Un immenso stagno con delle barchette che si muovevano lentamente in tutta la sua estensione; ecco cosa si presentò davanti ai miei occhi.
-Ti va di...-
-Sì!- lo interruppi subito. Ero davvero felice e Marco mi stava stupendo ogni giorno di più.
Mi aveva smentito, lui era un ragazzo davvero fantastico e quasi mi pentivo di averlo trattato male i primi giorni.
Un po' mi dava fastidio che avesse ragione lui, che mi fossi sbagliata sul suo conto, però non potevo farci nulla. Avevo sbagliato.Mi guardò la mano prima di andare a noleggiare la barchetta. -Non ci provare, non siamo una coppia.- ridacchiai e lui si morse un lato del labbro inferiore. Era così tenero.
-Scusa.- quasi sussurrò. Appoggiai una mano sul suo petto per poi posare le mie labbra sulla sua guancia. Gli diedi un bacio, poi mi avvicinai al suo orecchio. -Tranquillo, andiamo Marco.-Affittammo una delle barchette e corsi per raggiungerla il prima possibile. Con l'aiuto di Marco, salii senza difficoltà, e poco dopo, remi alla mano, ci trovammo al centro dello stagno.
-Ti ho sorpresa almeno un po'?- chiese dopo essersi fermato, lontano dalle altre persone che quel giorno avevano avuto la stessa idea di Marco.
-Non credevo esistesse un posto del genere, quindi sì, mi hai sorpresa.- sorrisi guardandolo negli occhi.-Non ti manca casa tua?- chiese dopo qualche minuto di silenzio.
-Tantissimo, ma le amicizie che ho fatto e che sto continuando a fare, in un certo senso, curano la nostalgia di casa.-
-Tra quanto tornerai lì?-
-A metà Luglio, appena finisco gli esami.-
-E a Settembre tornerai qui?- si notava un briciolo di speranza nei suoi occhi.
-No Marco, non è nei miei piani rimanere in Spagna. Mi laureerò in Italia e cercherò un lavoro lì.-Abbassò lo sguardo e cominciò a giocherellare con le sue dita. -Ma potrei tornare di tanto in tanto, se trovassi qualcuno per cui valga la pena fare tutti questi chilometri.- allungai una mano e la poggiai sulle sue sorridendo. Lui alzò lo sguardo e fece lo stesso.
C'era un raggio di sole, in quella giornata fredda, che si rifletteva sul suo volto e lo rendeva davvero bellissimo. Volevo rimanere in silenzio e ammirare quell'opera d'arte in eterno, scoprire tutti i pregi di Marco e le sue imperfezioni. Strinsi le sue mani mentre il mio sguardo passava dai suoi capelli scompigliati, agli occhi, scuri, ma che potevano trasmettere tutto l'amore del mondo, alla sua barba che sembrava non voler più tagliare, per finire con le sue labbra, carnose e che si incurvavano in un bellissimo sorriso.
-Cosa guardi?- disse accarezzando la mia mano con il pollice.
Scossi lentamente il capo. -Semplicemente te, ancora non ho finito di scoprirti. Ci saranno ancora milioni di cose che devo conoscere.-
-E le scopri guardandomi in religioso silenzio?-
-Non hai idea di quante cose il corpo umano trasmetta. Gli occhi, in particolare, loro trasmettono quasi tutto.-
-Se sono gli occhi a darti informazioni, perché stai guardando da minuti le mie labbra?-Alzai le spalle e tolsi la mano da dove era rimasta per i passati cinque minuti.
Iniziai a guardarmi intorno, ormai in imbarazzo.
-Ti ho messa in difficoltà.- sorrise.Smettila di sorridere Marco; pensai.
-No, non è vero.- incrociai le braccia. Lui cominciò a ridere.
-Guarda che non c'è niente di male, anche io passerei il tempo a guardarti le labbra, ma dopo un po' mi stancherei solo di guardarle.-
-Cosa intendi?-
-Lo sai cosa intendo.- inclinò la testa e alzò un angolo delle labbra.-Comunque,- cercai di cambiare discorso -è proprio rilassante stare qui. Potrei venire a studiare ogni tanto, dato che a casa c'è sempre troppa confusione.-
-Se vuoi puoi venire da me ogni tanto, sono quasi sempre solo. A volte vengono a trovarmi mio padre, mio fratello e degli amici di Mallorca, ma è piuttosto tranquillo.- alzai un sopracciglio mentre parlava. -Per studiare, ovviamente.- concluse.
-Ci penserò.- gli sorrisi per poi guardarmi intorno. Il parco cominciava ad affollarsi e altre barchette iniziarono a muoversi nel piccolo stagno.
-Tua... Tua madre non viene a trovarti?- azzardai a chiedere, dato che non l'aveva nominata in precedenza. Abbassò lo sguardo e subito capii di aver toccato un tasto dolente, quindi decisi di non approfondire la questione, a meno che non fosse lui a volerlo.-Quando sarà la prossima partita?- gli chiesi mentre tornavamo alla macchina.
-Inizia a piacerti il Real?- ridacchiò dandomi poi dei colpetti con il gomito.
-Assolutamente no. Mi piacerebbe vedere di nuovo quel Nacho, sembra un tipo simpatico.-
-Ah.- rimase in silenzio qualche secondo -La prossima sarà domenica, in trasferta a Villarreal, ma io non sono stato convocato. Nacho sì, quindi puoi vederlo in tv se ti interessa tanto.-
-Sei geloso, Asensio?- dissi per poi bloccarlo contro un muro con il mio corpo. Nonostante i miei muscoli scarseggiassero, Marco non si mosse di lì. Mi guardava negli occhi e, quando cercò di avvicinarsi alle mie labbra, fui pronta a spostarmi a lato del suo viso, avvicinandomi così al suo orecchio.
-Pensavi fosse così facile?- sussurrai.
-Lo speravo.- passò la lingua sul labbro inferiore -Ho una voglia assurda di baciarti, non immagini neanche quanto.-
-Dovrai faticare ancora, Asensio.- marcai il suo cognome alla fine della frase. Mi allontanai di poco, tenendo lo sguardo puntato su di lui.-Hai intenzione di portarmi a casa o vuoi stare fermo lì ancora per molto?- ridacchiai ricomponendomi.
Mi avvicinai alla portiera dal lato del passeggero e, mentre mi accomodavo, cominciai a pensare che quel ragazzo, seduto al mio fianco, mi avrebbe fatta impazzire di lì a poco.
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The Best Nightmare. | Marco Asensio
FanfictionSpesso ho detto "non me ne importa niente" quando non era vero, e rimanevo ferma a guardare fisso un punto lontano e quando spostavo lo sguardo speravo che gli occhi di chi mi aveva ferito fossero lì, su di me.