Capitolo 29

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:<< hai paura che ciò che è successo possa rovinare qualcosa, o che potresti pentirtene >>: domanda preoccupata

:<<no, ho paura che questo mio gesto possa averlo infastidito e venga frainteso >>: rispondo più preoccupata di lei

Dentro me so per certa che quel bacio se così può definirsi lo voleva pure lui, l'ho letto dentro i suoi occhi, ma forse dovevo aspettare di più, doveva esser lui a farlo; come nei film che il ragazzo s' innamora e la bacia con passione davanti la porta.

:<<non ti fissare troppo, ti ripeto lascia che le cose accadano, senza farti troppe domande e porti troppi perché... Stai serena, domani ci penserai >>: stringendomi la mano e ponendo fine alla conversazione.

Non che i miei pensieri si siano placati, ma con quelle parole di conforto e consiglio, mi sentivo più tranquilla; avrei dovuto solo aspettare e le cose erano 2 : o avrebbe ripreso a cercarmi, a volermi vedere o avrebbe avuto la scusa per sparire; ma in entrambi i casi non dovevo darci troppo peso.

Il solito gruppetto si forma perché si sa che gli argomenti che trattiamo noi ragazze non sono uguali a quelle del' altro sesso.
Guardandoli mi rendo conto di esser fortunata ad avere degli amici così, vivaci, casinisti e pronti a sorreggermi. In qualunque situazione so di poter contare su di loro; un leggero vento mi sposta i capelli, mentre sento i battiti del mio cuore rallentarsi, ed un leggero fischio risuona dentro le mie orecchie.
Subito pianto le mani sulla tovaglia in modo da potermi reggere semmai mi venga qualche capogiro, ma dopo dei bei respiri tutto ritorna regolare " devo fare una visita al più presto"

La mattina seguente la giornata era al quanto afosa, il sole iniziava a riscaldare la mia stanza, in lontananza una televisione parlava a volume un po alto. Dopo pochi minuti il messaggio di Noemi mi avverte che si stanno preparando per andare in piscina.
Dopo una colazione abbondante metto il costume e preparo la borsa; erano riusciti a convincermi ad andare con loro,

:<< ti vedo al quanto stressata >>: mi avevano detto la sera prima a mare.

Oltre le ragazze ci sono solo i rispettivi fidanzati, ed io mi sento al quanto sicura di non ricevere sguardi disgustati.
Arrivati alla reception la solita signora ci riceve gentilmente e ci mostra la piscina tutta nostra, prenotata giorni prima da Noemi. Ci sistemiamo ed i ragazzi iniziano a fare diversi tuffi schizzandoci tutte, dopo quegli attimi di follia, ci troviamo tutti seduti sugli scalini.

:<< vi ricordate quando siamo andati a finire in quel paesino in montagna? >>: ricorda Gigii ridendo

E come scordarlo:
Inizi di settembre, avevamo deciso di andare in un paese ai piedi di una montagna, dove tutti gli anni si teneva una sagra "sagra del pesce fritto".
Eravamo partiti con 2 macchine, l'arrivo era previsto per l'ora di pranzo, in modo da mangiare le pietanze tipiche e poi passeggiare per le vie del paese. Ma a causa di alcune deviazioni stradali finimmo in chissà qualche altro paese, percorrendo la strada principale non vedavamo altro che case vecchie, qualche bar con anziani seduti davanti le porte. Trovvammo un agriturismo non molto distante da una piazza, così affamati ci fermammo e dopo un bel pranzo, del buon vino passammo alcune ore lì, seduti in quella piccola piazza a ridere di ogni stupidaggine. Alla fine dopo aver smaltito un po di cibo e di alcool ci diregemmo alla Sagra.
Le strade del paese erano decorate con bandiere, scriscioni pubblicitari, e ovunque ti giravi negozianti e venditori ambulanti vendevano la merce tra urla e risate;passammo l'intero pomeriggio a girare per le strade, a mangiare e bere bicchieri di vino. Quando tornammo alle macchine eravamo stanchi ma soddisfatti.

:<<non c'era anima viva in quel paese, solo anziani davanti le porte, c'eravamo solo noi come ragazzi>>: risponde Noemi.

Mentre loro sono intenti a parlare e ridere mi faccio spazio e scendendo di solo 1gradino mi lascio scivolare in acqua:fresca e trasparente mi fa riprendere vita, mi  accarezza il viso; mi do una piccola spinta in basso ed immergo la mia testa in acqua, muovendo braccia e gambe mi spingo. Nuoto fin quando riesco a trattenere il respiro, appena capisco di esser a limite, mi spingo in altro e col viso trapasso l'acqua; i raggi del sole mi picchiano il viso, arrivo nuotando alla sponda della piscina, mi volto e torno dai miei amici che ancora in acqua parlano.
Mi vado a sdraiare sotto al sole, aprendo la mia bottiglia di acqua, prendo il cellulare ma nessuna chiamata e nessun messaggio è arrivato; " chissà che fà, dov'è, se mi pensa" lo immagino magari al lavoro tra ampolle e calcoli, o a casa a prepararsi qualcosa.
D'altronde è solo, lui deve pensare a sé stesso, a mangiare, lavarsi i vestiti.
Mi perdo tra mille pensieri di lui, con gli occhi fissi sull'acqua la mia mente vola.

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