PRIMO CAPITOLO. ASCENSORE E TELEFONO....

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BUONASERA A TUTTE CARE LETTRICI. MI CIMENTO CON UNA NUOVA FF LEGGERMENTE DIVERSA DA TUTTE LE ALTRE. VI METTO UN BOLLINO ARANCIONE/ROSSO CHE COMUNQUE CERCHERÒ DI TENERE SOTTO CONTROLLO DATO CHE LE "MIE" LETTRICI SPAZIANO IN TUTTE LE FASCE D'ETÀ. IL GERGO E QUALCHE SCENA POTREBBERO ESSERE UN POCHINO PIÙ FORTI DEL SOLITO MA SPERO CHE L'IDEA GENERALE VI PIACCIA COME PIACE A ME...RINGRAZIO COLEI CHE MI HA SUGGERITO A GRANDI LINEE LA TRAMA E IL TITOLO CHE RIPRENDE QUELLO DI UNA CANZONE DEI POOH
PER IL RESTO BUONA LETTURA
*MARZIA

"E quindi che cosa mi faresti se fossi qui in camera con me?"
"Sicuramente non presteresti attenzione al telefono come stai facendo adesso...perché saresti così impegnata con me che non guarderesti o penseresti a nient'altro" sorrido arrotolando il filo del telefono attorno al dito. Mi sistemo a pancia sotto con le ginocchia piegate e i piedi che dondolano...immagino il ragazzo dall'altra parte del telefono e sono perfettamente d'accordo con lui...se lo avessi qui nella mia Executive Suite dell'Hotel Boscolo Exedra di Roma non presterei alcuna attenzione a nient'altro. Soprattutto non avrei iniziato quel gioco un pò strano ma molto molto eccitante. Se lui fosse il mio compagno abituale non inizierei giochetti perversi con altri uomini perché lui basterebbe a soddisfare tutte le mie fantasie. Se ci riesce abbondantemente solo con la voce, posso immaginare che cosa potrebbe fare con le mani e la bocca e la lingua. Struscio il bacino contro il copriletto color champagne...sono eccitata come non mi succedeva da tanto, troppo tempo...sospiro e lui ridacchia al telefono "Sai che potrei venire in camera tua e soddisfare le tue fantasie dal vivo"
"Lo so...ma per questa notte parliamo solo al telefono...mi piace ascoltare la tua voce"
"Cosa vuoi che ti racconti allora?"
"Quello che mi faresti se fossi qui..." mi rigiro sulla schiena, pronta a sentire la sua voce che mi trasporta in fantasie che vorrei soddisfare dal vivo ma che per quella notte mi accontenterò di immaginare con la mente "Allora...."

RECEPTION DELL'HOTEL BOSCOLO EXEDRA - ROMA - QUALCHE ORA PRIMA
"No....Fabiola..." addocchio il nome dell'addetta alla reception appuntato con un cartellino dorato sul petto della ragazza che si e no avrà 20 anni "....io ho prenotato la Executive Suite, come faccio ogni volta che vengo qui a Roma per affari...non voglio la Junior Suite cara, ma solo la Executive...quindi vedi di risolvere questo problema e anche in fretta che dovrei andare in stanza, cambiarmi e poi andare ad un incontro d'affari. Resto a Roma cinque giorni e non voglio passarli certo in reception con te" lei mi guarda impaurita, anzi atterrita ed io rincaro la dose picchiettando le unghie smaltate di rosso sul piano di granito "Vedo cosa posso fare Signora....Cavalli"
"No tesoro Cavalli è il cognome di quello che dovrebbe diventare mio marito a breve...per ora sono ancora Chiara Ricci...ora vogliamo... ?" sbuffo mentre la ragazza scompare in un ufficio posteriore dopo avermi fatto una specie di inchino. Sento una leggera risata provenire dalla mia destra e fisso un ragazzo sicuramente più giovane di me di qualche anno con un curioso taglio di capelli. Stranamente su di lui sta molto bene...e anche il pacchetto completo non è male..anzi direi che con quella maglietta bianca molto semplice che a lui dona fin troppo è sicuramente uno dei ragazzi più belli che abbia mai visto "Sei stata...molto diretta"
"Non ho tempo da sprecare con delle receptionist incapaci...ho mille riunioni in questi 5 giorni e certo non voglio passare metà del tempo appresso a delle ragazzine che non sanno fare il loro lavoro"
"Tu...disegni..." lui indica con il mento il voluminoso album da disegno che tengo in mano "Si, sono una stilista...piuttosto famosa anche"
"Lo so...Chiara Ricci che disegna per Dsquared...e che ha aperta il suo negozio monomarca a Milano la settimana scorsa...devi aprirne uno anche a Roma? È per questo che sei qui?"
"Si..l'idea è quella...se non..."
"Se non passarai mezza giornata appresso a receptionist incapaci...ho capito" nonostante la mia recente incazzatura mi metto a ridere e lui mi segue a ruota. Ha una bellissima risata ed io mi ritrovo momentaneamente a dimenticare il perché sia sempre iper agitata, iper nervosa e iper rompicoglioni quando ho degli incontri d'affari. Con la coda dell'occhio vedo tornare la ragazza seguita da un suo superiore credo "Ci dispiace enormemente del disguido Signora Cavalli..."
"Chiara Ricci..non fatemi sposare prima del tempo per favore..."
"Mi scusi...Signorina Ricci...ma purtroppo la Executive Suite è prenotata fino a data da destinarsi e..."
"Gliela cedo volentieri per i prossimi cinque giorni" guardo allibita il ragazzo accanto a me e solo in un secondo momento noto il borsone ai suoi piedi con stampigliato il logo della Roma. Non sono un'esperta di calcio ma alla fine ricollego il suo volto al suo cognome e al fatto che sia in neo acquisto della squadra capitolina. Probabilmente, in attesa di trovare una sistemazione, la società gli ha prenotato una stanza in quell'albergo "Io vado nella Junior Suite...per me non cambia nulla...se la Signorina Ricci è particolarmente legata all'Executive gliela cedo molto volentieri. Non vorrei farle perdere i suoi incontri d'affari..." sorrido e lui fa altrettanto fissandomi "Grazie..." lui alza le spalle e poi arrossisce...cavolo quanto è carino quando si imbarazza e si morde l'interno della guancia...scuoto la testa e scaccio l'immagine che mi è balenata in testa "Tutto sistemato allora..." la ragazza batte le mani ed io scuoto la testa rassegnata "Vedi che si risolve tutto?" faccio un balzo quando mi accorgo che il ragazzo, merda non mi ricordo proprio il nome, mi ha posato una mano sul fianco e mi ha sussurrato quella frase all'orecchio di modo che la senta solo io. Annuisco e faccio un mezzo passo di lato "Scusa Chiara"
"Tranquillo...sono solo nervosa per le riunioni...posso andare in stanza adesso?" allungo la mano e la ragazza mi porge la chiave della mia suite "Per lei Signor El Shaarawy allora la Junior Suite..." allunga anche a lui la chiave dispensandogli un sorriso a 50 denti, non 32, e sbattendo le ciglia in modo ossessivo. Agguanto la chiave e poi con un "grazie" mi dirigo agli ascensori. Batto il piede a terra nervosa e poi entro nella cabina. Premo il tasto numero 8 e sospiro guardando nel contempo l'orologio al polso. Sono in ritardo di 10 minuti sulla mia rigorosissima tabella di marcia e tutto per colpa di una ragazzetta. Quando le porte si stanno per chiudere una mano le blocca ed io alzo gli occhi al cielo "Ah sei tu..la ragazzina ti ha fatto a sufficienza la radiografia?"
"Gelosa?"
"Gelosa? Io? Di chi scusa? Non ti conosco e poi fattelo dire...non era nulla di particolare....e poi chi se ne frega...portatela pure in stanza stanotte...io ho un fidanzato, quasi sposo anzi, quindi posso essere gelosa solo di lui"
"Certo..." lui alza le mani ed io mi ritrovo a fissare il modo in cui la maglietta bianca gli disegna perfettamente i muscoli delle braccia...fisso anche le vene che gli corrono lungo il braccio che è appoggiato alla parete dell'ascensore. Chissà l'effetto che potrebbero avere le sue braccia attorno a me o magari poggiate ai lati del mio corpo mentre siamo a letto...mi lecco il labbro superiore sovrappensiero e lui ride "Alla fine hai la tua Executive Suite...mi chiedo cosa abbia di così particolare"
"È quella che uso sempre quando vengo qui a Roma...e poi mi piacciono le pareti nere e avorio..e ha una vasca circolare che è la fine del mondo" sarebbe ancora meglio se tu venissi assieme a me penso....dondolo fra le mani il manico della mia borsa da mille euro mentre sento distintamente, in ogni cellula del mio corpo, il suo sguardo che scivola su di me. Ci fermiamo ad ogni piano per accogliere altri ospiti dell'Hotel e me lo ritrovo vicinissimo quando la cabina diventa troppo piccola. Non parliamo ma lui continua a guardarmi. Non sono mai stata una che si imbarazza anzi, di solito sono io a far imbarazzare gli altri o a farli sentire a disagio ma il suo attento esame mi fa provare una sensazione di trepidazione e di attesa misto a qualcosa che assomiglia molto e pericolosamente all'eccitazione. Fisso per terra poi la parete fino a dover incrociare per forza di cose il suo sguardo. Ha dei bellissimi occhi, in quel momento verde scuro e pieni di lussuria...ok, quel ragazzo mi sta letteralmente spogliando con gli occhi. Quel pomeriggio indosso un tubino nero che uso di solito quando devo viaggiare in treno. È comodo e senza molte pretese anche se per renderlo meno anonimo ci ho abbinato un paio di scarpe con il tacco di vernice nera e una cintura rossa poggiata in vita "Vedi qualcosa di tuo gradimento?" siamo solo al sesto piano e accarezzo l'idea di farmi i successivi ultimi due piani a piedi "Molto...ma sei impegnata" sorrido debolmente perché si, sono impegnata ed è la prima volta che non vorrei esserlo. Molti ragazzi si sono proposti nei tre anni precedenti come miei amanti. Da quando io e Filippo Cavalli ci siamo fidanzati molti mi hanno fatto gli occhi dolci promettendomi infuocate nozze di sesso ma io ho sempre declinato l'offerta. Io e Filippo non faremo propriamente faville a letto ma alla fine quello che lui riesce a darmi mi basta, o almeno mi è bastato fino a quel momento. Perché so, sono convinta, ogni più piccola parte del mio corpo è fermamente convinta che io e quel ragazzo le faville le faremmo e anche di quelle che non si estinguono facilmente. Tempo prima ho conosciuto un ragazzo simile a lui, avevamo 18 anni e la vita davanti...poi io ho deciso che lui non era abbastanza per me, astro nascente della moda italiana e l'ho lasciato. Lui me lo ricorda...perché mai nessun ragazzo mi ha più guardato come faceva lui, fino a quel momento "Si sono impegnata..." lui adesso è dietro di me. Mi sposto per avvicinarmi alla porta dato che il prossimo per fortuna è il mio piano ma sento che la sua mano mi prende il polso. Le gambe mi cedono...ed è solo un fugace contatto su una parte del corpo che mi toccheranno in mille persone al giorno "Peccato..." sgrano gli occhi quando l'altra sua mano mi sfiora la coscia lasciata scoperta dal tubino "Comunque....mi chiamo Stephan" ecco il suo nome "...magari ci rivedremo" lui mi molla il polso ed io raggiungo la porta per scendere. Prima che l'ascensore si richiuda lo guardo e Stephan mi fa l'occhiolino. Cammino instabile fino alla porta della mia suite, striscio il badge e poi mi chiudo dentro. È inizio giugno e l'aria condizionata già accesa mi fa appiccicare il sudore sul collo e sul viso. Sento una gocciolina scendermi lungo la schiena e mi appoggio al muro mollando la borsa a terra "Merda...ok Chiara prendi un respiro e cambiati...non lo vedrai più e sicuramente non rimarrete più chiusi in ascensore per così tanto tempo" mi faccio aria con la mano e poi scalcio via le scarpe. Faccio scendere la zip posteriore del tubino e lo faccio cadere a terra "Ok...ora pensa all'appuntamento di lavoro...pensa a quello...." prendo il trolley e lo poso sul letto. Tiro fuori quello che avevo già deciso di indossare...un paio di pantaloni bianchi larghi, a vita alta ed un top giallo acceso che mi lascia scoperta buona parte della pancia. Ai piedi sandali bianchi a listini larghi. Poggio tutto sul divanetto e poi pesco dalla valigia anche un nuovo completino intimo. Vado in bagno e mi appoggio al ripiano di granito scuro "Sei eccitata...ok..capita...ma hai un fidanzato che non puoi permetterti di mollare a tre mesi dalle nozze. Fate coppia fissa e poi la stampa vi dipinge come perfettamente assortiti e inseparabili ormai...certo non ti fa attorcigliare le viscere solo con la voce ma non si può avere tutto no?" mi picchietto leggermente le guance con l'acqua fredda e poi faccio brevemente scorrere le mani sulla pancia, fino a raggiungere le mutandine "Ok, non ti fa neanche bagnare in questo modo..." sfioro il tessuto e gemo quando sento quanto sia eccitata e su di giri ma il mio piacere dovrà aspettare. Mi cambio e riacquistando la mia proverbiale nonchalance esco dalla stanza con la mia inseparabile cartellina in mano diretta a quella benedetta riunione. Scendo nella hall e proprio quando sto per uscire nel caldissimo pomeriggio romano sento un brivido corrermi lungo la schiena. Mi giro e lo vedo appoggiato al muro accanto all'ingresso del bar. Mi fa un cenno di saluto a cui io rispondo con la mia espressione più annoiata...alzo gli occhi al cielo ma sotto sotto sorrido e quel sorriso mi accompagna per tutto il mio interminabile pomeriggio di lavoro.

LINEA CALDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora