capitolo 1

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La mia giornata inizia la mattina, alle 07.00 suona la sveglia. Senza guardare neanche fuori mi catapulto in bagno.
Doccia e abbigliamento semplice per poter lavorare in completa comodità.
Maglietta a girocollo rigorosamente nera e pantalone nero. Coda alta e un filo di matita.
" non capiro' mai quelle che già alle 7 sono truccare e vestite con tacchi e lustrini..ma come fanno dio della pace".
Scendo dalle 2 rampe di scale mentre frugo nella borsa in cerca delle chiavi della macchina (solitamente sono dentro la borsa), apro la porta, poi il cancello e mi avvio verso la macchina. Accendo e via, si va verso il lavoro.

Parcheggio in una stradina di fronte al bar, chiudo la macchina, attraverso la strada ed entro.
Seduto sulla sua comoda sedia, dietro il piccolo mobiletto, il mio capo si prende il suo primo caffè.
:<< Buongiorno capo!. >> urlo

:<< buongiorno Marta. >>risponde lui.

Giro nel bancone ed entro in laboratorio, poso la borsa e prendo grembiule e cappello.
"Dai Marta forza e coraggio "

Il bar piano piano si riempie e noi come pazze andiamo avanti e indietro per servire i clienti.

:<< Oggi c'è meno confusione.>> mi ridacchia Rosy, nel passarmi dietro le spalle

:<<io dico che c'è sempre confusione. >> e le lancio un'occhiata malefica...ma scoppiamo a ridere.

Porgo il caffè sul piattino sopra il bancone

<<prego il caffè è pronto. >> il cliente mi fa un cenno con la testa e dà l'ultimo morso al cornetto.

"Oh, ma io non ho fatto colazione!" Infatti lo stomaco inizia a fare i primi sussurri.

Il bar si svuota; prendo un pezzo dolce dalla vetrinetta ed entro in laboratorio, mi siedo sulla sediolina. "Ahh...Finalmente si mangia". Di solito non avevo molto appetito ma la mattina era essenziale mangiare: fare avanti e indietro mi stancava.
Per non parlare del dar conto a tutti e dell'essere gentili, con il sorriso; non era sempre facile, c'erano quelle giornate NO.

Finalmente le 15, il mio turno sta per finire e con me anche quello di Rosy.
Lei è una delle mie amiche: è un po' più alta di me ed ha i capelli riccissimi, media lunghezza, color rame ed occhi cioccolato; è divertente, spiritosa, col sorriso sulle labbra e con le risposte sempre pronte; il fisico non troppo snello ma con un seno prosperoso, fa invidia a tutte noi della comitiva.

:<<Hey che fa mi dai un passaggio a casa?. >> Mi domanda mentre usciamo dal bar,

:<<certo, non problem.>> gli rispondo sorridendo.

Il sole è forte che mi fa strizzare gli occhi e con un leggero venticello;
Per essere maggio è già un buon inizio.
Entriamo in macchina che lei ha già la sigaretta accesa

:<< sai che non sopporto il fumo >> mi fa un sorriso e apre il finestrino sporgendo il braccio fuori

:<< vabbene così? >>

Tornare a casa dopo un giornata di lavoro è gratificante.
Parcheggio la macchina davanti il cancello.
Dopo una bella doccia indosso i miei amati jeans, maglietta nera con il collo un pó largo e All Star nere. Sono pronta per il mio pomeriggio.
Scendo le scale di fretta che già il telefono suona

:<<pronto! >>:

:<< vita mia ma quando vieni? >>:

:<<arrivo il tempo della strada >>

"Noemi, chi poteva essere se non lei".
Noemi è un'altra delle mie amiche, la mia miglior amica da circa 6 anni; lei è intelligente, sempre positiva nelle cose, simpatica, alta più di me e con i capelli ed occhi neri.
Lei ha visto quello che gli altri non hanno mai visto: le mie lacrime, i miei silenzi, il mio particolarissimo modo di comportarmi (non proprio pacato); ed in tutto ciò ha trovato il sole dentro me, l'ha saputo far spuntare anche quando è stato difficile.

Arrivo sotto casa sua, parcheggio la mia piccola Smart e mi avvio al portone del palazzo con lo sguardo basso perché intenta a guardare i jeans che si sono strappati ancora di più "dio... della pace!!!"
Frugo nella borsa in cerca di un accendino che, non so se mi spiego, è piena di cianfrusaglie: dal mio numeroso portachiavi che di chiavi c'è ne solo 3, fazzoletti, occhiali, salviette di tutti i tipi e non continuo... quindi, abbandono l'idea di continuare a cercare. Suono il citofono e, neanche il tempo, si apre il portone; dove incontro una signora con la figlia di appena 4 anni

:<< prego. >> dico con voce bassa; la piccola mi guarda un po' dubbiosa ma poi faccio un sorriso e lei imbarazzata si nasconde tra le gambe della madre che varca il portone.

"Queste scale mi distruggono"
Fare tre piani mi stanca, arrivo sempre con la lingua di fuori e la gola asciutta, così tanto che chiedo sempre un "secchiello" d' acqua a Noemi prima di passare il pomeriggio a parlare di università, dei rapporti conflittuali che ha col suo ragazzo, ma anche di un futuro dove io e lei vivremo nella stessa casa: niente uomini "per me", niente figli "per lei" solo due amiche.

:<<Allora vita mia com' è andata la giornata, litigato con qualche cliente? >> mi domanda sedendosi sulla sedia della sua scrivania e facendomi un sorriso a 32 denti.

:<< mha ti direi tutto ok tesoro... giornata tranquilla e senza nessun rompi palle. >> rispondo io buttandomi sul suo letto dalle lenzuola chiare.

Nel mio lavoro bisogna esser sempre sorridenti, gentili e disponibili; ma delle volte questa gentilezza e disponibilità viene fraintesa dai clienti che iniziano con i complimenti un po', diciamo, "fuori luogo" e molto spesso dobbiamo far finta di nulla per poter continuare a lavorare in pace.
Le prime volte mi venne difficile, ma col passare del tempo ci feci l'abitudine e impariai a lasciar scivolare tutto... il più delle volte.

:<< Marta quand'è che sei libera? Così andiamo a fare un po' di shopping! >> Mi domanda lei ancora seduta sulla sedia che fa roteare. " Io odio fare shopping" ma gli rispondo

:<< mercoledì >> accompagnato da un sorriso falso.

:<<Dai che lo so che odi fare shopping, non puoi mentire a me >> mentre si stende sul letto accanto a me.

:<< non è che odio è che non trovo mai nulla che mi piace, tutto troppo scollato, troppo colorato e troppo trasparente. >> gli rispondo mentre giro il viso verso lei.

Non sono solita vestire con tacchi, gonne e quant'altro che accentuano le mie curve che, anche se sono piccole, si notano perché sono ben proporzionate e visibili mettendo qualcosa di stretto.

:<< Eppure qualche volta te lo farò mettere un vestitino, a costo che non mi parli per quella mezz'ora >>:

Già io e lei abbiamo quel rapporto che nessuno mai avrebbe diviso, capito, nè messo in discussione... siamo il giorno e la notte, il bene e il male: lei con la sua allegria e la sua solarità, io con la mia tristezza e l'oscurità nel cuore; è impossibile mentirle, mi conosce in ogni sfaccettatura del mio carattere e, anche se siamo diverse, noi riusciamo a capirci come nessuno sa farlo.

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