|Capitolo 33|

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Erano passate due settimane e mi mancava così tanto. Ancora cinque mesi e mezzo.

Ci eravamo sentiti qualche volta con i cinque minuti a disposizione che gli davano di chiamata e un po' di volte con le email.

Era lunedì. Mi svegliai e come ogni mattina da quando era partito tastavo il letto dalla sua parte sperando fosse solo un brutto incubo, ma ogni mattina mi ricredevo. Era vero.

Mi alzai e andai a fare colazione, quando finì mi vesti, mi lavai e andai da Alex come avevamo programmato. Oggi dovevo accompagnarla in ospedale per ritirare degli esami, niente di serio. Arrivai nella sua stanza alle 10:47 e la trovai già pronta così andammo subito. Prima di andare in ospedale passammo da un bar perché lei non aveva fatto colazione e io ne approfittai per farne un'altra. Il locale era caldo e accogliente e non troppo pieno. Ci sedemmo in un tavolino da due e arrivarono a chiedere le ordinazioni dopo poco

-Per me una brioche al cioccolato, un cappuccino e una fetta di quella torta che ho visto sul bancone, mi sembrava ai mirtilli- Alex sorrise al cameriere e lui si girò verso di me

-Io solo un cappuccino e un bicchiere d'acqua frizzante, grazie- il ragazzo moro, sulla ventina, se ne andò e noi continuammo a parlare

-L'hai sentito?- mi chiese Alex

-Negli ultimi giorni no, mi sto preoccupando. Non lo sento da venerdì- ed era lunedì

-Stai tranquilla sarà solo indaffarato, sono sicura che ti stai preoccupando per niente- cercò di confortarmi

-Mi manca così tanto- sussurrai abbasando lo sguardo, ma non lo dissi abbastanza piano da non farmi sentire

-Manca tanto anche a me, non posso immaginare quanto a te- sorrisi debolmente

-Cambiamo argomento- sorrise lei

-Hai sentito che Alexis Swender é diventata la leader delle cheerleader? Che smorfiosa, pensa di essere la più bella in assoluto quando é peggio delle capre mentre vomitano- scoppiammo a ridere

-E tutti le vanno dietro, ma come fanno? Va bene che é più facile dei cruciverba per i bambini, però...- alzò gli occhi al cielo

-Ci scommetto che si é fatta tutta la popolazione maschile di Cambridge- continuò. Rimanemmo ancora un po' a spettegolare e poi ci avviammo verso l'ospedale. Quando arrivammo ci mettemmo subito in coda

-Oddio siamo il numero 106 e siamo ancora al 51. Moriremo in coda. Secondo me arriverà Nathan e non saremmo neanche all'ottanta- risi, dopo una mezz'oretta eravamo solo al 57. Alex sbuffò di nuovo e si girò a vedere chi stava rallentando la fila

-Muovi quel culo moscio, vecchietta!- urlò a una povera anziana, risi e le diedi una gomitata

-Ahi, é la verità-

Dopo venti minuti eravamo ancora al 62, Alex stava insultando un bambino che le era andato contro e l'aveva pestato il piede. Aveva due anni. All'improvviso senti l'aria mancarmi, la nausea salirmi e la stanza girarmi in torno. Accadde tutto in pochi secondi: io per terra, le urla di Alex, le infermiere con una barella e poi basta. Buio totale.

___

Mi svegliai con un fastidio al braccio, un infermiera mi stava prelevando il sangue

-Che cosa succede?- dissi stordita

-Oh ben svegliata, é svenuta in coda e ora é qui. Ma non si preoccupi le sto prelevando il sangue, faremo qualche esame- l'infermiera mi sorrise. Mi guardai attorno, ero in una stanza di ospedale. Le pareti bianche e rosa fatte per confortare i pazienti erano coperte da macchinari e da una tv. Le finestre filtravano la luce così da non darmi fastidio, ma solo una cosa attirava la mia attenzione: il mio telefono era sul comodino ed era accesso per l'arrivo di un messaggio. Era di Nate. Presi il cellulare e lessi: Alle due posso chiamare, mi manchi. Ti amo

Mi risvegliò dai miei pensieri Alex che entrò nella stanza

-Oddio mi hai fatta spaventare- mi abbracciò

Dopo un po' di tempo in cui parlammo entrò il dottore

-Buongiorno signorina Lawrence, sono il dottor Shepherd- si presentò un uomo sulla quarantina, affascinante e con dei capelli stupendi

-Signora Davis, non riesco ancora ad abbituarmici- ridacchiai

-Certo- sorrise -allora signora Davis, gli esami non mostrano niente di particolare tranne la grande notizia, credo lei ne sia al corrente-

-Notizia? Quale?- chiesi confusa

-Oh non lo sa. Sono felice di comunicarle che lei é incinta signora Davis, spero sia una bella notizia per lei e il padre- disse. Mi si mozzò il fiato

-Non é una bella notizia forse-

-Mio marito é in Afghanistan, ancora per 5 mesi e mezzo- riuscì solo a dire

-Oh, che Dio lo benedica- disse il dottor Shepherd prima di uscire. Di fianco al mio letto Alex era paralizzata con la bocca aperta

-S...Sono in...incinta- sussurrai

Angolo autrice:

Spero il capitolo vi sia piaciuto
Jenny é incinta, cosa farà adesso? Riuscirà ad affrontare più della metà della gravidanza da sola? Potrete scoprirlo solo continuando a seguirmi

Vi ringrazio per le 21k visualizzazioni. Non pensavo che sarei mai arrivata a questo traguardo ed é tutto grazie a voi

Vi amo di beneeeee

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