Capitolo 13

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Frank stava preparando le valige, o meglio, ci stava litigando furiosamente da qualche ora. Era un tipo abbastanza freddoloso e per lui non era Natale se non aveva almeno cinque strati e mezzo a proteggerlo dal freddo e dalla neve.

Era emozionato, agitato, felice ed ansioso, il tutto accompagnato da una buona dose di panico. Avrebbe conosciuto i genitori di Gerard, avrebbe conosciuto la sua famiglia ed erano notti che non dormiva per questo.

Voleva fare una buona impressione, voleva convincere i coniugi Way e nonna Elena che lui era la persona giusta per Gerard.

“Allora… siamo cognati”. Borbottò Mikey, aiutando Frank a chiudere la cerniera della valigia mentre il più basso ci stava seduto sopra.

“Suppongo di si. Le cose tra di noi sono sempre uguali, amici come prima, giusto?”. Sorrise.

“Uhm… non saprei, insomma, tu ti scopi mio fratello”. Rispose Mikey con la sua solita espressione statica.

“Oh, andiamo, sai che è più di questo”. Rispose imbarazzato.

Per la prima volta sul volto di Mikey si aprì un piccolo, minuscolo sorriso.

“Scherzo, coglione”. Ridacchiò.

“Sono pronti i miei due uomini preferiti?”. Domandò Gerard aprendo la porta e facendo entrare un po’ di neve. “Senza offesa, Ray, capisci che sarebbe strano se…”.
“Sta tranquilla Princineve, non era tra i miei propositi del nuovo anno far parte della lista dei tuoi uomini preferiti”. Rispose il gigante riccioluto con un sorriso.

“Potevi metterla un’altra sciarpa, fratello, ti vedo poco coperto”. Esordì Mikey con sarcasmo.

“Siamo a venti sotto zero, e non mi sembra vero, yeah!”. Rispose, cantando e inventandosi persino una coreografia.

“Ti si è congelato il cervello?”. Chiese Ray.

“Non puoi congelare ciò che non esiste”. Rispose Mikey, accompagnato da una risata da parte di Frank.

“A te non conviene prendermi per il culo”. Lo ammonì.

“L’ho già fatto svariate volte e non eri dispiaciuto per niente”. Rispose con un occhiolino.

Gerard arrossì violentemente, nascondendo il poco che si vedeva del suo viso nella miriade di sciarpe che aveva intorno al collo.

Appena tutti furono pronti, si avviarono verso la stazione per prendere il treno che li avrebbe condotti a casa Way.

“Chi avrebbe mai immaginato che sarei schiattato in questo modo”. Borbottò Frank.

“Sempre il solito brontolone, non è un incontro con la regina, sono solo i miei”. Cercò di consolarlo Gerard, avvolgendogli le spalle con un braccio.

“Il che è molto peggio! Mando sempre tutto a fanculo, Gee, questa volta voglio fare le cose per bene”. Rispose.

Gerard abbassò le sciarpe che aveva davanti alla bocca, dandogli un bacio sulla guancia.

“È molto dolce da parte tua, ma, davvero, rilassati”. Sorrise.

Frank annuì con poca convinzione, accoccolandosi tra le braccia di Gerard e facendosi un pisolino per presentarsi carico all’appuntamento.

Gerard lo lasciò riposare, sperando in cuor suo che, almeno per una volta, la sua famiglia si comportasse come qualsiasi altra e non come un ammasso di pazzi fuggiti da un manicomio.

Doveva ammettere che anche lui era particolarmente nervoso, quell’incontro era decisivo, se Frank avesse visto quanto fuori erano tutti in quella casa, probabilmente, sarebbe fuggito urlando e non sarebbe più tornato da lui.

Gravity// FrerardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora