Capitolo 11

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Gerard stava cominciando ad entrare nel panico.

Aveva spedito la sua richiesta da quasi due settimane ma ancora non aveva ricevuto risposta.

Era così in ansia da non riuscire a dormire la notte e stava seriamente dubitando delle sue capacità.

Frank era sempre stato dalla sua parte, lo aveva incoraggiato e continuava a ripetergli ogni giorno che lo avrebbero preso ma, ad essere onesti, lui quasi non ci sperava più.

Era proprio seduto in cucina con lo sguardo piantato sulla sua email nella speranza che arrivasse magicamente qualcosa.

Il suo caffè si stava raffreddando ma a lui non poteva proprio fregarne di meno mentre continuava ad aggiornare la pagina con la disperazione nel cuore.

Stava dando le spalle alla porta ed era così concentrato che non sentì nemmeno qualcuno entrare, lanciando un urlo quando sentì delle mani poggiarsi sulle sue spalle.

“Ehi, che ti prende?”. Chiese, guardandolo con confusione.

“Mi hai spaventato, non ti ho sentito entrare”. Sorrise, poggiando la mano su una delle sue.

Frank strinse le braccia intorno al suo collo con fare affettuoso, lasciandogli un bacio sulla nuca, proprio tra quei capelli deliziosamente profumati.
Si godette quell’odore per qualche secondo prima di tornare alla realtà.

“Che stai facendo?”. Chiese, allontanandosi un po’ e massaggiandogli le spalle. “Gee, se fissi lo schermo in eterno non arriverà prima”. Lo ammonì con dolcezza.

“Lo so ma…”.

“Niente ma, usciamo a pranzo insieme, ti permetterò di fissare le tue mail ogni tanto”. Suggerì con un bacio.

“Va bene”. Sospirò Gerard, ormai arresosi. “Devo cambiarmi”. Aggiunse poi, alzandosi.

“Ok, fa pure”. Sorrise, sedendosi sul letto.

“Dovresti uscire”. Borbottò, incrociando le braccia.

“Qual è il problema? Ti ho già visto nudo”. Rispose spavaldo, trovando davvero adorabile il rossore sulle sue guance.

“Non è la stessa cosa”. Sbuffò.

Frank, nonostante lo trovasse stupido, decise di accontentarlo ed uscire, attendendo pazientemente fuori dalla roulotte che fosse pronto, prima che andassero tutti e due in un semplice fast food.

Frank aveva scoperto la passione proibita di Gerard per il cibo spazzatura e doveva ammettere che vederlo ingozzarsi come un maiale da fattoria non gli dispiaceva per niente, anzi, lo rendeva quasi orgoglioso.

Adorava vederlo addentare con voracità qualche hamburger senza nemmeno preoccuparsi di essere elegante, era naturale e Frank lo adorava.

“Non mi hai ancora detto dov’è questo college”. Sorrise Frank, immergendo una patatina nel ketchup.

Il cuore di Gerard perse un battito mentre restava con il panino a mezz’aria e la bocca aperta.

La tristezza lo riempì velocemente, costringendolo a posare il panino sul suo vassoio e a guardare con nervosismo Frank.

“Lontano”. Rispose semplicemente.

“Lontano dove?”. Insistette.

Gerard cominciò a giocherellare con la cannuccia della sua bibita, fissando i cubetti di ghiaccio galleggiare, trovandoli estremamente interessanti.

“Ohio?”. Chiese Frank con un sospiro di frustrazione.

Gerard scosse la testa, decidendosi a bere un sorso della sua bibita.

Gravity// FrerardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora