-Non cadere, non cadere, per favore.- sussurrai a me stessa, mentre cercavo di sistemare le pentole ormai asciutte sullo scaffale.
-Sì!- esultai riuscendo nel mio intento.In quel preciso momento qualcuno suonò il campanello.
-Nena, vai tu.- sentii Marco urlare dalla camera da letto.
Sbuffai posando lo straccio che avevo in mano e mi diressi verso l'ingresso.In quei sei giorni non c'era mai stato un momento in cui riuscimmo a stare completamente da soli.
Ogni giorno c'era qualcuno a casa sua e da me era impossibile stare tranquilli.Proprio nel suo giorno libero, i suoi amici di Mallorca avevano deciso di venire a trovarlo.
-Marco?- chiese uno di loro senza interessarsi della mia presenza. Alzai un sopracciglio, ero piuttosto infastidita.
-È in camera sua.- incrociai le braccia al petto -Voi sareste?-
-Suoi amici.- questa volta parlò un altro ragazzo.-Chavalin!- urlò dopo pochi secondi. Mi voltai e notai Marco con un sorriso stupendo sul suo volto.
-Javi!- lo andò ad abbracciare, poi salutò tutti gli altri ragazzi facendoli accomodare in casa.In tutto questo, io rimasi in disparte, osservando i movimenti di tutte quelle persone che, a parere mio, erano state molto maleducate.
-Cla, ti dispiace portare qualcosa per i ragazzi? Dovrebbero esserci delle birre e delle patatine.- alzai nuovamente il mio sopracciglio sinistro, poi mi voltai e, ignorando la richiesta di Marco, mi diressi nella camera da letto che condividevamo da neanche una settimana.
Presi il blocco di appunti di letteratura spagnola e cominciai a leggere, anche se con poco interesse.
-Che fai qui?- riconobbi la voce di Marco; ignorai la sua domanda e continuai nella mia lettura.
-Potresti rispondere?-
-Sto studiando, Marco.- sbuffai appoggiando gli appunti sul ventre, poi voltai lo sguardo verso di lui.
-Questo lo avevo capito. Perché non stai di là con noi?-
-Non mi piacciono le persone maleducate e i tuoi amici sono esattamente ciò che a me non piace. So di non essere nessuno, ma potevano almeno salutare o presentarsi. Si chiama educazione.-
-Dai, non fare così. Non ci vedevamo da tanto e… su, non mi piace vederti arrabbiata, mi ricorda quando mi odiavi a morte!- fece labbruccio avvicinandosi a me, poi si lasciò cadere sul mio corpo.
-Marco, non respiro!- iniziai a ridere cercando di spostarlo -Togliti!-
-Prima devi smetterla di essere triste e arrabbiata.-
-Va bene, ora spostati.- cercai un'ultima volta di farlo alzare da me; si alzò, finalmente, sorridendo, mi porse la mano e insieme tornammo nella sala dove i suoi amici erano intenti a cercare qualche programma in televisione.
Prima di unirmi a loro, però, recuperai quello che Marco aveva chiesto in precedenza: una birra e un pacchetto di patatine.-Grazie!- disse uno dei ragazzi allungando una mano verso il pacchetto.
-Questo è mio. Per mangiare bisogna prima imparare ad essere educati nei confronti delle persone.-
-Cosa avremmo fatto di male?- alzò un sopracciglio sempre lo stesso ragazzo.
-I tuoi genitori non ti hanno insegnato che le persone si salutano?--Cla, basta.- disse Marco.
-No Marco, ha ragione. Siamo stati un po' maleducati, solo che non lo vedevamo da una vita ed eravamo talmente contenti che ci siamo comportati male nei tuoi confronti.-
-A voi il pachetto di patatine.- lo porsi ai ragazzi sorridendo soddisfatta.-Che ragazza tosta ti sei trovato.- rise il ragazzo che Marco in precedenza aveva chiamato "Javi".
-Ssh, inizia!-
Guardai verso la televisione e vidi inquadrato Cristiano Ronaldo. Stava iniziando la partita: Athletic Bilbao contro Real Madrid.
-Che noia!- sbuffai appoggiando il capo sulla spalla di Marco, che era seduto al mio fianco -Uh, quello è Nacho! Non c'è più Nacho, di nuovo la noia.-
Notai lo sguardo di Brandon, Angel, Bertto e Javi, gli amici di Marco, su di me; mi voltai quindi verso di loro che erano seduti sul divano adiacente a quello dove c'eravamo io e il mio ragazzo. Strano chiamarlo così, ma ormai potevo definirlo tale.-Se da adesso in avanti sarò costretta a guardare tutte le partite, almeno mi devo trovare qualcuno da apprezzare. Non credete?-
-Grazie, sono qui anche io.- alzai lo sguardo verso Marco.
-Ma tu non giochi mai.- lo stuzzicai.
-Se non guardi le partite non mi vedrai sicuramente.-
-Va bene, guarderò le partite del Real solo ed esclusivamente se tu giochi. In cambio tu devi lasciarmi vedere quelle della Juventus.--Meglio il Real.- disse Brandon alzando le spalle.
-No. Assolutamente.- incrociai le braccia al petto visibilmente in disaccordo con il pensiero di tutti gli altri presenti.
-Vedremo al primo scontro diretto chi vincerà.- disse Bertto.Quella stessa sera riuscimmo finalmente a passare del tempo da soli.
Eravamo sdraiati nel suo letto, la televisione era accesa, ma nessuno dei due prestava molta attenzione a quello che veniva trasmesso.Quella sera Marco ed io parlammo fino a tardi, volevamo conoscere tutti i lati più nascosti dei nostri caratteri, il nostro passato, tutto ciò che in quel mese non avevamo ancora scoperto.
Mi raccontò della sua famiglia, dei parenti olandesi che riusciva a vedere poche volte l'anno, mi raccontò della madre, di quanto fosse bella, dentro e fuori, che sarebbe stata felice di vederci insieme.
Parlò anche delle sue storie passate con le ragazze.-Davvero non sei mai stata fidanzata?- chiese quando il discorso di rigirò su di me.
-Non ho mai avuto un ragazzo serio, nessuno con cui fare esperienze, viaggi, pazzie. Sono sempre state delle relazioni da poco che non mi hanno mai lasciato nulla.--Non sei mai stata innamorata?- mi spostò una ciocca di capelli, mentre ascoltava le mie risposte.
-No, mai.-
-Non è possibile.- scosse la testa in disaccordo.
-Non siamo tutti uguali, Marco. Io non mi sono mai innamorata, non ho mai detto "ti amo" a nessuno, non sono mai arrivata a quel punto in nessuna relazione.--Cosa non funzionava con loro?-
-Perché vuoi saperlo?-
-Perché io non voglio sbagliare con te, voglio essere tutte le tue prime volte. Voglio essere la tua prima storia seria e magari l'unica.--Loro non mi capivano, davano tutto per scontato.-
-Neanche io ti capisco adesso, ma non perderò mai l'occasione per imparare qualcosa di nuovo su di te. Non darò mai nulla per scontato.-
Fa schifo, ma dovevo per forza andare avanti🙄
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The Best Nightmare. | Marco Asensio
FanfictionSpesso ho detto "non me ne importa niente" quando non era vero, e rimanevo ferma a guardare fisso un punto lontano e quando spostavo lo sguardo speravo che gli occhi di chi mi aveva ferito fossero lì, su di me.