Capitolo 33

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Seguendo le indicazioni all'entrata di un corridoio la tabella Reparto di Cardiologia ci rassicura di non aver sbagliato.
Alla lettura del reparto un piccolo brivido mi percorre la schiena.
Varcata la grande porta bianca, con nei vetri l'adesivo dell'ospedale, un lungo corridoio azzurro; seduta su una scrivania color azzurro più scuro delle pareti, la signora che non avrà più dei 60 anni sta registrando qualcosa al PC.
Seduti sui sedili una donna che legge qualcosa sul telefono ed a fianco il figlio di 7 anni che gioca con una Nintendo, facendo dondolare i piedi.

:<< salve, posso aiutarvi? >>: la segretaria si sistema gli occhiali e ci regala un sorriso.

:<< si, salve, abbiamo una visita col Dottor Bellini>>:  la risposta secca di papà.

:<< si, il dottore vi aspetta.  Appena esce la signora vi annuncio al dottore.>>:  la risposta della segretaria, che sistema le carte che ha sparse sulla scrivania.

Seduto su uno dei sedili il bambino e la sua mamma aspettano il propio turno.
Lei una bella signora sui 40 anni, capelli ramati corti a caschetto, che di tanto in tanto porta dietro le orecchie; il figlio ha i capelli castani chiari tenuti su con un po di gel, muove solo le gambe intento a giocare con la Nintendo color rosso.
Ci accomodiamo non molto distanti da loro lasciando che il silenzio faccia da padrone nella stanza.

Quando entriamo dal dottore la stanza mi appare troppo piccola, troppo piena di scartoffie e quadri, per ospitare 3 persone.
Dopo le varie domande che di consuetudine si fanno, papà gli mostra la storia clinica dei vari interventi fatti durante tutta la mia vita, dalla nascita ad oggi; il dottore fa scorrere gli occhi da un rigo all' altro. Poi passa alla lettera di dimissione che l'ospedale dove sono stata portata quando sono svenuta mi ha rilasciato.

:<< vedo che oltre a qualche flebo di fleboclisi glucosata non gli è stato fatto nessun esame >>: afferma mentre ritorna a guardare la storia clinica

Io rimango immobile cercando di non farmi prendere dall' ansia, muovo soltanto il piede per scaricare la tensione, papà è seduto, rimenendo concentrato alle parole del dottore.
Dopo la telefonata che il dottore fa' per la risonanza magnetica mi ritrovo sdraiata sul lettino in reggiseno per un ecocardiogramma; il monitor del PC fa vedere una valvola che si muove ad un ritmo costante, mentre una piccola penna imbrattata di gel si muove a destra e sinistra sotto il seno sinistro. Il dottore maneggia con qualche bottone dell' apparecchio facendo cambiare il colore all'immagine. Chiazze blu e rosse appaiono sotto la valvola, mentre lui pressa sempre di più la penna sulle costole.

:<< la valvola mitrale funziona perfettamente, ma con la risonanza magnetica potremmo capire meglio ed eventualmente effettuare una altra modifica o meglio dare un altro aiuto al cuore >>:

Mi siedo sul lettino, passandomi della carta per asciugare il gel, mentre il dottore ed il papà si risiedono nelle rispettive sedie; quando finisco di rivestirmi mi siedo anch'io. Il dottore finisce di scrivere al PC e stampa il tutto.

:<< adesso uscite dal ospedale, a sinistra ci sono delle scale di  ferro, scendi e dopo la porta di vetro c'è la segreteria digli il cognome che loro subito ti fanno la risonanza. Il referto quando sarà pronto lo guarderò io personalmente, poi vedremo il da farsi... Vorrei anche consultarmi con un altro cardiologo di Roma grandissimo amico mio >>: 

Ritorna tutte le scartoffie al papà compresa la nuova visita

:<< quando avremo un quadro completo la chiameremo, gli spiegheremo tutto, di come vogliamo intervenire se c'è da intervenire; Tu cerca di stare più serena e tranquilla, non affaticarti troppo mi raccomando >>:

poi con gentilezza ci accompagna alla porta dove ci saluta stringendoci la mano.

Arrivati alla sala d' aspetto, vado subito a riferire la mia presenza; seduta nei sedili color blu  l' ansia inizia a salire, mi fa muovere le gambe in maniera compulsiva, mentre papà mi tiene la mano e l' accarezza.
Dopo poco ci fanno entrare, mi chiedono di togliere il reggiseno e tutti gli orecchini che ho; mi chiedono gli anni, il peso, e se voglio qualche goccia di Valium per rilassarmi. Papà è sempre accanto a me, conserva gli orecchini su un fazzoletto e lo mette in borsa. Poi assieme a me entra nella sala dove una grande macchina che fa un rumore assurdo è piazzata al centro.
Dal grande tubo esce un lettino non molto comodo dove mi fanno sdraiare comodamente, mi spiegano la procedura che faranno e che in mezz'ora avrei finito.

Prima di tutto mi prendono una vena dove viene attaccato un tubicino collegato ad una sacca, poi sopra il petto mi viene posizionata una lastra pesante avvolta su un tessuto morbido e fresco.

:<< hai mai fatto una risonanza magnetica? >>: domanda l'infermiera vestita di blu, ed i capelli raccolti in una coda

:<< no, mai fatta >>: rispondo cercando di non apparire nervosa

:<< questo tubo è collegato ad un mezzo di contrasto, ogni tanto lo manderemo dentro per vedere meglio tutti i tessuti e i vari vasi sanguigni che con un ecografia non si vedrebbero, sentirai un po' di caldo, facci un cenno con la mano che noi di mandiamo dell' aria fresca, ti chiederemo di trattenere il respiro, tu stai più tranquilla possibile così finiamo tutto >>:

Sarei voluta scappare in quel preciso istante, alzarmi ed andare via, ma non potevo farlo, non potevo fare questo a papà. Così già con gli occhi pieni di lacrime comincio la mia tortura.
Dentro quel tubo non avevo la visuale di niente, la lastra sul petto era pesante e sembrava mandasse calore, una voce da dentro il tubo si presenta ma io nn gli do molto conto, ascolto solo le indicazioni.

:<< Marta se mi senti fai il pollice in su >>:

Ed io eseguivo

:<< perfetto, se hai bisogno di quel cosa fai un ciao con la mano che noi ci fermiamo >>:

Il rumore assordante di quel marchingegno mi dava i nervi, sembrava la lavatrice vecchia della mamma, passavano i minuti e la voce mi chiedeva sempre più spesso di trattenere il respiro, e nel frattempo il calore provocato dal contrasto mi faceva sudare ... Piano piano la mia pazienza stava per finire e le lacrime uscivano sempre più velocemente, non potevo muovere nessuna parte del corpo se non la testa, il formicolio alle braccia mi rendeva sempre più nervosa; fin quando stanca, con le lacrime e del tutto sudata faccio un ciao.

Mi fanno uscire dal tubo ed in quel momento inizio a piangere a dirotto.
Papà e dietro la porta scorrevole, che oltrepassa non appena mi vede piangere. Mi accarezza i capelli, cercando di placare il mio pianto isterico.

:<< dai Marta, stavi finendo, altri 5 minuti e avresti finito >>: mentre mi asciuga le lacrime con le sue dita.

:<< sento caldo, sono tutta sudata e questa lastra è pesante >>:

Dopo qualche minuti di pausa rientro del grande tubo, ma con la mano libera stringo quella di papà che sta dietro di me in piedi. La stringe con una e con la altra l accarezza aiutandomi a tenere una respirazione costante. Lui insieme a me respira e mi fa di tanto in tanto un sorriso.

Non appena finiamo tutto, un bel cerottone avvolge il mio braccio. Ed incapace di piegarlo non riesco a rimettere il reggiseno, cosi lo accartoccio e lo infilo in borsa assieme agli orecchini che mi hanno fatto togliere.

Il ritorno è stato al quanto silenzioso, io guardavo fuori dal finestrino cercando il più possibile di non piangere e papà guidava ad una velocità costante facendosi sorpassare da chiunque non gli piaceva la nostra andatura; si sentiva solo la radio a basso volume che di tanto in tanto passava qualche canzone.

Il cellulare squilla, senza dare attenzione al display rispondo

:<< pronto >>:

:<< Hey ciao, come stai? >>: una voce calda trapassa dalla cornetta

:<< ciao... Bene, sto tornando a casa >>: rispondo

:<< come è andata la visita? Racconta >>:

:<< bene bene, mi hanno fatto l' ecocardiogramma e una risonanza magnetica >>: rispondo cercando di non far notare il tremore nella mia voce

:<< ok, l' importante è che e andato tutto bene, io sono appena arrivato a casa, mangio qualcosa e mi riposo. A presto >>:

:<< a presto >>: finendo così il mio momento di spensieratezza

Parlare con lui mi ha rimesso il sorriso, anche se c'è il solito silenzio in macchina, ma nella mia testa la sua voce mi tiene compagnia.

:<< chi era al telefono? >>: la domanda di papà mi fa trasalire dallo spavento

:<< ma... Un amico >>: rispondo cercando di rimanere sul vago.

Papà non risponde, ma sembra cascare nella mia bugia.
Con papà non avrei bisogno di mentire, lui mi sostiene e mi appoggia in tutto, non va mai contro di me né io contro di lui, noi siamo alleati da sempre; Ma se sapesse la verità potrebbe rimanerci male.

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