Capitolo 11

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I raggi del sole ormai alti e caldi entrano tra le fessure della serranda.
Mi alzo dal letto sbadigliando e grattandomi la testa, scalza e vestita di solo intimo vado in cucina.
Mamma mi da le spalle; i capelli castani scuri sono raccolti in un fermaglio, indossa un vestito a bretelle grigio con i pois bianchi che le arriva sopra al ginocchio, ha messo il grembiule blu che le sue compagne di classe hanno comprato in un giorno che si sono riunite in campagna da noi; scalza si sposta in cucina ; tv accesa e finestra aperta.

:<<buongiorno mamy >>
le dico mentre apro il frigo, dove trovo una bella macedonia di frutta: pesche, banane, kiwi e fragole. la tiro fuori, prendo un cucchiaio e mi siedo al tavolo...

:<<buongiorno; cosa stai mangiando? >> mi dice con voce seria, dandomi le spalle.

:<<ehm...la macedonia che ho trovato in frigo...perché?..>> facendomi piccola piccola e smettendo di mangiare 

Voltandosi con un sorriso mi dice :<< dammene un cucchiaio anche a me! >> e così la imbocco come fa una madre al proprio bambino.

Mi accorgo che sul tavolo c'è la qualunque cosa, antipasto fatto di: tramezzini in qualunque modo,con solo tonno o con maionese ed un oliva, muniti di stecchino; uova sode con dentro maionese e tonno; crocchette di pollo, crocchette di patate, mozzarelline in carrozza. Il primo: riso freddo con: olive, carciofini, tonno, wustel, carota e mais; pasta fredda. E spiedini di frutta: ananas anguria, melone fragole ed uva. C'e il cibo per un esercito!

Manca il pezzo forte della famiglia: il papà, e si vede!
Sarà andato in campagna a vedere i suoi alberetti. Approfitto un altro po il senso di libertà nello stare senza indumenti.

Attraverso il piccolo corridoio ed entro in stanza, prendo l'intimo e senza pensarci troppo una canotta bianca e dei pantaloncini di lino bianchi e neri; porto tutto in bagno dove una doccia fresca mi riprende dall'afa in casa. Mi vesto ma rimango a piedi nudi, ritorno in stanza per mettere le scarpe, alzando la serranda riconosco il rumore della macchina di papà, subito dopo ne sento un altra. Chiudo la grande finestra, sistemo le poche cose fuori posto e mi avvio verso la cucina; non passa molto che sento la porta aprirsi e due voci maschili chiacchierare.

Mamma ha apparecchiato il tavolo del soggiorno, così non soffriamo il caldo nella cucina; inizio a spostare tutti i vassoi da un tavolo all'altro, che neanche mi accorgo dell' ospite. Se non per papà che mi richiama

  :<< Marta lui è Marco, ti ha portato in ospedale insieme a Noemi quando sei svenuta >> mi spiega papà con voce ammirevole verso quell'uomo che mi ha salvato.   

Alzo lo sguardo e davanti mi trovo un uomo alto 1.80 il corpo abbastanza possente: spalle larghe, gli addominali si notano tramite la maglia bianca che indossa, gli occhi nocciola, i capelli corti castani un po scompigliati e porta un paio di jeans chiari. Prendo i dolci che gentilmente mi porge;  i suoi occhi sui miei mi bloccano il respiro cosi distolgo lo sguardo, imbarazzata e con i pensieri in aria ritorno in cucina respirando a pieni polmoni.  Non mi aspettavo un tipo del genere; a dir la verità non mi aspettavo un uomo cosi affascinante. 

Il pranzo prosegue in modo sereno, papà e Marco parlano degli alberetti della campagna, dei lavori futuri di papà, lui ascolta interessato e molto incuriosito. Io tengo lo sguardo altrove cercando di non incrociare il suo, eppure mi sento il fiato mozzare ogni qual volta parla; Mamma come me sembra di poche parole, ma comunque si dimostra gentile nei suoi confronti.  Finiamo tutto il cibo che c'e in tavola, ormai sazi.  Mi alzo per iniziare a sparecchiare e  mi sento costantemente il suo sguardo addosso, poso i dolci sul tavolo alzando il volto mi trovo i suoi occhi, una vampata di calore mi prende il viso e frettolosamente abbasso lo sguardo, con una mano mi porto i capelli all'orecchio, piano piano alzo lo sguardo ma lui è voltato a parlare con papà "ma perchè mi fa questo effetto quest'uomo".

 Lascio il soggiorno con i due uomini che parlano, andando in cucina ad aiutare mamma che lava le poche cose rimaste. 

:<< Mi sento pienissima >> le confesso toccandomi la pancia gonfia di mangiare.

:<< Non dirlo a me; mi sento una balena arenata >> mi risponde ridendo.

Finiamo di sistemare in silenzio, per poi tornare in soggiorno. Ci sediamo e mangiamo i dolci che sono rimasti; si sono fatte le 15.00 quando ci alziamo dalla tavola e sparecchiare le ultime cose,  "ho bisogno di fumare una sigaretta per digerire" ; dopo essermi sistemata prendo la borsa e torno nel soggiorno

:<< Che fa stai uscendo? >> mi chiede la mamma 

:<< Si, volevo prendermi un gelato per rinfrescarmi >> rispondo mentendo.

Dopo aver salutato con un ciao l'ospite apro la porta e inizio a scendere le scale; arrivata sotto nell' altro portoncino sento la porta aprirsi e qualcuno che scende frettolosamente le scale. Non ci faccio molto caso e proseguo verso il cancello.

:<< Marta ! >> al suono della sua voce mi paralizzo.
"Merda ed adesso cosa faccio"
:<< si! >> dico voltandomi ormai arrivata al cancello.

:<< Mi hai fatto venire voglia di gelato... ti andrebbe di andarlo a mangiare insieme? >> mi chiede aprendo lui il cancello.
"Oh merda...ed ora??"
Il cuore che batte, il respiro è bloccato; Varco il cancello ancora in apnea e senza dargli una risposta.

:<<Hey parlo con te >> mettendosi davanti a me facendomi da muro.

Alzo lo sguardo adesso che siamo piu vicini incrocio i suoi occhi, quel sorriso che gli forma quelle piccole fossette sulle guance. Sento caldo, sento le guance che scoppiano, il cuore che scoppia; deglutisco, butto fuori l' aria deglutisco nuovamente, pronta per la mia risposta negativa
:<< ok! >>

"Ok... ma che cazzo ho detto...ma cosa mi salta in mente, Marta dio della pace dovevi dire No!"

Lui risponde con quel maledetto sorriso e inizia a camminare verso la sua macchina. Io senza dire una parola lo seguo. Entro in macchina,metto la cintura e rimango ferma, appena accende parte la radio: Adele - skyfall. Ad un volume decisamente troppo alto... così mi permetto di abbassarlo un po.

:<<Non ti piace? Se vuoi la tolgo>>  mi chiede voltandosi
:<< no, figurati; e che non amo la musica troppo forte >> rispondo impacciata e abbassando lo sguardo.
Percorriamo la strada in silenzio, io con lo guardo fuori dal finestrino e rispondendo a monosilabe; lui a chiedermi se lavoro, se ho degli hobby, se mi piace la montagna o il mare ecc.

Finalmente arriviamo nel posto dalla vista mozzafiato e che avrebbe visto crescere un sentimento chiamato amore.

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