"Non. Provarci. Nemmeno".
Gerard non credeva che allenarsi con il raffreddore potesse essere così difficile.Era sdraiato a terra mentre Frank stava in equilibrio sulle sue braccia tese verso l'alto.
Era la quinta volta che ci provavano e puntualmente Frank starnutiva, cadendo a terra e costringendolo a fare tutto daccapo.
Sul volto del giovane apparve la solita espressione che aveva mentre cercava di trattenersi per poi starnutire e schiantarsi e terra con un tonfo che faceva domandare a Gerard come mai non fosse ancora in lacrime e supplicante.
"Tesoro, stai bene?". Chiese allarmato, vedendo che Frank non si stava alzando come aveva fatto le altre volte.
"Si, sto bene". Rispose con tono dolorante mentre il suo fidanzato lo aiutava a tirarsi su.
"Per oggi basta". Sentenziò il maggiore e Frank non aveva la forza per protestare, quindi annuì semplicemente, asciugandosi il sudore con un asciugamano. "Fila a lavarti, o ti verrà di nuovo la febbre". Ordinò con tono dolce ma fermo Gerard, indicandogli il bagno del seminterrato di casa sua.
"Avete la doccia nel seminterrato, che lusso, mia madre ci teneva solo l'olio di semi e costringeva me ad andare a prenderlo anche se la lampadina si accendeva e spegneva in modo inquietante ed io avevo paura". Disse, perdendosi un attimo nel ricordo ma tornando sulla terra grazie ad una risatina del rosso.
"Vai a lavarti e basta". Rise, cominciando a salire le scale. "Magari dopo ti faccio un massaggio, sono preoccupato per la tua schiena". Aggiunse.
"Oh, ma che ragazzo ben educato". Rispose, Frank, sfoggiando il suo migliore accento inglese e facendo persino finta di sorseggiare del tè da una tazzina immaginaria e con il mignolo all'insù.
"Guarda che ti ho sentito, idiota". Gli urlò, ormai dal piano di sopra.
Frank riusciva a percepire l'allegria nella sua voce, e doveva ammettere che ne era felice, era bello sentirlo così gioioso dopo tutto quello che era successo.
Voleva che durasse per sempre, voleva che loro durassero per sempre e, sì, si sentiva stupido a farsi lo shampoo e a pensare se andare in Francia con lui.
Che lo amasse era ormai un dato di fatto ma era davvero pronto a vivere insieme a lui?
Per un attimo immaginò di potersi svegliare ogni giorno con accanto quel bellissimo uomo ed il suo cuore perse un battito. Avrebbero potuto avere una casa, una casa vera e non una misera roulotte, dove vivere, avrebbero potuto dormire in un bel letto comodo, guardare un film e mangiare pizza sul divano ed un sacco di altre cose che al solo pensiero facevano venire a Frank la voglia di dire di sì.C'era però una parte di lui che era spaventata a morte, voleva davvero che il loro rapporto durasse e non voleva ritrovarsi di nuovo da solo per aver corso troppo, anche perché era certo che questa volta sarebbe rimasto da solo per tutto il resto della sua vita.
Sospirò, poggiando la schiena contro lo piastrelle fredde e bagnate mentre il suo cervello si aggrovigliava e contorceva, cercando di trovare una soluzione.
Salì al piano di sopra senza ancora avere una risposta ma rifacendosi almeno gli occhi alla vista di Gerard seduto sul divano ad aspettarlo.
"Dio". Sussurrò tra sé e sé, ammirando come i suoi pantaloni scuri abbracciassero le sue forme mentre il largo maglione nero le nascondeva, lasciando però scoperta una porzione della sua spalla.
"Ce ne hai messo di tempo". Sbuffò, fingendosi scocciato anche se non riuscì a trattenere un sorriso.
"Ho perso tempo perché pensavo a te". Rispose, tuffandosi sul divano, accanto a lui, ammirando come le sue guance s'infiammavano di un acceso rosso. "Non in quel senso, dolcezza, non questa volta almeno". Sorrise, facendolo solo arrossire di più.
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Gravity// Frerard
Fanfiction||i capitoli sono un po' lunghi|| Frank ha sempre desiderato di far parte del circo, il suo sogno inizia da bambino quando resta incantato da un'acrobata bionda. Dopo anni diviene un acrobata fallito e l'unica persona in grado di risvegliare il suo...