Non credevamo ai nostri occhi e per questo non ci facemmo sopraffare da brutti pensieri che in un momento del genere finiscono per pervadere la mente.
<< Richard!>> Ripetemmo all' unisono come per averne conferma.
<< Mi dispiace ... la vittima non è stata ancora identificata in quanto con sé non aveva alcun documento.>> poi riprese
<< Quindi sapete di chi si tratti?>> Chiese ancora.Liam si strizzò gli occhi, da cui però non vidi fuoriuscire lacrime. Stette un attimo in silenzio, come se si stesse prendendo del tempo per riflettere.
Non mi capitava mai di vederlo in simili vesti. Lo reputavo piuttosto impulsivo e decisionista e osservarlo mentre se ne stava in ozio davanti ad un a porta serrata, con le mani che gli sfioravano le carnose labbra e i pensieri rivolti altrove, mi fece realizzare che quella giornata sarebbe, di lì a poco, diventata la più infausta vissuta fin' ora.<< Signore, posso fare qualcosa per lei?>> Chiese schietto l' agente.
<< No, può anche andare via.>> Si espresse con un' aria di ribrezzo che mi infastidì istantaneamente.
L' agente si allontanò da noi, ma il suo sguardo malinconico incrociò i miei occhi, resi schivi da una brutta sensazione, più volte.
Non appena si fu del tutto allontanato, mi avvicinai a Liam.<< Mi fa rabbia tutto questo ... Richard ... morto ... ma come è possibile?>> Domandò lui accorato.
Non riesco ad aggiungere altro, poiché entrambi sappiamo ciò che abbiamo visto. Mi sforzo di pensare parole che possano fungere da conforto.
Nonostante queste esistano, le mie labbra si rifiutarono di pronunciarle e così anche io di crederci ancora, non abolendo tuttavia le speranze.<< Hai parlato con qualcuno del campus?>>
Gli domandai.<< No, nessuno sa niente che io ... noi siamo qui.>>Mi rispose con una singolare imperturbabilità.
<< E Brian?>> Mi feci scappare inconsciamente.
<<Che vuoi dire?>> Rispose lui sobbalzando dalla domanda.
Di ciò che avevo detto me ne pentii amaramente per tutti i secondi a venire.
Avevo fatto molte scelte azzardate in vita mia e forse quella fu una di tante. Non sapevo come destare i sospetti, anche perché solo origliando io avrei potuto capire che Brian fosse a conoscenza di dove stesse andando Liam. La situazione passerebbe di certo come
"Inconclusa".<< Non hai detto niente neanche a lui?>> Sospirai fiera di aver trovato un escamotage all' ultimo momento.
<< No di certo.>> Affermò menace e irrisoluto.
Apparve inoltre privo della cognizione di ciò che stesse dicendo, come se si fosse fatto travolgere da un pizzico di malizia.<< Tu poi, non tendi mai a risparmiarti. Ti cacci in situazioni sempre più gravi e guarda caso stavolta le hai superate tutte.>>
<< Non potevo sapere che fosse Richard la vittima.
Oh ... ma che dico? Non è neanche detto sia lui e noi stiamo qui a rimuginare in silenzio, forse anche inutilmente.>> Dissi di rimando io.Le lacrime sfuggirono al controllo dei suoi occhi e quasi come un bisbiglio sentii pronunciare vacue parole:
<< Richard in fondo ti voleva bene, un bene che tu non hai saputo cogliere.>>
Finse un sorrisetto molto stentato, poi chiuse i pugni come per concentrarvi tutta la sua rabbia.
Intanto sentii avvicinarsi dei passi pesanti e dall' andamento tortuoso.
Poco dopo davanti a me apparve Brian, che dall' alto del suo metro e ottantacinque, guardava me, seduta, con aria di condanna.
Nella mia mente frustata, un' ondata di ricordi riemersero a galla.
Ricordi di un uomo felice, uno spirito libero, circondato da gente a lui fedele e che in qualche modo lo faceva sentir fiero del suo stesso lavoro, ma che nel giro di poco tempo riuscì a trasformarsi in un essere incoerente e sibillino.
La solitudine di quegli attimi lasciò ampiamente spazio al suo contrario.
Nel giro di mezz' ora tutti gli escursionisti erano giunti in commissariato.
C' erano Bella, Amanda e Jack appena rientrato dal viaggio in Alaska.
Con acceso stupore vidi persino entrare Brigitte e Kabil, che non vedevo da almeno un mese.
Insomma, non mancò nessuno di cui avessi memoria, eccetto Marina che era rimasta al campus per coordinare le consegne dei nuovi materiali.
Brian si irrigidì parecchio alla vista di tutta quella gente che discuteva, commentava e si esaminava l' una con l' altra. Avrebbe preferito di certo rimanere solo nell' attesa di notizie più concrete.
Rimanemmo ognuno ai nostri posti finché non si fece sera e quando anche la luce dell' ultima stanza del commissariato si fu spenta.
Molti erano già andati via e quando rimanemmo solo in tre mi affrettai a rientrare anche io.
Le occhiate lancinanti della giornata erano servite a farmi intuire la reale disapprovazione nei miei confronti, eclissata nella quotidianità, ma presente ogni volta che, a loro avviso, mi ritrovavo a compiere azioni
"Ingiustificate".
Non potevo sapere si trattasse di Richard.
Ripensavo a queste parole costantemente, senza tregua, tanto da arrivare a capire il fine ultimo della rispettiva domanda.
Una persona che dimostra un minimo di fiducia non riuscirebbe neanche a porsi quell' interrogativo.
Significa che no ne ha abbastanza da consentirgli di fidarsi ancora e di farlo per altre mille volte.
Corsi a perdifiato sino al campus. Presi l' autobus delle 19: 30, ma scesi una fermata prima, così da non rimanere impelagata nello sciopero dei contadini, iniziato qualche settimana fa.
La mia lunga passeggiata mi sottopose ad una gran fatica, resa maggiormente sopportabile dalla vista di bambini in carrozzella, di giochi, attrazioni e altalene disseminate in una verdeggiante area attrezzata.
Il decorso della discussione tra me e Liam mi aveva fatto riflettere.
Fu così che promisi a me stessa di barcamenarmi in situazioni a me estranee il meno possibile e magari di rimanere al campus un po' di più, dedicandomi di tanto in tanto a qualche attività che riesca a distrarmi. La tranquillità di quegli attimi mi fece ammutolire di colpo, dissipando le nebbie e sopprimendo le reminiscenze.
Rimasi in tale stato per molto tempo, anche dopo il mio rientro.
Cercai di far passare come inosservati gli stessi sguardi fulminei e non mi soffermai più di tanto a discutere con chi non avevo visto per mezza giornata e magari non era al corrente di quanto accaduto.
Quando anche Brian fece ritorno al campus insieme a Liam, ad una sua richiesta di dialogo, non mi tirai indietro.
Al contrario mostrai disponibilità e risolutezza.
Nelle ore a venire giunse alle nostre orecchie la notizia che più di tutte temevamo: l' uomo della foto era Richard.
Presto tanto sgomento ci colse in pieno.
Vidi alcuni enfatizzare il loro dispiacere, altri, profondamente turbati, raggiungere le loro camere.
Io ero tra questi. Effettivamente fui molto dispiaciuta dalla terribile conferma, ma quel giorno essa non riuscì neanche a strapparmi una lacrima dagli occhi. Non me lo seppi spiegare, eppure il mio dispiacere non era meno rilevante degli altri.
Forse non avevo concepito a pieno la notizia.
Ricordo che mi avvicinai a Bella e feci per tendere la mia mano per posargliela sulla spalla, quando questa si allontanò.
Seguii anch' io la traiettoria lasciata dai passi felpati degli altri, che avevano sporcato il pavimento con suole imbrattate di fango.
Ricevetti la stessa sera una telefonata da parte di Tob, nonostante ci fossimo sentiti durante la mattinata.
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Aneliti sublimi (IN REVISIONE)
Misterio / SuspensoUno scenario pittoresco, caratterizzato da suggestivi scorci di campagna toscana, fa da sfondo ad un thriller intriso di suspense e colpi di scena. A Jolie Chapman, eccentrica e loquace sessantenne, è stato appena diagnosticato un principio di demen...