14, 18 Aprile.

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Lessi un'ultima volta il mio nome e il numero del gate prima di entrare nel Bernabeu.
Gli amici di Marco erano già entrati, mentre io, a causa di un imprevisto, arrivai in ritardo.
Salii le scale seguendo il vociare dei tanti tifosi che stavano camminando per raggiungere le loro postazioni.

Era la quarta volta che entravo in quello stadio, ma le emozioni che provavo erano sempre diverse, sempre indescrivibili. Trovavo bellissimo come così tanti appassionati rendessero spettacolare seguire una partita dal vivo, anche se non era la mia squadra del cuore.

Riconobbi i volti di Brandon e Bertto, così andai a sedermi al loro fianco.
-Ciao ragazzi.- sorrisi mentre cercavo di togliere la giacca.
-Finalmente ti vediamo con una maglia del Real! Sei passata dalla nostra.- ridacchiò Brandon. Io scossi la testa -Me l'ha regalata Marco e mi ha chiesto di usarla allo stadio, ma non sono passata dalla vostra.-
-Peccato.- disse con un tono di disappunto l'altro ragazzo.

Il direttore di gara fischiò l'inizio del primo tempo di Real Madrid - Bayern Monaco; più volte le due squadre tentarono la conclusione, ma allo scadere dei 45 minuti il risultato era ancora fisso sul 0-0.

-Rigore!- urlai vedendo Casemiro entrare in collisione con Robben.
-Non è rigore.- scosse la testa Brandon.
-È rigore.- battibeccai ancora.
-No!- si aggiunse Bertto alla discussione.
-Intanto Lewandowski è già sul dischetto, quindi muti e guardatelo segnare.-

Infatti, al 53°, la squadra ospite era in vantaggio.
Da quando la partita cominciò, non feci altro che sperare che Marco entrasse. Mi aveva detto quanto ci tenesse a giocare il giorno prima.
Le mie preghiere vennero ascoltate dal Sommo Signore e al 64° vidi il mio ragazzo correre a centro campo per dare il meglio di sé, come suo solito.
A ristabilire la situazione fu però Ronaldo, su assist di Casemiro, ma dopo un minuto il Bayer tornò in vantaggio con un autogol di Ramos.

-Non ci voglio credere.- mi voltai e, notando Bertto con le mani nei capelli, scoppiai a ridere.
-Il mitico Ramos non è più così mitico.- alzai le spalle prendendolo in giro.
-Tu non esci viva da qui.- commentò Brandon.

-Fallo su Marco! Vidal, rosso e vai fuori! E daglielo arbitro! Mi serve vivo! Fuori Arturo, via!- iniziai ad urlare dopo aver visto Marco cadere a causa del numero 23 del Bayern.

Si passò poi ai supplementari, con due goal di Ronaldo il Real si assicurò il passaggio al turno successivo, ma la ciliegina sulla torta, quella sera, arrivò al 112° minuto.

Marco cominciò a correre, scartò dei giocatori del Bayern, mi alzai di scatto dal seggiolino e il quarto goal arrivò. Con il suo bellissimo sorriso cominciò a correre indicando il suo cognome sulla maglietta e una volta sotto la curva abbozzò una C con le dita.

-Hai visto?- mi chiese Brandon portando un braccio attorno alle mie spalle. Io portai le mani verso il mio volto per nascondere il sorriso, o forse il rossore che comparve sulle guance.
-Ah, che bello l'amore.- aggiunse dondolandosi leggermente.

Non potevo non essere d'accordo con lui.
L'amore è così bello!
Era la prima volta che provavo sensazioni del genere con un ragazzo; la voglia costante di passare del tempo con lui, i battiti incontrollabili ogni volta che mi baciava, ogni volta che mi stringeva a lui, il suo profumo che pian piano diventava una droga e poi i suoi occhi, così profondi che riuscivano a trasmettermi sicurezza ogni qual volta ne avessi bisogno.

Forse per la mia testa era presto, non si sentiva ancora pronta, ma il mio cuore lo aveva capito, stavo cominciando a provare quel sentimento che per me era da sempre stato un'incognita.

Lo aspettai fuori dallo stadio; volevo solo tornare a casa e stare tutta la notte abbracciata a lui, a parlare, a guardarci, a fare qualsiasi cosa, mi bastava stare con lui.
Bertto e Brandon sarebbero partiti quella stessa sera per Mallorca, così saremmo stati completamente soli.

Appena lo vidi arrivare verso di me non potei fare a meno che sorridere e saltargli addosso.
-Bravissimo Marco.- gli sussurrai all'orecchio mentre lo stringevo al mio corpo.

-Grazie piccola, era tutto per te. A te che mi sostieni sempre, a te che mi stai affianco, a te che mi sopporti, che indossi una maglietta di una squadra che non ti piace solo per vedermi felice.-

-Accompagniamo loro all'aeroporto e poi andiamo a casa.- gli diedi un bacio sulle labbra, poi ci incamminammo verso la macchina, seguiti dai due amici.

-Finalmente soli.- disse una volta arrivati a casa. Chiuse la porta alle sue spalle, posò lo zaino a terra e mi avvicinò a lui.
Portai le mani dietro al suo collo e mi alzai leggermente sulle punte per poterlo baciare, ma lui mi sollevò dai fianchi e cominciò a camminare deciso verso la nostra camera da letto.

Mi fece sdraiare lentamente sul letto, poi si portò su di me.
-Sei così bella.- disse guardandomi negli occhi -Non la voglio immaginare una vita senza di te.-
-Io me la immaginavo benissimo una vita senza di te, era troppo bella. Però da quando ti ho conosciuto quella vita ha iniziato a farmi schifo, perché mi mancava qualcosa.-

Sorrise e io quel sorriso lo avrei baciato per tutta la vita, così gli presi il volto tra la mani e unii le nostre labbra.
Le sue mani cominciarono a scorrere e ad accarezzare ogni centimetro del mio corpo. Nel mio stomaco cominciarono a muoversi tutte quelle farfalle di cui la gente parla, ed era stupendo, come la prima volta che ci baciammo.

Sfiorò con le sue labbra morbide il mio collo, riuscivo a sentire il suo respiro caldo e tranquillo.

Cominciò poi a togliermi i vestiti, con delicatezza e forse con la paura di un mio rifiuto, ma lo lasciai fare senza preoccupazioni per la testa. Volevo lui e lo volevo per tutta la vita.
-Ti fidi di me?- mi chiese ad un certo punto in un sussurro. Annuii. -Mi fido.-

Quella notte facemmo l'amore, per la prima volta, per la mia prima volta, e fu stupendo. Ogni paura, ogni insicurezza che da sempre avevo avuto, vennero distrutte da Marco.
Quella notte mi fece capire che valevo qualcosa, che valeva veramente la pena stare con lui, anche se sarebbe stato complicato.
Quella notte capii di esermi innamorata. Non ero sicura di quando realmente accadde, quando iniziò; l'unica cosa di cui ero certa era che in quel momento lo amavo e speravo con tutta me stessa che anche lui provasse lo stesso per me.

Passai tutta la notte sveglia a pensare a tutto quello che era accaduto da due mesi a quella parte, ripercorsi tutti i momenti passati con Marco, ma ancora non mi spiegavo come fossi passata dall'odiarlo ad amarlo così in fretta, a lasciarmi andare così velocemente con lui.

Mai nella vita avrei immaginato un ragazzo come Marco al mio fianco, mai avrei immaginato che potesse diventare il mio tutto.
Colui che definivo il mio incubo era diventato un sogno, un bellissimo sogno da cui non volevo più svegliarmi.




Se ci dovessero essere errori perdonatemi!
Correggerò tutto (e magari modificherò qualcosina) una volta terminata tutta la storia.
Buona giornata a tutti😘

The Best Nightmare. | Marco AsensioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora