|Capitolo 26|

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ATTENZIONE: QUESTO CAPITOLO CONTIENE FORTI CONTENUTI MOLTO MATURI. É SCONSIGLIATO AI DEBOLI E ALLE PERSONE ANCORA UN PO' PICCOLE PER CONTENUTI FORTI.
DETTO CIÒ, VI LASCIO AL CAPITOLO...

Camminavo tra le strade di Cambridge quando il mio telefono iniziò a squillare, in un primo momento lo ignorai pensando fossero i miei amici preoccupati, ma poi lo presi subito chiedendomi se era Jenny. Senza guardare il nome accettai la chiamata e mi portai il telefono all'orecchio

«Hey Nate, come stai?» una voce viscida

«Non chiamarmi Nate» ringhiai, la mia voce era roca per la macanza che ne avevo fatto negli ultimi 10 giorni

«Hey, hey, hey...non ti conviene parlarmi così altrimenti la tua bambolina farà una brutta fine», mi paralizzai

«Brutto-» mi interruppe

«Voi ragazzi, mi dovevate dei soldi e in più devo ricordarti cos'hai fatto a mia sorella? Io ho preso la tua puttanella e non la lascio finché non avrò i miei soldi e avrò fatto a lei la stessa cosa che tu hai fatto a Liliam»

«NO! Ti do il doppio dei soldi, ma non fargli quello che io ho fatto a tua sorella» lo scongiurai

«No, no. Così é troppo facile. Tu devi provare quello che ho provato io. Devi soffrire» ci furono alcuni secondi di silenzio e poi continuò

«Ho intenzione di farlo proprio oggi, quindi dopo che l'ho fatto ci troviamo al parco abbandonato. Facciamo...alle dieci di sta sera. Vieni da solo. Ciao, ciao Nate» chiuse la chiamata

«Dominic» ringhiai

Tornai in fretta e furia al college e cercai tutti i ragazzi, ci riunimmo in camera mia e si unirono pure le ragazze

-Dominic- tutti si sorpresero della mia voce

-L'ha presa lui- si paralizzarono

-Ha detto che la lascia solo se sta sera alle dieci mi faccio trovare al parco abbandonato, da solo. In più ha detto...che gli farà quello che io ho fatto a Liliam- Alex cadde piangendo sul pavimento e Kitty la seguì poco dopo.

Le lacrime iniziarono a tornare anche a me, ma feci in tempo di correre fuori dalla stanza. Dopo poco la porta si riaprì e uscì Mike

-Hey- mi sussurrò. Il mio viso ricoperto di lacrime era coperto dalle mie mani mentre i miei singhiozzi spezzavano il silenzio

-

Un urlo. L'unica cosa che sentì fu un urlo. Di Alex. Mi alzai velocemente e la raggiunsi nella stanza di fianco

-L'hanno trovata. Hanno rintracciato la chiamata- urlò felice. Il mondo mi cadde addosso. Posso ancora aiutarla, posso: pensai.

Io, Mike e Alex ci dirigemmo subito in macchina per anare a cercare Jenny. Arrivammo in un vecchio condominio abbandonato. Salimmo le scale fino all'appartamento, vidi la porta

Poi un urlo.

E la porta sfondata dal mio piede.

POV'S JENNY

Non ce la facevo più, fisicamente ed emotivamente. Avevo preso troppe botte, troppe. Era pomeriggio -o almeno così credevo- avevo sentito parlare al telefono Dominic quella mattina, mi ero paralizzata appena aveva detto: "non la lascio finché non avrò i miei soldi e avrò fatto a lei la stessa cosa che tu hai fatto a Liliam" e poi capì: quella mattina, dopo la telefonata, si avvicinò a me e contro la mia volontà mi svestì lasciandomi solo con l'intimo. Voleva stuprarmi. Però mi disse: "Giochiamo dopo, prima devo lasciarti qualche ricoridino" e da lì inizio l'inferno. Mi picchio, tanto.

Ero stesa sul pavimento, mentre Dominic era andato un attimo nell'altra stanza. Il mio viso ormai era pieno di sangue e la mia vista iniziava a diventare sempre più scarsa. L'addome era dolorante dopo i numerosi calci subiti e non sentivo più la gamba. Quando rientrò nei suoi occhi vidi una luce diversa, si avvicinò a me e mi disse:

-Ora ci divertiamo, ho aspettato tanto questo momento. Sei maledettamente sexy anche piena di sangue e così almeno stai più ferma. Non dobbiamo neanche usare le protezione tanto sono sterile e non me ne frega un cazzo se ti prendi malattie-

Il mio sguardo era vuoto, sapevo che non ne sarei uscita viva.

Lui iniziò a baciarmi mentre io cercavo di respingerlo, mi fece molti succhiotti: sul collo, sul seno, sul linguine, sui fianchi...

Quando cercò di togliermi del tutte le mutandine riuscì a dargli un calcio nel linguine e lui, dopo un urlo di dolore, cadde a terra. Dopo essersi ripreso mi diede un pugno così forte che dalle mie labbra uscì un urlo acutissimo senza rendermene conto. Prima di svenire vidi sfocatamente un'ultima cosa: la porta sfondata e poi basta, buio.

POV'S NATHAN

La prima cosa che vidi fu il pugno ancora stretto e pieno di sangue di Dominic e Jenny accasciarsi a terra in intimo piena di succhiotti e lividi. La mia testa smise di ragionare e dopo due secondi mi ritrovai sul corpo di Dominic mentre lo picchiavo a sangue. Dopo altri pugni svenne, ma io non riuscì a smettere di picchiarlo. La voce di Alex mi scongiurava di smetterla dicendomi che l'avrei ucciso, ma non l'ascoltai. Le parole che mi fecero smettere furono: "Nathan basta, Jenny ha bisogno di te, é svenuta". Mi alzai dal corpo inerme di quel figlio di puttana e raggiunsi Alex in lacrime di fianco a Jenny.

-Cazzo Nate, é morto?- chiese Mike

-No, per sfortuna quel figlio di puttana é solo svenuto- dissi mentre presi in braccio Jenny e la portai in macchina. Ci dirigemmo subito in ospedale.

Entrò in sala alle 18:00 e quando scoccarono le 3:30 del mattino eravamo ancora ad aspettare

Le lacrime no accettarono a smettere sul mio volto fino a quando la porta si aprì

Stanza 126Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora