39~Lontano da me.

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L' assenza di Richard ieri notte divenne incolmabile e il clima che si respirava non era certo dei migliori. Quella movimentata e bellissima festa era svanita nel nulla, come lui del resto. Le ore passavano e intanto nessuno sembrava deciso a dare una buona notizia, quella che tutti noi aspettavamo da tanto. Brian sembrava triste, ma allo stesso tempo furioso con se stesso per non essersi accorto di nulla. Stessa cosa dicasi per Amanda, Jack, Bella e tutti coloro che ieri presenziavano lì. Nessuno di noi riuscì a realizzare nei minuti a seguire.
Amanda continuava a strepitare, mentre Bella gridava a gran voce il suo nome, con la speranza che sarebbe potuto tornare da noi, ovunque si trovasse.
La loro voce si miscelava al frastuono di sedie e tavoli che venivano ripetutamente spostati da coloro che accorrevano per sapere notizie. Io feci a Richard una ventina di chiamate, incessantemente, sperando che mi avrebbe risposto stufo della sua fastidiosa suoneria. Molti alla festa andarono via poco dopo il nostro disperato allarme e notai con stupore che i primi ad andarsene furono proprio i genitori di Brian, accompagnati dalla sorella. Soltanto alcuni rimasero ad aspettare. Brian ebbe anche l' irrazionale idea di andare a cercarlo nel bosco, luogo in cui si fece vivo per l' ultima volta. Amanda in quest' occasione, però, mi diede ragione. Anche lei la definì una scelta azzardata più che saggia e lo spinse a rimanere al campus fin quando non avremmo avuto notizie più chiare dalla sede centrale, che stava tentando di fare l' impossibile affinché lo ritrovassimo.

<< Basta, non ce la faccio più ad aspettare.>> Disse ad un tratto Brian, guidato dal sentimento di amicizia che lo lega a Richard. Iniziò dunque a imprecare contro noi, che rimanemmo ammutoliti, senza quasi battere
ciglio. Sembravamo tanti piccoli pesciolini irresoluti alla vista di uno squalo, in quanto, ad ogni loro minimo passo falso, questo li avrebbe divorati. Brian fece proprio questo: divorò il nostro animo con denigrazioni prive del più elementare fondamento.

<< A voi non importa nulla di Richard, dove si trovi e soprattutto se stia bene. Voi siete qui indossando le maschere degli ipocriti. Potete andare anche via, a riposare tranquilli nelle vostre camere. Apprezzerei di più l' onestà di coloro che lo facessero e che si trovano qui soltanto in veste di pusillanimi.>> Ribatte in tutta mestizia.

<< Ci consideri allora meschini? Pensi questo, vero? Non è un caso che tu e Richard siate amici. Siete tutti della stessa specie.>> Pronunciò Bella andando via e sbuffando contemporaneamente.

<< Si, mia cara, è questo quello che penso di te e di tutti voi ed è anche quello che pensa Richard.>> Aggiunse Brian. Non consentì inoltre a nessuno di replicare, in quanto ci zittì con la sua implacabile rabbia.

Nonostante fosse rientrato nella sua stanza, egli non ci diede modo di star tranquilli. A tenerci sulle spine l' idea di un suo tentativo di addentrarsi nel bosco da solo. Non pensavamo di certo che sarebbe potuto essere come in uno di quei film dell' orrore, ma il nostro pensiero vi si avvicinava di parecchio e anche l' atmosfera si rivelava come una sorta di principio. Andai a letto molto tardi tanto che mancavano soltanto poche ore all' alba. Ero consapevole che oggi mi sarebbe toccato tanto lavoro da fare, compresi gli arretrati della scorsa settimana e che tutto ciò sarebbe stato rimandato a data da destinarsi se prima Richard non avesse fatto ritorno al campus. Paradossalmente a notte inoltrata riesco sempre riflettere meglio rispetto a quando mi ritrovo a mente serena. Mi accovacciai allora sul letto, sopra le stesse coperte in cotone e poggiai la mia testa sulle ginocchia, flettendo l' intera colonna vertebrale. Ogni tanto, avvicinandomi alla finestra, vedevo Brian passeggiare avanti e indietro in giardino, instancabile e spregiudicato. Appoggiata al davanzale iniziai a discernere persino le piccole sfumature di quella giornata. Notai, infatti, che la sua solitudine si era trasformata in compagnia quando questo venne raggiunto da Marina, la quale sembrava lusingarlo con complimenti ingenti e perspicui. No ne intuì subito la motivazione, ma mi parve come una di quelle donne raggianti e perdutamente innamorate. Brian rimase poi solo per tanto tempo, seduto sulla verde panchina del giardino. Io indugiai ad osservarlo per un po', poi mi misi nuovamente a letto e cercai istantaneamente di prendere sonno.
Non ci riuscii subito, ma i tentativi non furono vanificati dalle mie aspettative, tanto che quell' atmosfera calda e avvolgente mi trascinò ben presto in un vortice di pura tranquillità.

Aneliti sublimi (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora