capitolo 23

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Dopo vari giri tra i negozi non abbiamo trovato cio che ci serviva, abbiamo compraro solo delle caramelle gommose di vari tipi che continuiamo a mangiare come due ragazzini mentre camminiamo tra i corridoii.

:<< ci verrà un bel mal di pancia con tutte queste caramelle >>: confessa  mettendosi un marshmallow in bocca

:<< per non parlare delle carie >>: rispondo mangiandone uno uguale al suo

:<< pensi che ci cadranno i denti?? >>: domanda ridendo

:<< non lo so, io sn ancora giovane, tu magari dovrai comprarti una dentiera >>: rispondo punzecchiandolo

:<< ah ah... spiritosa >>: risponde facendo qualche smorfia

Io me la rido di gusto, e continuo a mangiare le mie caramelle

:<< basta caramelle, altrimenti stasera non mangi! >>: risponde autoritario togliendomi il sacchetto

:<< ma ti va di mangiare un panino più tardi? >>: guardandomi fare il broncio 

:<< Non lo so, ci devo pensare >>: rispondo secca e voltandomi dall' altra parte; per poi rivoltarmi verso lui che mi guarda un po stranito.
Ma ci mettiamo a ridere subito dopo.

Più tempo passo con lui piu quella timidezza che ho svanisce, l' ansia, la paura sembra che non mi appartengano quando sono in sua compagnia, riesce a far uscire il meglio di me e non stavo cosi da molto tempo.
Solamente quando stavo con Francesco stavo cosi, all'inizio della storia, mi sentivo amata, protetta, ero felice e mi bastava questo, ero talmente innamorata che non mi importava di niente e nessuno, ma piano piano anche le cose belle hanno una fine, ed infatti andando avanti non era più nulla uguale a prima, e lo stare bene a lasciato posto all'ansia e alle paranoie.
Ma vicino a quest' uomo non ho nessun pensiero cattivo... potrebbe farmi di tutto ma io non avrei opposto resistenza.
Arriviamo in macchina punzecchiandoci a vicenda, per poi tornare seriii e facendo un bel respiro entrati in macchina.

:<< mi fai sentire un ragazzino quando siamo insieme >>: confessa guardandomi negli occhi

Faccio un piccolo sorriso e timidamente lo guardo. Sembrava davvero di avere un ragazzo d' avanti, apparte i capelli con qualche pelo bianco ma non si notava; il viso con lineamenti un po sguadrati, occhi castani, labbra sottili; la corporatura di un ragazzo, con qualche muscolo qua e la; le mani grandi, non troppo sottili, quel pó di pancia si intravede, il jeans gli si appiccica addosso.
Ci guardiamo negli occhi senza dire una parola, eppure forse stavamo già parlandoci;

:<<Andiamo dai! >>: con un tono un po rassegnato

Io sorrido e annuisco e distogliendo lo sguardo da lui mi concentro a guardare la strada, provo a rilassarmi sdraiandomi di più in quel comodo sedile, ma c'è uno strano silenzio, come se dovesse dirmi qualcosa. Ma io non sono brava a tirare fuori le informazioni dalla bocca, preferisco che ogniuno si prenda i suoi tempi.
Durante il tragitto canticchio qualche canzone, mentre lui è serio che guida. Arrivati davanti il cancello di casa ferma la macchina, prima che possa succedere qualcosa apro lo sportello

:<< io vado, ci sentiamo >>: sorridendo e pronta a scendere se dovesse avvicinarsi

Lui non fa nessun gesto e con l' aria un po triste

:<< ciao, sii ci sentiamo >>: ed aspetta che scendo ed entro a casa e poi va via

Quando finalmente sono a casa senza dar molto conto ai miei genitori vado diretta in stanza dove mi siedo nella mia sdraio posizionata nel balcone, immediatamente il pensiero di lui mi raggiunge, i suoi silenzi un po mi confondono, non mi fanno capire cosa possa esserci successo, forse qualcosa del suo passato lo turba, o qualcosa del presente.
Quando mamma mi chiama per la cena sono ancora immersa nei pensieri; ma alla seconda chiamata mi alzo e vado verso la cucina, dove senza tante domande ceniamo; ma nella mia mente ci sono tante domande a cui non so dare risposta. Finita la cena come al solito ci dividiamo, e non appena tocco il cuscino mi addormento profondamente.

Le mattine seguenti la routine ritorna, lavoro amici ed uscite; di lui nessuna traccia. Ma stavolta più i giorni passano, più le mie domande aumentano e con loro le non risposte, "perché mi dice quelle cose e poi sparisce? perché fa così" e non avevo nessuna risposta, nessuno a cui chiedere, o cercare informazioni.
Mentre preparo caffè e servo cornetti, un flash

:<< Noemi! >>: parlando ad al alta voce,ma nessuno fortunatamente mi ha sentito.

"Noemi può aiutarmi, se non sbaglio è sceso dalle scale di casa sua quella volta" mentre verso del latte nella tazzina;

:<< prego il suo macchiato >>: poggiandolo sul bancone

Riempio un bicchiere d'acqua e lasciandolo accanto al piattino, lascio il signore girarsi il suo caffè, dedicandomi ad una signora.
Un anziana di 70 anni, occhi verdi, di media altezza ma nella quale grazie alla camicetta stretta, si notano dei particolari accentuati, le spalle e la schiena ricurve, le braccia non troppo sottili; dai pantaloni neri si notano le ginocchia legermente piegate; un viso fine,bello pure se dimostrava a pieno la sua eta; labbra sottili screpolate dall'eta ma colorate di bordeaux; con i capelli lunghi fino alle spalle bianchi ancora ben curati, un fermaglio scostava i capelli mettendo in mostra un orecchino d'oro con un pentende di diamante verde che brillava al sole.

:<< salve, prego >>: sorridendogli

:<< sii salve, prendo un cappuccino >>: risponde la signora rivolgendomi un dolce sorriso.

Annuisco e inizio a preparare

:<< che bel bar >>: dichiara la signora ben vestita guardandosi attorno

Sorridendogli gli porgo il cappuccino, e preparando un bel bicchiere d'acqua rispondo

:<< grazie; tutto merito del capo che ha scelto colori e mobili personalmente >>: rendendola partecipe

:<< ottimi gusti >>: mi risponde con un bel sorriso

Continuo a guardare questa signora così ben curata, nel braccio che usa per girare il cappuccino un bel bracciale con ciondoli che pendono, ai diti un solo anello che riprende il diamante dell'orecchino; le unghie smaltate di bordeaux "sicuro alla sua giovane età ha fatto girare la testa a molti uomini" Infatti molti signori del bar la guardano, mentre lei tranquilla si gode il suo cappuccino; il suo profumo di fiori si espande nell'aria.
Servo un altro cliente che avvicinandosi al bancone ordina il caffè; preparo il piattino e cucchiaino e mi volto verso la macchina del caffè;

:<< che odore di fiori! >> esclama il signore

Aspettando che finisce il caffè mi volto e lo poggio dove di dovere,

:<< Marta sei tu? Con questo profumo di fiori??>>: domanda il cliente abitudinario

:<< no, signor Cestelli >>: guardai la signora,

che ricambia velocemente lo sguardo come se c'avesse sentiti;
Uno  sguardo profondo e vissuto, una che si è presa carico dei problemi che la vita gli ha messo davanti e li ha portati tutti a termine a testa alta.
Mi sentii in imbarazzo per la situazione creata, avrei voluto dire che era lei che profumava di questo bel odore, ma meglio tacere.
Abbassa lo sguardo facendo un sorriso, poi nuovamente con quegli occhi verdi mi guarda, decisa e sicura di sé rispose

:<< sono io, è il mio profumo >>: rifacendomi un bel sorriso

A quella rivelazione il signor Cestelli non pronuncia sillaba; io guardo la signora che con gli occhi e le labbra mi sorride; ed io ricambio volentieri un bel sorriso.

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