Capitolo 34

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Varcata la soglia di casa papà aggiorna la mamma che in cucina sta preparando; le dice le parole del dottore, della risonanza ma fortunatamente non gli dice del piccolo attacco di panico e pianto avuto.
Io vado in stanza, pronta a fare una bella doccia, ma il cellulare suona

Noemi

:<< pronto >>:

:<< amore sei già a casa? Come è andata la visita? >>: domanda tutto ad un fiato

:<< si sono già a casa, bene dai, più tardi se uscite avvisami, io mi riposo un po' >>:

Lascio il cellulare per entrare in doccia e quasi mi si chiudono gli occhi "che giornataccia", mi insapono per togliere quel gel appiccicoso che mi sento addosso; poi passo al braccio, cercando di capire se il buco si è chiuso definitivamente, lo bagno e piano piano lo tolgo, strappandomi qualche pelo ormai appiccicato al cerottone "dio della pace che male", finito tutto esco e mi butto stanca nel letto chiudendo gli occhi

Il pranzo è stato al quanto silenzioso, il papà racconta del dottore, che vuole consultarsi con un dottore di Roma, che il risultato della risonanza la vedrà lui stesso; mamma ascoltava il racconto di papà mentre io con la testa sono in modalità Off. Me ne torno in stanza stanca e con gli occhi pesanti, mi poggio sul cuscino e chiudo gli occhi, non voglio pensare al risultato della risonanza, almeno non adesso, ritornerei a stressarmi inutilmente, invece di godermi questi ultimi giorni di caldo. L' inverno stava per arrivare ed io avevo voglia di stare più tranquilla possibile.

Il pomeriggio al pub vicino casa trascorre in tranquillità, ho detto alle ragazze che è andato tutto bene, che per adesso non ho notizie negative, ma che devo solo stare serena più possibile; Presto avremmo preso quella bella villetta e avrei passato le giornate con i ragazzi, mi aspettavano serate di follia e divertimento.
Mi concedo delle belle passeggiate in solitaria, li ho iniziate a fare per non farmi sentire da mamma qual ora Marco mi chiamasse, ma non sempre lo faceva, ed io ormai avevo preso questa sciocca abitudine che mi dava modo di stare per i fatti miei e liberare la mente da quei pensieri di un possibile intervento.
Le giornate passano, il lavoro al bar si fa sempre più leggero, e quando non ricevo nessuna chiamare mi sembra solo di aver sognato quell' uomo e quei  giorni passati con lui; "forse dovrei solo dimenticarlo" tanto alla fine pure lui si dimentica di me per giorni, non finisco la frase che il cellulare suona

Noemi

:<< pronto >>:

:<< vita, stasera metti il vestito che ti ho fatto comprare, perché si esce >>: me lo dice con voce contenta e piena di allegria

:<< perché? dove andiamo? >>: rimanendo perplessa

:<< Federica fa il compleanno ed ha prenotato in un pub nel centro storico della città...stasera ci divertiamo >>: sempre più felice di questa uscita al femminile.

:<< vabbene, ci vediamo come al solito dopo cena? Per le 21 mi faccio trovare pronta >>: rispondo cercando di mettere un po' di entusiasmo

Per la prima volta non avevo quell' ansia e timore che di solito mi assale quando devo espormi troppo alla gente, non pensavo al vestito, a come dovevo truccarmi, non avevo le solite paranoie, ma forse era solo perché la mia mente era troppo affollata di pensieri: lui, un possibile intervento, la villetta che avremo preso, i miei genitori che erano all' oscuro di tutto; forse la stavo riempiendo troppo come al mio solito, non godendomi il presente e le mie adorate amiche. Il vento mi accarezza il viso, mi sposta i capelli che premurosamente porto dietro l' orecchio, " è meglio se rientro, o non arriverò a esser pronta in tempo" ; quando apro la porta di casa non sento alcun  suono, essa sembra deserta, tutte le luci sono spente, entro in camera, apro la finestra e inizio ad uscire i vestiti, mi metto in doccia ed apro l' acqua; mi lascio andare in un pianto silenzioso, senza sapere bene il motivo piango, lascio che le lacrime si confondono con l' acqua che scende giù, mi sento incapace di contrastare tutto ciò che succede, di non essere abbastanza forte.
Mi sento sola.

Uscita dalla doccia inizio a prepararmi, metto il vestito, sistemandolo più perfetto possibile, metto delle coppe prese da un vecchio reggiseno e li infilo dentro in modo da non esaltare l'effetto seno naturale, passo al trucco al solito non troppo eccessivo, eyeliner, un po' di rimmel e un pizzico di ombretto rosa,  per le scarpe opto per qualcosa di semplice ma con un po' di tacchetto.
Al suono del clacson scendo, al mio entrare in macchina Noemi e Federica mi accolgono con i loro sorrisi

:<< lo dicevo io che ti stava un incanto questo vestito >>: mi dice Noemi voltandosi del tutto dal suo sedile.

Eravamo divise in 2 macchine, 3 per ogni macchina. Lasciando i pensieri a casa il tragitto è stato ricco di risate, battute e cantanzoni urlate, mi ero ripromessa di divertirmi e non volevo rovinare la serata a nessuna.
Parcheggiamo in un grande spiazzale, dove al centro si trova una fontana mal funzionante. Quando tutte usciamo dalle macchine ci abbracciamo, ogniuna vestita in modo diverso, ma tutte carine e profumate.

:<< ti manca la cosa principale... Vieni che ti metto il rossetto >>: Noemi e le sue attenzioni

Fruga in borsa e prende un bel rossetto bordeaux scuro, lo metto guardandomi sullo specchietto di una macchina per poi avviarci verso il pub; dopo aver percorso una lunga via, fatta di vetrine scintillanti e bancarelle che catturano il tuo sguardo ci imbattiamo in una delle magnifiche piazze con al centro una fontana circolare, al centro si eleva una donna dai capelli raccolti ed una veste lunga che tiene sulle spalle un arco ed una sacca con delle frecce, la dea cacciatrice Diana, intorno statue di uomini sopra a dei cavalli con la coda da pesce, Tutta illuminata e bagnata da piccoli spruzzi d'acqua. Da questa grande piazza nascono piccole vie, dove bancarelle, e ristorantini affollano ogniuno di queste. Decidiamo di prendere quella principale, negozi di souvenir e piccole gelaterie, circondati da turisti e artisti di strada che ci accompagnano nella passeggiata; noi cerchiamo di non perderci d'occhio, camminiamo facendo zig zag tra la gente. Arriviamo su una piazza dove una maestosa cattedrale preceduta da una grande scalinata, con ai lati 2 statue sorrette da 2 colonne, oltre la scalinata ad ogni gradino il tuo sguardo si alza sempre di più per ammirare l' ingresso. Proseguiamo senza entrare nella chiesa attraversando tutta la piazza, ecco che ci troviamo all ingresso del locale scelto per passare la nostra serata; passando sotto l arco che c'è all' entrata giungiamo ad  un cortile, di forma circolare e pieno di luci bianche appese nelle pareti che sembrano voler nascondere vecchi muri, tavolini con al centro una lampada vintage, davano un pizzico di romanticismo; dopo qualche minuto un ragazzo  ci accoglie facendoci  accomodare su 2 tavoli.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 03 ⏰

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