefono al mio fianco. Ci metto pochi secondi per ricordarmi di averlo spento prima di addormentarmi e ci metto poco anche a capire che probabilmente i miei genitori, vista l'ora e non vedendomi arrivare, mi hanno chiamato più volte senza però ottenere risposta.

Lo accendo e la prima cosa che vedo sono le molte chiamate perse da mia madre, mio padre, mia sorella ed anche una di Gianluca e una di Piero.

Pochi minuti dopo lo schermo del mio telefono si illumina: è mia madre.
"Dove sei? Ti sto chiamando da mezz'ora al telefono e non rispondi! Si può sapere che fine avevi fatto?" mi chiede mia madre con un tono di voce tra l'arrabbiato e il preoccupato.

"Scusami mamma, sono al parco e mi sono addormentato." cerco di giustificarmi io, anche se so che non mi perdonerà facilmente.

"Ma non eri con Piero e Gianluca?" mi chiede, ma io so benissimo che sa la verità. Ho ricevuto una telefonata anche dai miei due amici, quindi probabilmente mia madre li ha avvertiti della mia scomparsa. Voglio risponderle, ma al tempo non voglio dirle che ho discusso con Aurora. Cosa devo inventarmi ora?

"Ero con loro, sì, poi però abbiamo finito e loro sono andati a casa mentre io sono voluto venire un po' al parco." Bravo Ignazio, potevi inventarti una bugia migliore. Non sono mai stato bravo a mentire e poi.. se Piero e Gianluca gli avessero detto la verità, ovvero che mi hanno visto scappare da casa di Aurora?

"Vieni subito a casa!" si limita a dire per poi staccare. Spero proprio che i miei amici non gli abbiano detto niente. Mi ritrovo con il telefono in mano per una decina di secondi, fino a quando non sento in lontananza qualcuno chiamarmi: Nina.

"Finalmente ti ho trovato!" mi dice correndo verso di me con un'espressione preoccupata. Cerco di calmarla, dicendole di non agitarsi, ma peggioro solo la situazione. "Calmarmi? Mi dici come cavolo faccio a calmarmi? Io e papà ti stiamo cercando da mezz'ora per tutto il paese senza riuscire a trovarti, abbiamo provato a chiamarti al telefono, ma non rispondevi perché ce l'avevi spento. Abbiamo chiamato anche Piero e Gianluca sperando che loro sapessero dove fossi finito, ma neanche loro sapevano niente. Perché?" si vede quanto si è preoccupata per me in questi trenta minuti. Mi ha cercato per tutto il paese.

"Sono fatti miei." rispondo avviandomi verso la macchina a passo veloce. Non voglio ricordare il motivo per cui sono scomparso, il motivo per cui ho spento il telefono e avevo fatto preoccupare tutti, tutti tranne lei.

"Hai litigato con Piero e Gianluca per caso?" mi chiede una volta dentro la macchina, ma io non rispondo. Guardo fuori dal finestrino con la speranza che non mi faccia altre domande, ma la conosco fin troppo bene mia sorella e non è una persona che si arrende facilmente, soprattutto se si tratta di qualcuno a cui lei tiene. E poi sono convinto che lei sappia il vero motivo.

"Quando siamo venuti a cercarti, siamo passati anche per casa di Aurora e l'abbiamo vista preoccupata. Non gli abbiamo detto della tua scomparsa, ma era strana, per un altro motivo." mi dice improvvisamente ed io mi giro di scatto verso di lei per poi chiudere gli occhi e sospirare. Ha capito tutto ed ora questo mio comportamento le ha dato la conferma. È sempre stata brava a capirmi anche senza che dicessi una parola. Attraverso i miei gesti, i miei comportamenti e i miei silenzi è sempre riuscita a scoprire cosa non andasse in me ogni volta che succedeva qualcosa. "Hai litigato con lei, vero?" conclude poi il suo discorso ed io sbuffo per poi abbassare lo sguardo.

Ricordami [Ignazio Boschetto]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora